Unindustria, no alle accuse generiche

02 aprile 2011

"Lo sfogo da parte di chi si trova ogni giorno a combattere in prima linea su mercati diventati sempre più competitivi è del tutto comprensibile, ma se il nostro Paese - a differenza di altri - è fermo al palo la responsabilità è chiara e va attribuita alla maggioranza e al Governo di Centrodestra che hanno ricevuto dagli elettori il mandato a governare. Sarebbe opportuno che chi rappresenta una classe dirigente importante come Unindustria chiamasse le cose per nome e cognome". Simonetta Rubinato, deputata democratica, interviene sulle accuse che il presidente di Unindustria Treviso, Alessandro Vardanega, ha lanciato alla politica.

"Le accuse generiche alla politica non fanno altro che alimentare il qualunquismo ed accrescere la sfiducia dei cittadini verso le Istituzioni, ciò di cui l'Italia in questo momento non ha proprio bisogno. Questa settimana abbiamo vissuto una delle pagine più tristi e deplorevoli non solo di questa legislatura, ma della storia del Parlamento - concorda la parlamentare -. Va però evidenziato che la responsabilità di quanto accaduto in Aula non è certo attribuibile alle opposizioni, che hanno svolto soltanto il proprio ruolo di critica sull'ennesimo provvedimento di giustizia ad personam. Mi piacerebbe che chi rappresenta un'importante associazione di categoria dicesse con chiarezza che cosa pensa del processo breve e stigmatizzasse i politici direttamente responsabili dei fatti accaduti".

In merito poi ai temi posti dal presidente di Unindustria come priorità per l'agenda politica, l'on. Rubinato registra con soddisfazione la coincidenza delle proposte fiscali di Vardanega con quelle che da mesi avanza il Pd. "Noi abbiamo da tempo chiesto di metterle all'ordine del giorno del Parlamento - spiega - ma è il Centro Destra che continua a rifiutare il confronto su un tema che era il cavallo di battaglia di questo Governo". In merito invece al rilancio del piano sul nucleare chiesto da Unindustria, la deputata trevigiana avanza forti obiezioni: "Alla luce di quanto stanno decidendo anche altri Paesi europei - spiega - è necessaria più di una pausa di riflessione. Si decida una moratoria di almeno 20 anni per nuovi impianti nucleari in Italia e nel frattempo si intensifichi la ricerca sul nucleare di quarta generazione e si investano le risorse previste per le nuove centrali sulle energie rinnovabili".

 

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pubblicata il 02 aprile 2011

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