Azioni e politiche per le pari opportunitŕ

24 novembre 2014

DOCUMENTO DI SIMONETTA RUBINATO, CANDIDATA PRESIDENTE DEL VENETO ALLE PRIMARIE DEL CENTRO SINISTRA DEL 30 NOVEMBRE PER LA GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

 

AZIONI E POLITICHE PER LE PARI OPPORTUNITA’

 

Progettazione degli spazi urbani

Le nostre città e le nostre case sono principalmente pensate per famiglie nucleari, caratterizzate da una rigida e stereotipata separazione dei ruoli. E’ necessario non solo favorire le donne mettendo la pianificazione anche a loro servizio, ma anche valorizzare la loro capacità di leggere la complessità urbana e sociale per includere nella pianificazione i bisogni di tutte le minoranze. In Europa possiamo guardare all’esempio di Vienna. La città ha istituito negli anni 90 un ufficio per le donne con lo scopo di attivare politiche di genere per la città pensando alla donna in tutti i momenti della vita. L’ufficio ha definito nuovi standard per la costruzione di case e quartieri sulla base delle esigenze delle donne, anche attraverso il contributo delle associazioni presenti sul territorio. Questo esempio dimostra come sia utile applicare l’analisi delle questioni di genere in ogni progetto e studio di fattibilità e coinvolgere direttamente le associazioni nelle decisioni attraverso percorsi di partecipazione strutturata.

 

Pianificazione degli orari della città e governo del tempo

Per favorire le pari opportunità e permettere alle donne lavoratrici di fruire dei servizi anche al di fuori dell’orario di lavoro bisogna migliorare l’accessibilità temporale dei servizi pubblici ( in particolare dei servizi socio sanitari ) e delle attività private favorendo pertanto la pluralità delle offerte.  Per andare oltre e riuscire a realizzare una città SMART gli orari di apertura dei servizi pubblici e degli esercizi commerciali devono essere coordinati con l’accessibilità spaziale dei luoghi, che deve essere garantita attraverso i mezzi pubblici.

 

Azioni per la conciliazione Vita e Lavoro

Per armonizzare i tempi dedicati alla cura della famiglia con i tempi lavorativi è necessario attivare politiche di promozione del benessere familiare, come ha fatto la Provincia Autonoma di Trento con la Legge n. 1 /2011. Il benessere familiare si realizza attraverso un sistema integrato e sinergico  di interventi che si attuano attraverso  le politiche abitative,  infrastrutturali, urbanistiche e ambientali, formative, professionali e di gestione del tempo libero. I vari assessorati regionali (non solo i servizi sociosanitari e sociali o il settore per la formazione, l’istruzione e il lavoro) devono lavorare in modo coordinato e trasversale , rompendo gli schemi imposti da una organizzazione dell’ente basata sulle funzioni,  sostenendo la strategia di conciliazione con azioni innovative.

E’ poi necessario lavorare sul welfare aziendale. In italia l’80% della aziende con più di 500 dipendenti hanno attivato uno o più interventi di conciliazione perché sono consapevoli che il benessere dei collaboratori e delle collaboratrici al di fuori dell’orario di lavoro è premiante per lo stesso benessere lavorativo. Ma queste azioni non sono ancora diffuse nella piccola e media impresa che è parte fondamentale del tessuto economico Veneto e che tende a vedere nel welfare aziendale unicamente un onere economico. Si rende opportuno creare dei sistemi per aggregare la domanda per i lavoratori delle piccole imprese e dei sistemi  incentivanti per gli imprenditori (a livello di bilanci sociali, di patrocini e partnership di enti pubblici per eventi, di attribuzione di punteggi nelle procedure di gare delle pubbliche amministrazioni).

 

Valorizzare le reti sociali

Gli enti devono promuovere il coinvolgimento del terzo settore, valorizzare le reti sociali per sostenere e tutelare le donne  nel loro tessuto sociale e comunitario. Ad esempio gli enti devono favorire, attraverso percorsi formativi di diffusione delle buone pratiche,  la diffusione delle banche del tempo, associazioni nate e gestite tendenzialmente dalle donne, per “scambiarsi” prestazioni lavorative temporali (dalle riparazioni domestiche, alle ripetizioni scolastiche, alla cura di animali e piante…). Le banche del tempo effettivamente sono strumenti di conciliazione della vita- lavoro nate dal basso e favoriscono esperienze importanti come la cittadinanza attiva e la co- progettazione.

