Decreto rifiuti in Campania: ennesimo provvedimento di emergenza

17 dicembre 2010

L’Aula ha iniziato questa settimana l’esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge 26 novembre 2010, n. 196, “recante disposizioni relative al subentro delle amministrazioni territoriali della regione Campania nelle attività di gestione del ciclo integrato dei rifiuti (C. 3909 A)”. Si tratta di un provvedimento che nella propaganda del Governo dovrebbe mettere fine alla continua emergenza che coinvolge da tempo la regione campana, in particolare l’area fra Napoli e Caserta. Ma il testo del decreto presenta molte lacune.  Per uscire dall’emergenza si renderebbe necessaria da parte del Governo l’assunzione di un ruolo più forte di coordinamento per le politiche integrate di gestione dei rifiuti e di promozione della raccolta differenziata, nonché nella realizzazione impiantistica. Ma il Governo pare intenzionato a non fare tutto ciò, preferendo da un lato propagandare risultati non ottenuti, dall’altro lato, addossare i fallimenti della sua politica al sistema degli enti locali (vedi l'intervento dell’on. Bratti).

Nell’ambito dell’esame del decreto, l’on. Simonetta Rubinato ha presentato due emendamenti che miravano a premiare i comportamenti virtuosi degli amministratori locali, prendendo spunto dalla vicenda che ha visto protagonista il sindaco di Camigliano, Vincenzo Cenname. Come già riportato nella newsletter del 27 novembre scorso, Cenname è stato considerato colpevole di essersi opposto all’applicazione del precedente d.l. 195/2009 che solo in Campania ha tolto ai Comuni la raccolta differenziata per affidarla ai consorzi provinciali. Tanto che con DPR del 3 agosto, su proposta del ministro dell’Interno Maroni, si è visto rimosso dal suo incarico di Sindaco e sciolto il Consiglio comunale. E pensare che Cenname, ingegnere ambientale, aveva in poco tempo fatto raggiungere al suo Comune percentuali altissime nella raccolta differenziata dei rifiuti.

Il primo emendamento (1.071) dell’on. Rubinato prevedeva che la mancata trasmissione alla Provincia da parte dei Comuni dei dati concernenti il servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani, nonché i dati relativi alla Tarsu e alla Tia, non costituisse grave inosservanza ai fini della rimozione del sindaco dalla carica e dello scioglimento del Consiglio Comunale, qualora il sindaco abbia conseguito nel proprio Comune una raccolta differenziata almeno pari al 55%. L’emendamento è stato dichiarato inammissibile dalla Presidenza della Camera, nonostante le Commissioni Ambiente e Bilancio avessero dato parere favorevole sulla sua ammissibilità. L’on. Simonetta Rubinato è quindi intervenuta in Aula in occasione dell’esame dell’emendamento presentato dall’on. Barbato (1.77), durante la discussione,  per chiedere che in futuro sia corretta questa iniquità. Nel testo del decreto in esame si prevede infatti che nel caso in cui il sindaco non consegua gli obiettivi fissati sia prevista soltanto la nomina di un commissario ad acta per provvedere in merito. L’emendamento Barbato chiedeva invece di prevedere anche per questi sindaci poco virtuosi la rimozione dalla carica e lo scioglimento del consiglio comunale.

Il secondo emendamento (1.072) presentato dall’on. Rubinato proponeva, come da lei stessa illustrato in Aula, attraverso un articolo aggiuntivo, di individuare gli amministratori delle società o degli enti costituiti tra i comuni della Campania per la gestione del ciclo dei rifiuti solidi urbani in via prioritaria proprio tra i sindaci, anche se rimossi dalla carica elettiva, che abbiano realizzato nel proprio territorio una raccolta differenziata almeno pari (quindi superiore) al 55 per cento nel periodo compreso fra il 2007 e il 2010. Visto che l’Aula non ha accolto i suoi emendamenti, l’on. Rubinato ha presentato un ordine del giorno che sarà messo in votazione la prossima settimana, durante il seguito dell'esame del Decreto.


pubblicata il 17 dicembre 2010

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