Liberalizzazioni, rivedere norme anti frode

22 marzo 2012

Le frodi sui risarcimenti da sinistri stradali, oltre a danneggiare le compagnie assicurative, determinano una maggiorazioni dei costi che ha come diretta conseguenza l'aumento dei premi, tra i più elevati in Europa, a carico degli assicurati onesti. Per tale motivo l'on. Simonetta Rubinato, deputata del Pd, giudica "apprezzabile l'intento del Governo che, nel decreto liberalizzazioni votato oggi alla Camera, ha introdotto alcune norme repressive di una piaga assai diffusa anche in ambito locale, basti ricordare la maxifrode assicurativa che ha riguardato 500 incidenti, per la quale la procura di Treviso nel maggio 2011, dopo 3 anni di indagini, ha proceduto all'arresto di 24 persone e ne ha denunciato altre 400. "C'è però il rischio - avverte la parlamentare veneta - che tale impegno venga seriamente compromesso da alcune previsioni normative poco aderenti alla realtà ed alle reali esigenze di chi opera nel settore".

In particolare l'on. Simonetta Rubinato, presentando un ordine del giorno al decreto liberalizzazioni, ha chiesto al Governo - che l'ha accolto - di impegnarsi, con una successiva iniziativa legislativa, a correggere quelle disposizioni dell'art. 32 del decreto che rischiano di pregiudicare la sicurezza e il buon esito delle indagini, eliminando l'obbligo da parte dell'assicuratore di informare l'assicurato della presentazione della querela per frode e ripristinando la regola generale secondo cui il termine di 90 giorni per la proposizione della querela per frode decorre per la compagnia dalla conoscenza del fatto-reato, mentre le nuove disposizioni lo restringono ingiustificatamente. "Paradossalmente - spiega la deputata del Pd - delle norme dettate a difesa dei consumatori per accelerare gli indennizzi rischiano di vanificare le attività di contrasto alle frodi assicurative, con l'effetto che le compagnie avranno così l'alibi per aumentare i premi a carico degli assicurati onesti".

Infine l'ordine del giorno presentato dall'on. Rubinato impegna il Governo a ripristinare il termine originario del decreto di 5 giorni - ridotto a due per effetto delle modifiche introdotte al Senato - dato alle compagnie per l'ispezione diretta dei veicoli nei soli danni a cose. "In due giorni - osserva la deputata - rischiamo che accada quello che già è accaduto in alcuni casi di frode, ovvero che il perito non si rechi neppure presso la carrozzeria e che si faccia mandare le foto dal carrozziere, che magari è un carrozziere con un archivio ad hoc per frodare le compagnie".

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pubblicata il 22 marzo 2012

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