Federalismo: non serve un nuovo ministro

18 giugno 2010

"La nomina a ministro dell'on. Aldo Brancher suona come una sconfitta per chi ha sperato fino ad oggi nella riorganizzazione federale dello Stato ed accresce i dubbi sulla effettiva volontà e capacità del Centro Destra di passare dagli annunci ai fatti. Insomma oggi è una triste giornata per il federalismo". Con queste parole l'on. Simonetta Rubinato, componente della Commissione Bilancio della Camera, commenta la nomina a ministro senza portafoglio di Aldo Brancher. "Ciò che stupisce di questa nomina - spiega la deputata del Pd -è che essa arriva due giorni dopo l'annuncio alla Camera con il quale il ministro Calderoli ha assicurato entro giugno la presentazione di altre cinque decreti attuativi della riforma federalista. Se si è davvero così vicini al traguardo, che bisogno c'era di nominare un nuovo ministro per il federalismo? C'è puzza di bruciato".

Secondo l'on. Rubinato questa nomina segnala che il federalismo si sta allontanando. "Per cominciare ad attuare la riforma - spiega - non serviva un nuovo ministro. Bastava partire dalla manovra correttiva dei conti pubblici per introdurre tagli federali, facendo pagare di più a chi spreca. Invece si è persa l'ennesima occasione, proponendo una serie di misure che tagliano a tutti in maniera indistinta. Tanto che gli stessi governatori del Centro Destra si stanno ora accorgendo che questa manovra è la tomba del federalismo".

"La nomina di un nuovo ministro - conclude l'on. Rubinato - è un triste segnale non solo per la riforma federalista, ma anche per gli italiani che dopo aver assistito per giorni a dibattiti sui tagli dei costi della politica, vedono aumentare le poltrone ministeriali".

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pubblicata il 18 giugno 2010

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