Tav veneta, rischio stop Confindustria allarmata «Un vero disastro» - Corriere del Veneto

18 marzo 2015

Pagina 3, Primopiano

venezia La Pedemontana non subirà ritardi ulteriori (lo assicura il commissario straordinario Stefano Vernizzi), la Terza Corsia dell’A4 sarà realizzata nei tempi previsti (lo assicura Debora Serracchiani) e la Valdastico Nord era in bilico anche prima delle indagini della magistratura fiorentina che ha ordinato l’arresto di Ercole Incalza e Stefano Perotti. E la Tav? La mitologica Alta Velocità che da Brescia deve andare a Verona e da Verona deve arrivare a Venezia passando per Vicenza? Ecco, sul cronoprogramma della strada ferrata voluta dagli imprenditori del Veneto non c’è stata nessuna rassicurazione. Né da parte di Rfi, né da parte del ministero, né da parte dei sottosegretari. Nemmeno in via informale. Nemmeno tramite Confindustria che lunedì si è sentita gelare il sangue dopo le rassicurazioni del ministro Maurizio Lupi che aveva sponsorizzato in prima persona l’accordo tra Rfi e il consorzio Ircav (l’associazione di imprese che dovrà realizzare l’opera) firmato il 31 gennaio scorso. «È un disastro - commenta contrariato Franco Miller, delegato alle Infrastrutture di Confindustria -. Al momento non abbiamo notizie di alcun tipo, ma mentirei se dicessi che non sono preoccupato». Anche se non ci sono certezze, il minimo che possa succedere ora è che i cantieri della Brescia Verona (che dovrebbero aprire entro la fine di giugno) subiscano ritardi. Non tanto per le vicende collegate al destino del ministro (il cui scranno è traballante), quanto perché l’indagine dà forza ai contestatori dell’opera. Secondo i pm fiorentini infatti il giro di tangenti ha comportato un aumento esorbitante dei costi delle opere per la collettività ed è necessario passare al setaccio i conti prima di erogare nuovi finanziamenti o mandare avanti l’appalto della progettazione. L’Alta Velocità dovrà anche tornare in parlamento dove l’aspettano i parlamentari del Movimento 5 Stelle («L’esigenza di procedere con una revisione del sistema degli appalti non è più differibile: dobbiamo eliminare il meccanismo fallimentare della Legge obiettivo e revisionare il codice degli appalti», dice Arianna Spessotto) e dello stesso Partito Democratico («Ci sono numerose carenze della rete infrastrutturale da colmare, ma occorre pianificare le opere sulla base di priorità che rispondano ai reali bisogni di cittadini e imprese, non per soddisfare gli interessi di qualche consorteria d’affari», aggiunge Simonetta Rubinato a cui fa eco Laura Puppato: «Il ministro Lupi deve chiarire al più presto la sua posizione. Resta il fatto che con questa ultima inchiesta stanno venendo al pettine nodi che almeno in Veneto avevamo già denunciato da tempo»). Non è da escludere infine che la vicenda diventi materia per la campagna elettorale per le Regionali.  Il fatto che la Tav sia stata inquadrata tra le opere urgenti e necessarie però tranquillizza in parte i sostenitori dell’infrastruttura. Come già successo per il Mose e per i cantieri dell’Expo è possibile che sull’Alta Velocità cali l’ombra del commissario dell’Anticorruzione che potrebbe vigilare sulle procedure per rispettare le promesse fatte l’anno scorso dal ministro Lupi convinto che entro sei anni si potrà andare da Torino a Venezia in tre ore.

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pubblicata il 18 marzo 2015

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