"Il Parlamento ascolti i sindaci veneti"

19 gennaio 2011

Un'indagine conoscitiva in Parlamento sulla situazione di quei Comuni di fascia media, tra i 5 e 15 mila abitanti, strangolati dalle norme del patto di stabilità anche se hanno i conti in regola. E' questo l'impegno assunto dai deputati veneti del Pd al termine dell'incontro organizzato dall'on. Simonetta Rubinato a Montecitorio con la delegazione degli amministratori dei Comuni di Loreggia, Trebaseleghe, Casalserugo, Fontaniva, Santa Lucia di Piave, Caerano San Marco, Casale sul Sile, Giavera del Montello, Torri di Quartesolo, Santorso, Rossano Veneto e Isola Vicentina.

"E' paradossale - spiega l'on. Simonetta Rubinato, componente della Commissione Bilancio oltre che sindaco di Roncade (Tv) - che amministrazioni comunali virtuose siano destinate al dissesto finanziario da norme e sanzioni di un patto di stabilità del tutto iniquo. A questi sindaci viene impedito di garantire i servizi essenziali ai loro cittadini, servizi richiesti dallo Stato stesso, come per esempio la messa in sicurezza delle scuole, e adempiere alle stesse direttive europee che stabiliscono di pagare entro 60 giorni fornitori e le imprese. Per questo ho proposto di costituire un tavolo tra noi deputati e i sindaci del territorio per elaborare le proposte emendative all'attuale patto e di promuovere nelle Commissioni Bilancio e Affari Costituzionali un'indagine conoscitiva sui Comuni di fascia media convocando in audizione i sindaci stessi".

Secondo la deputata veneta, la grave situazione in cui si trovano i Comuni tra i 5 e 15 mila abitanti è dovuta anche "alla scarsa rappresentanza che essi trovano presso l'Anci, impegnata a difendere più le città e i piccoli comuni". "Ricordo che è proprio dall'Anci nazionale - ricorda l'on. Rubinato - che è arrivata la proposta di inserire nella Legge di Stabilità quella clausola di salvaguardia che oggi sta facendo sballare tutti i conti di queste Amministrazioni".

"Per abbattere l'enorme debito pubblico i tagli indiscriminati non bastano: occorrono misure di sostegno della crescita e degli investimenti. per questo è necessario al più presto - conclude Simonetta Rubinato - mettere a punto delle norme che, sia nella contabilità nazionale che locale, consentano di distinguere il debito buono, ovvero gli investimenti che aumentano il valore dell'attivo del Paese in formazione, ricerca , infrastrutture, da quello cattivo e improduttivo. Il primo va liberato, il secondo va vietato per legge. Così se un Comune fa un mutuo per finanziare una scuola o una casa di riposo è una questione, se lo fa per ripianare spesa corrente o società in perdita è un'altra. Ci sono degli impegni prioritari che vanno garantiti nell'interesse delle nostre comunità locali che non possono continuare a pagare gli sprechi centrali mentre si continua solo a chiacchierare di federalismo".

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pubblicata il 19 gennaio 2011

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