Un'Aula distratta durante il dibattito sulle mozioni fiscali

23 dicembre 2010

Mercoledì 22 dicembre si è svolta in Aula, in un clima già vacanziero e di scarsa attenzione, la discussione sulle mozioni fiscali presentate dai diversi gruppi parlamentari. Non un bello spettacolo, perché il tema in discussione è di grande importanza per uno Stato che oggi è al terzo posto per pressione fiscale nella speciale classifica dall’Ocse, dopo Danimarca e Svezia, ma in fondo alle classifiche per il sistema di welfare per il lavoro (in particolare per i giovani) e per il sistema dei servizi pubblici.

È intervenuto il sottosegretario per l’Economia e le Finanze, on. Luigi Casero, che ha illustrato la posizione del Governo in merito alle diverse proposte. Il Governo ha dato parere favorevole alla mozione a prima firma Bersani, anche se questo corrisponde ad una contraddizione rispetto alle scelte fatte sin qui dall’esecutivo. Con la votazione della Camera è stato accolto il principio secondo cui il fisco deve premiare colo che producono reddito e un euro di reddito da lavoro o di impresa non può essere tassato più di un euro tratto da rendite o speculazioni. Con questa mozione il Pd ha proposto di assumere l’aliquota del 20 per cento come riferimento per la tassazione di tutti i redditi.

Peraltro sul fisco in questi 10 anni, di cui 8 governati dal CentroDestra, ci sono state 10 promesse di riforma fiscale e solo due certezze: il condono del 2004 e lo scudo fiscale del 2009. Alleghiamo un commento di Giovanni Piasentin, membro dello staff dell’on. Simonetta Rubinato come coordinatore del gruppo fiscalità ed imprese.

 

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pubblicata il 23 dicembre 2010

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