Autonomia, dopo Trento e Bolzano tocca anche al Veneto

05 maggio 2015

“Mi ha fatto piacere ascoltare le odierne dichiarazioni di Renzi ai presidenti di Trento e Bolzano sull'impegno del Governo a rafforzare  l'autonomia e l'identità delle province autonome, anche dando loro ulteriori deleghe nei settori che funzionano bene. Ma a quei sempre più numerosi cittadini veneti che ci chiedono perché questo va bene per Trento e Bolzano e non per il Veneto, dobbiamo una risposta. Come la dobbiamo ai sindaci, che attraverso l’Anci veneta, hanno chiesto l’autonomia speciale. E’ esattamente quello che ho chiesto due mesi fa con i miei emendamenti alla riforma costituzionale, in particolare all'art. 116 della Costituzione anche per il Veneto e le regioni che dimostrano di governare bene. Per questo spero che si possa migliorare la riforma del Titolo V della Costituzione e che la prossima legislatura regionale sia una legislatura costituente”. Lo afferma Simonetta Rubinato, parlamentare del Pd che, a sostegno della sua tesi, cita una recente ricerca del prof. Martini dell'Università di Bergamo. L'analisi econometrica della spesa pubblica di 30 paesi europei nel periodo dal 1995 al 2013 ha evidenziato che, tenendo fermo l'importo complessivo della spesa pubblica, uno spostamento delle risorse del 10% dal centro ai territori, produce un aumento del reddito reale annuo procapite del 0,64%. Tradotto: senza bisogno di risorse aggiuntive la sussidiarietà verticale (ovvero l’autonomia responsabile) produce un aumento di 570 euro nel reddito reale annuo di una famiglia di 4 persone.

“Mi pare - aggiunge la deputata - che sia il caso di ripensare a modelli seri di autogoverno e autonomia fiscale, legati a condizioni di responsabilità, sull’esempio delle province di Trento e Bolzano, perché in questo modo si accrescono condizioni effettive di libertà, responsabilità, accountability, sviluppo locale, democrazia più partecipata. Nella globalizzazione i territori sono fattori di competitività indispensabili e i paesi che arrancano sono proprio quelli a struttura centralistica, tanto più se poi i poteri centrali - come in Italia - ripianano a piè di lista i bilanci degli enti locali spreconi con la finanza derivata (cioè con i soldi di tutti) e quindi nessuno è mai responsabile verso i propri elettori di come usa i loro denari”.

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pubblicata il 05 maggio 2015

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