Presentati emendamenti alla manovra economica

23 luglio 2010

L’Atto Camera 3638 di conversione del Decreto legge n. 78/2010 “Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica” è passato questa settimana all’esame della Commissione Bilancio, e approderà lunedì 26 luglio all’Aula della Camera per la discussione generale.

Anche se il Governo ha affermato da subito che il provvedimento era immodificabile, l’on. Simonetta Rubinato ha presentato durante i lavori della Commissione una serie di emendamenti al disegno di legge, volti ad intervenire in materia di appalti pubblici secretati, enti locali e patto di stabilità, fiscalità delle imprese, ristrutturazione e riqualificazione energetica degli immobili.

L’emendamento 55.09 all’art. 55 prevede la costituzione di un "Fondo per l'ecoprestito" per ristrutturare le abitazioni private e gli alloggi di edilizia sociale, riprendendo una proposta di cui l’on. Rubinato si è già fatta promotrice attraverso uno specifico progetto di legge (clicca qui per scaricare il testo). Il Fondo è di natura rotativa, costituito presso la Cassa Depositi e Prestiti con una dotazione di 200 milioni di euro per l’anno 2011. Esso potrà erogare anticipazioni senza interessi a carico del beneficiario, denominate “ecoprestiti”, fino ad un importo massimo di 30.000 euro, per interventi di ristrutturazione edilizia e per interventi di riqualificazione energetica – che beneficiano della detrazione del 36% e del 55% - su unità immobiliari adibite ad abitazione principale. L’emendamento propone anche la proroga di questi ecoincentivi.

Un altro emendamento, il 39.021, si propone di sostituire le disposizioni di cui all’articolo 41 della manovra (che prevedono agevolazioni fiscali alle imprese europee con la finalità dichiarata di attrarre investimenti in Italia) introducendo la misura del Consolidato Fiscale Mondiale Obbligatorio. L’articolo, infatti, nella stesura del Governo, crea una disparità di trattamento tra le imprese start up italiane e quelle avviate in Italia da soggetti comunitari, che possono scegliersi la normativa fiscale preferita tra quelle degli Stati europei (vedi l’articolo pubblicato da Italia Oggi il 21 luglio ed il comunicato stampa dell'on. Rubinato del 9 luglio).
Anche se al Senato il beneficio è stato limitato ai primi 3 anni, di fatto si realizza un aiuto di Stato a favore di soggetti esteri ed a svantaggio dei soggetti italiani, violando il diritto di libertà di stabilimento  a scapito delle nuove realtà imprenditoriali nazionali. La proposta sostitutiva di Consolidato Fiscale Mondiale Obbligatorio si propone invece di attuare in maniera concreta una lotta ai paradisi ed all’elusione fiscale, anziché creare situazioni di favore – sia pure a favore di soggetti comunitari – nell’ambito del sistema tributario italiano. Con il Consolidato Fiscale Mondiale Obbligatorio si definisce in maniera semplice che il reddito prodotto all’estero dai gruppi di imprese con sede in Italia è soggetto a tassazione in Italia ad un’aliquota agevolata al 23%. Con la norma proposta si mira quindi, da un lato, a colpire le strutture localizzate in veri e propri paradisi fiscali, dall’altro ad attrarre investimenti in Italia con un’aliquota agevolata (che si applica però anche alle imprese italiane) e con una semplificazione e diminuzione dei costi amministrativi burocratici. Ciò renderà meno complesso per i gruppi di imprese riportare in Italia i frutti delle loro attività all’estero, e più trasparente il rapporto con l’amministrazione finanziaria, fondandolo su regole certe ed univoche per tutti, e non sulla complicata e poco trasparente gestione di interpelli disapplicativi.

Relativamente alla materia degli appalti pubblici secretati, l’emendamento 8.26 presentato all’art. 8, comma 10 mira a garantire i principi di trasparenza, correttezza e concorrenza che appaiono violati dal continuo ricorso alle normative in deroga (vedi a tal proposito l’articolo pubblicato dall’Espresso il 12 luglio scorso, in cui viene citato l’impegno di due parlamentari, appunto l’on. Rubinato ed il collega Rugghia. Consulta inoltre il comunicato dell'on. Rubinato del 17 giugno scorso). In particolare la proposta dell’on. Rubinato intende eliminare la disposizione introdotta dal Governo che conferisce anche ai dirigenti dei Ministeri il potere di secretare gli appalti pubblici per interessi di sicurezza nazionale (confermando al riguardo la responsabilità politica del Ministro e del Presidente del Consiglio) ed inoltre ripristinare il controllo preventivo della Corte dei conti sulla legittimità delle procedure per la secretazione di appalti pubblici, al fine di contrastare le condotte illecite e la cattiva gestione degli appalti pubblici, confermate da recenti inchieste giudiziarie. La denuncia del pericolo che deriva dall’attuale comma 10 dell’art. 8 è stata espressa anche da associazioni di categoria affiliate a Confindustria (vedi il comunicato stampa dell'Oice del 12 luglio scorso).

