"Il quadro che emerge dai dati riportati dal Governo è allarmante - commenta la deputata veneta -. Rimane confermato il taglio operato dal Governo di circa 30 milioni rispetto a quanto stanziato dal Parlamento in Legge di Stabilità: il che significa che complessivamente le scuole paritarie nel 2011 riceveranno ben 39 milioni in meno rispetto all'ultimo stanziamento del Governo Prodi, nonostante il considerevole aumento del numero dei bambini. Inoltre sono stati assegnati agli uffici scolastici regionali (non ancora alle scuole) soltanto gli 8/12 dei 251.876.591 già a bilancio. Per i restanti 4/12, ovvero quasi 84 milioni di euro, bisognerà attendere, se tutto va bene, la fine dell'anno. Quanto ai 245 milioni da poco reperiti su fondi della Presidenza del Consiglio, essendo sfumata la vendita delle frequenze digitali, questi devono ancora essere assegnati ad un nuovo capitolo di bilancio del Ministero dell'Istruzione e comunque per la loro ripartizione servirà l'adozione di un ulteriore decreto interministeriale di concerto tra ben tre Ministri, che dovrà passare anche per la Conferenza permanente tra Stato, Regioni e province autonome. Dunque, campa cavallo, se ne parlerà nel 2012... ".
"La situazione per le scuole d'infanzia paritarie del Veneto si fa dunque veramente grave - ricordano i deputati Rubinato e Baretta - e a settembre rischiamo di assistere alla chiusura di una parte di queste scuole per responsabilità di un Governo che si dichiara loro amico, anche perché il ministero dell'Economia ha bocciato la nostra proposta di escludere dal Patto di Stabilità i contributi versati alle scuole dell'infanzia dalla Regione e dai Comuni del Veneto".
"E' uno scandalo - conclude l'on. Rubinato - che lo Stato risparmi in Veneto ogni anno 520 milioni grazie all'impegno di queste scuole, alle famiglie che pagano il 60% della retta e ai contributi versati dai comuni e non ci permetta di usare almeno 15 milioni di tutte le tasse che i veneti mandano a Roma per tenere aperte queste scuole. Altro che specificità del Veneto: è ora che i veneti facciano sentire direttamente la loro voce, vista l'incapacità della Giunta regionale a far valere le nostre legittime ragioni".