"Positivo lo stop agli inceneritori"

29 gennaio 2010


L'on. Simonetta Rubinato commenta con soddisfazione lo stop al progetto degli inceneritori di Bonisiolo e Silea arrivato dal Consiglio Regionale del Veneto, nella seduta di ieri. "Mi associo alla gioia dei cittadini, amministratori locali, comitati che fin da subito avevano espresso contrarietà al progetto presentato da Unindustria - dichiara la parlamentare trevigiana - Credo sia la vittoria del partito del buon senso e della concretezza che ha preso atto della mancanza di un Piano per valutare la sostenibilità della proposta alla luce dei dati di produzione dei rifiuti speciali non pericolosi della provincia di Treviso". Sostenibilità che è stata messa in dubbio, tra l'altro, dalla stessa Arpav Regionale in un dossier inviato ai Ministeri a seguito dell'interrogazione che proprio l'on. Rubinato aveva presentato nel novembre scorso ai Ministri Prestigiacomo, Sacconi e Zaia.

L'on. Rubinato si rivolge poi al presidente degli Industriali Vardanega (che in una lettera aperta aveva accusato genericamente la politica di non prendere decisioni e di incoerenza): "Il voto del Consiglio Regionale conferma che avevamo ragione - spiega -. E' da dicembre 2005 che chiediamo alla Regione Veneto di predisporre un Piano integrato per il recupero e lo smaltimento dei rifiuti urbani e speciali. In un ordine del giorno votato all'unanimità dal consiglio comunale di Roncade e da altri comuni, proponevamo anche di aprire un tavolo di concertazione tra Enti pubblici e operatori economici per affrontare il tema della gestione dei rifiuti senza pregiudizio ideologico e tenendo conto delle necessità di sviluppo del territorio. Ma entrambi le richieste sono rimaste lettera morta".

"Per questo - conclude la parlamentare trevigiana - Vardanega non può accusare tutti i politici genericamente. Dal 2005 ad oggi, sono passati cinque anni e chi avrebbe dovuto predisporre quel Piano, ovvero la Regione Veneto governata dal Centro Destra, non lo ha ancora fatto. Quindi i responsabili del partito del ‘non fare' hanno nome e cognome e abitano a Palazzo Balbi. Il voto di ieri, inoltre, conferma che sarebbe stato più opportuno anche da parte di Unindustria accettare di aprire un confronto con le amministrazioni locali senza voler proseguire su una strada che alla fine si è dimostrata senza alcun sbocco positivo".

 

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pubblicata il 29 gennaio 2010

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