Vertenza Panto: si verifichi la possibilitŕ di un piano industriale per evitare il fallimento

17 settembre 2012

pantoLunedì 17 settembre, ho partecipato all'assemblea pubblica indetta dai sindacati presso lo stabilimento della Panto a San Biagio di Callalta. L'azienda, a causa di una gestione inadeguata dopo la tragica scomparsa del fondatore Giorgio Panto, ha cumulato un debito di ben 20 milioni di euro, gli stessi 118 dipendenti avanzano lo stipendio da mesi e la tredicesima, oltre ai fornitori dell'indotto. In analoga situazione versano i dipendenti di Antenna 3. A rischio sono complessivamente nelle due realtà 180 posti di lavoro.
 
Occorre verificare la possibilità di un piano industriale per evitare il fallimento, con iniezione di nuovo capitale ed assunzione di un impegno delle banche creditrici. Bisogna lavorare anche su un cambiamento della guida, non ci si improvvisa imprenditori. L'attuale proprietà deve far fronte alle proprie responsabilità verso dipendenti e creditori. La politica deve smettere di stare sulla difensiva: bisogna puntare allo sviluppo, non solo agli ammortizzatori. I lavoratori che non ricevono da mesi lo stipendio e che quindi hanno lasciato i loro soldi all’azienda vanno considerati come degli azionisti e devono in quanto tali poter partecipare alle decisioni.
 
 
LEGGI L'ARTICOLO "CASTRO E RUBINATO I POLITICI PRESENTI. ARRIVA IL SALVATORE?" - LA TRIBUNA DI TREVISO, 18 SETTEMBRE 2012 »
 
 
LEGGI L'ARTICOLO "UN TAVOLO IN PROVINCIA, SPIRAGLIO PER PANTO" - LA TRIBUNA DI TREVISO, 18 SETTEMBRE 2012 »

pubblicata il 17 settembre 2012

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