Venezia, il partito si divide ma Stradiotto frena: no al paragone con Roma - Il Gazzettino

14 dicembre 2014

Pagina 3, Primopiano

MESTRE - Non sarà una spaccatura ma la distanza tra Alessandra Moretti, il vertice del Pd veneto eMarco Stradiotto, segretario provinciale del partito veneziano sull’atteggiamento verso i due deputati inquisiti Zoggia e Mognato è ampia. Stradiotto, già senatore, è garantista: «L’avviso era quasi dovuto dopo quello che aveva detto Orsoni (l’ex sindaco aveva chiamato in causa Zoggia e Mognato n.d.r.) - dice Stradiotto - Stiamo attenti a non trasformarlo in una condanna. Penso sia serio aspettare gli sviluppi del lavoro della magistratura. In ogni caso - aggiunge - non siamo nella situazione malavitosa emersa a Roma, trovo inopportune analogie tra due vicende così diverse. Quanto alle responsabilità del partito nella campagna elettorale 2010 i controlli hanno dimostrato che è tutto tracciato e trasparente». Tacciono i due deputati veneziani nell’occhio del ciclone. «Parlerò più avanti» taglia corto Zoggia. «Nessun commento, preferisco il silenzio in questo momento» risponde Mognato. Li difende Massimo Cacciari, ex sindaco di Venezia: «Che venissero indagati dopo le sparate di Orsoni era nelle cose: non capisco chi si stupisce. Mi pare molto probabile che Davide e Michele riusciranno a dimostrare la loro estraneità». Cacciari, con una delle sue celebri intemerate, contesta Moretti e De Menech: «Non capisco la fretta del partito di fronte ai fatti e nei confronti di compagni con cui fino a ieri lavoravano gomito a gomito - prosegue l’ex sindaco - Non dico di sperticarsi in attestati di solidarietà, ma almeno ricordare che l’avviso di garanzia era dovuto. Comunicati duri come quelli di De Menech e Moretti mi sembrano cose da pazzi. Come fanno a continuare a stare insieme nello stesso partito, cosa aspettano a salutarsi?». Giulia Narduolo, deputata padovana: «Sono colpita, conosco Zoggia e Mognato e li stimo». Sulla linea della fermezza invece il vicesegretario del Pd, il consigliere regionale Piero Ruzzante: «Il codice etico del Pd è molto severo, l’abbiamo sempre rispettato. Ma il problema della corruzione riguarda la Regione Veneto non noi». Non meno secco l’eurodeputato Flavio Zanonato: «Abbiamo regole rigide, chi non rispetta le leggi non può stare in questo partito. È singolare che Berlusconi chieda al sindaco di Roma, Marino, di dimettersi e non lo chieda a Zaia dato il coinvolgimento della sua Giunta negli scandali». La senatriceSimonetta Rubinato, sfidante della Moretti alle primarie Pd, condivide la richiesta di passo indietro, anzi la estende a «coloro che hanno ricevuto finanziamenti per l’attività politica, anche se non formalmente indagati, da imprese e imprenditori sotto inchiesta per corruzione». Rubinato ricorda che già a giugno aveva fatto la stessa proposta alla dirigenza regionale: «Noto che ora la ripetono coloro che in queste ultime primarie contavano i nomi dei due indagati tra i propri sostenitori di peso». Stoccata alla Moretti: come dire, fino a ieri Zoggia e Mognato ti andavano bene. Pa.Fra.

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pubblicata il 14 dicembre 2014

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