Primarie, il Pd teme il flop Moretti: serve il porta a porta - Il Gazzettino

23 novembre 2014

Pagina 14, Nordest

PADOVA - Altro che cinquantamila votanti, come si è in un primo tempo ipotizzato dopo aver adeguato le previsioni al flop dell’Emilia Romagna. Il rischio, alle primarie del centrosinistra in Veneto, è che la diserzione dilaghi, che ai gazebo per la scelta del candidato governatore da contrapporre al leghista Luca Zaia prevalgano indifferenza o sdegno. Perché, volenti o nolenti, la videointervista di Alessandra Moretti su cerette e mèches magari catturerà il voto di estetiste e parrucchiere, ma rischia di perdere altri consensi. In primis, quelli di chi dovrebbe fare campagna elettorale. Raccontano, nel Pd veneto, che soprattutto i cuperliani registrino difficoltà a far votare l’eurodeputata Moretti. Non solo a Venezia, perfino a Padova, dove la candidatura "della Ale" era stata sostenuta quasi più che dai renziani. Certo, i cuperliani - così dicono - la loro parte la stanno facendo: dibattiti, cene, pranzi. Ma - confessano - fanno fatica a convincere i militanti. «Magari domenica verranno lo stesso a votare per Alessandra Moretti, ma non c’è trasporto. In realtà non c’è mai stato», si sussurrava ieri sera in piazza Ferretto a Mestre dove l’eurodeputata che vuole "scalare" Palazzo Balbi ha tenuto il suo primo incontro pubblico, un comizio al gazebo davanti a circa 150 persone, presente l’intero stato maggiore del Pd veneziano.

Che serva una chiamata alle urne, ne è consapevole la stessa Moretti che ieri mattina, all’assemblea regionale del Pd alla Fornace Carotta a Padova, ha invocato il porta a porta per far andare la gente a votare. «Le primarie - ha detto - devono essere un grande successo di partecipazione popolare. Cosa diremo ai nostri elettori se dovessimo fallire quest'occasione storica? Che i cuperliani avevano fatto uno sgambetto ai renziani che di nascosto hanno messo i bastoni tra le ruote ai bersaniani che a loro volta hanno accusato i civatiani di essere fioroniani? Guai a chi dovesse trasformare le primarie in un'occasione di delegittimazione del partito».

E per la prima volta Moretti ha affrontato pubblicamente la vicenda della videointervista («quell’intervista ormai famosa»): «Mia nonna diceva che quando lavi i piatti ti capita di romperne uno. Forse ho sbagliato a esprimermi, anche se il montaggio è stato forzato, con uno stile gossiparo. Ma vi devo una spiegazione: io intendevo dire che le donne, come gli uomini, vanno giudicati non per l’aspetto fisico, ma per le qualità. Ci sono due eccessi, quello che obbliga le donne a ricorrere ad atteggiamenti maschili per essere accettate e poter competere con gli uomini o quello dove le donne fanno della bellezza la loro unica arma per ottenere favori concessi dagli uomini. Due modelli entrambi maschilisti. Io voglio essere giudicata come politico per le cose che faccio. Le donne possono essere femminili, senza che questo debba significare che sono oche. Se poi questo vuol dire fare il doppio della fatica per farlo comprendere a qualcuno, faremo il doppio della fatica, tanto siamo abituate».

Insomma, una inversione a U: scomparsi dal vocabolario parole come bellezza, occhi blu, cura della persona. Basterà per recuperare? Floriana Casellato, trevigiana, è tra le poche a difendere Moretti pubblicamente: «Scriva che Alessandra è una spontanea, ha fatto uno scivolone che poteva evitare, sì. Ma adesso basta, parliamo di contenuti».

Da notare che ieri Simonetta Rubinato all’assemblea del Pd non s’è vista: è stata tutto il giorno a Belluno - hanno fatto sapere dal suo staff - tra la gente: «A Padova non avrebbe preso un voto, il partito è tutto con la Moretti». Ma Moretti, per vincere bene, dovrà avere un plebiscito. E dovrà esserci la ressa ai gazebo. Il problema, nel Pd morettiano, è qua.

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pubblicata il 23 novembre 2014

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