La proposta emendativa 2.03 (che interviene introducendo un nuovo art. 2-bis per ridurre e rendere flessibili gli stanziamenti di bilancio dei ministeri e modifica l’art. 14 nelle parti che incidono sulla finanza locale) ha l’obiettivo generale di riequilibrare il contributo delle Pubbliche Amministrazioni alla manovra correttiva, chiedendo un maggiore sforzo di contenimento della spesa ai ministeri centrali e riducendo il peso dei tagli sugli enti locali, in particolare sui Comuni. Le misure previste all’art. 14 penalizzeranno infatti fortemente gli enti territoriali a scapito delle Amministrazioni centrali.
Valutazione questa suffragata anche dal giudizio di parificazione della Corte dei conti, dalla quale si evince come la manovra del Governo sia non solo insostenibile per il sistema delle Autonomie locali, ma anche ingiustificabile, avendo certificato che gli enti locali ed in particolare i Comuni hanno già contribuito in modo rilevante al risanamento della finanza pubblica, in misura superiore anche nel 2009 ai valori programmatici assegnati dal Governo.
Con tale emendamento si chiede inoltre al Governo di rivedere gli attuali criteri relativi alla virtuosità e alla premialità degli enti locali, ritenuti iniqui. Viene sottolineata, in proposito, l’esigenza di determinare adeguati criteri per ridurre i tagli e le sanzioni agli enti locali effettivamente virtuosi, proponendo come strumento utile per individuare i Comuni più rispettosi di una linea prudente nella gestione delle risorse loro affidate l’assenza di valori deficitari rispetto ai parametri indicati dal decreto del Ministro dell’interno del 24 settembre 2009 per individuare gli enti strutturalmente deficitari. Un ulteriore indice per rendere più equa la riduzione dei trasferimenti erariali potrebbe poi essere costituito dalla valutazione della situazione peculiare in cui versano gli enti locali sottodotati in termini di trasferimenti (come quelli veneti e pugliesi, ad esempio), i quali, ormai da molti anni, ricevono dallo Stato un ammontare di risorse significativamente inferiore a quello che spetterebbe loro in ragione delle rispettive caratteristiche.
Con l’emendamento si prevede altresì che non siano conteggiati ai fini del patto di stabilità interno le spese effettuate dai Comuni per far fronte a interventi urgenti per il sostegno di minori, anziani e famiglie disagiate,  per la sicurezza urbana, per la manutenzione di edifici scolastici e di immobili comunali ad uso pubblico, per la salvaguardia idraulica e idrogeologica del territorio, nonché, a decorrere dall’anno 2011, i contributi erogati dai Comuni alle scuole d’infanzia paritarie non statali nelle Regioni in cui tali scuole coprono almeno il 55 per cento dell’offerta del servizio (si tratta della Regione Veneto e della Regione Lombardia).
Infine, con l’emendamento si sopprimono gli ulteriori privilegi assegnati durante il passaggio della manovra al Senato al Comune di Roma e ai Comuni sciolti per mafia. Si eliminano altresì le norme ordinamentali che modificano profondamente l’organizzazione e la gestione delle funzioni fondamentali dei Comuni.

L’on. Rubinato ha inoltre sottoscritto l’emendamento 11.15 a prima firma dell’on. Lenzi per sopprimere i commi 13 e 14 dell’art. 11, che colpiscono cittadini ammalati di AIDS e di epatite contagiati tramite somministrazione di emoderivati, da vaccinazioni obbligatorie e da trasfusioni di sangue, commi che nella stesura del Governo prevedono l’esclusione della rivalutazione delle somme che costituiscono il loro indennizzo e vitalizio mensile (leggi la lettera inviata ai rappresentati del Parlamento dall'Associazione per Malati Emotrasfusi e Vaccinati - AMEV).

 

mimetype  SCARICA L'EMENDAMENTO 55.09 - FONDO ECOPRESTITO  (65 KB)

mimetype  SCARICA L'EMENDAMENTO 39.021 - CONSOLIDATO FISCALE MONDIALE OBBLIGATORIO  (75 KB)

mimetype  SCARICA L'EMENDAMENTO 8.26 - APPALTI PUBBLICI SECRETATI  (26 KB)

mimetype  SCARICA L'EMENDAMENTO 2.03 - RIEQUILIBRIO CONTRIBUTO PA ALLA MANOVRA CORRETTIVA (74 KB)


pubblicata il 23 luglio 2010

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