 

Azioni di contrasto alle discriminazioni

E’ innanzitutto importante far conoscere quello che già esiste. Ogni Regione ha una consigliera di parità che deve promuovere e controllare l’attuazione dei principi di non discriminazione e uguaglianza di opportunità. Considerate le limitate risorse economiche destinati all’esercizio dei  compiti istituzionali  assegnate alle consigliere è importante valorizzare la loro attività di promozione delle pari opportunità, e di garanzia contro le discriminazioni, mentre nei casi di discriminazione effettiva, il loro ruolo di mediatrici. Per quanto riguarda le discriminazioni di genere sui luoghi di lavoro devono giocare un ruolo importante anche i sindacati: informando le lavoratrici e i lavoratori sulla legislazione sulle pari opportunità, tutelando le lavoratrici oggetto di discriminazione  e sostenendo politiche di genere nella contrattazione.

 

Centri antiviolenza

In Veneto il 34% delle donne hanno subito violenza nel corso della loro vita. I Centri antiviolenza sono presenti in ogni provincia della Regione ed offrono, in modo silenzioso e continuo, sostegno piscologico e legale alle donne. I centri non solo offrono ospitalità e accoglienza alle donne vittime di violenza ma svolgono anche attività di prevenzione di tutte quelle forme di violenze che si consumano all'interno delle abitazioni o nella vita quotidiana. Legge Regionale 5/2013, votata dal Consiglio ad unanimità,  ha finalmente valorizzato il ruolo dei Centri antiviolenza, stanziando delle risorse economiche per le loro attività. Bisogna ora continuare il percorso avviato lavorando per il rafforzamento delle reti dei centri antiviolenza e di tutte le realtà presenti nella Regione nate in difesa delle donne per costruire sinergie e  aumentare la visibilità dei singoli gruppi sul territorio. La visibilità di associazioni e centri permetterà infatti a molte donne di vincere l’isolamento fisico e/o culturale nel quale vivono e che viene sfruttato in ogni forma di discriminazione.

 

Eliminare nelle nuove generazioni gli stereotipi associati al genere

La mancanza di pari opportunità è legata alla presenza di stereotipi associati ai generi. I nuovi papa’ devono essere maggiormente coinvolti nella cura dei figli e nelle attività domestiche. Per favorire l’equa distribuzione delle responsabilità familiari uomo- donna e l’attenzione sui temi della parità bisogna sensibilizzare (con giornate formative, eventi e una campagna di comunicazione) i ragazzi attraverso momenti formativi nelle scuole, i soggetti cui sono attribuiti ruoli decisionali ( sia nel pubblico che nel privato) e la cittadinanza.

 

Riflessioni sulle posizioni apicali e sulla rappresentanza di genere

Restano aperte nel mondo del lavoro importanti sfide per le donne:la limitata progressione nella carriera  ( le donne che raggiungono posizioni apicali nelle università e ai vertici delle aziende sono numericamente inferiori agli uomini) e la differenza salariale ( a parità di qualifica professionale il reddito delle donne è inferiore a quello degli uomini).

In questo quadro le quote di genere (negli organi elettivi e nei cda) rappresentano uno strumento necessario in questo momento storico per equilibrare nelle posizioni apicali la presenza dei generi.  La presenza delle donne nei cda ( legge 120/2011) ha causato un aumento dell’istruzione media dei componenti dei cda e la diminuzione delle posizioni multiple (componenti in più di un consiglio) . Le quote di genere stanno creando dei cambiamenti radicali non solo per le donne, ma per tutta la comunità.

 

Sulle Risorse

Bisogna  valorizzare le azioni a basso impatto economico come il rafforzamento delle reti di relazione esistenti e la capacità di lavorare in modo sinergico. Per quanto riguarda le azioni che richiedono fonti di finanziamento sarà importante saper sfruttare la nuova programmazione comunitaria 2014-2020.

 

Treviso, 25 novembre 2014

 

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pubblicata il 24 novembre 2014

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