Approvato lo statuto dei costruttori edili

30 marzo 2011

Arriva lo statuto dei costruttori edili. L'Aula della Camera ha approvato un testo unificato, che ora passa al Senato, il quale definisce i principi fondamentali dell'attività professionale di costruttore edile e delle attività professionali di completamento e finitura in edilizia nell'ambito delle competenze attribuite allo Stato dalla Costituzione in materia di tutela della concorrenza e di professioni.

Il testo stabilisce che l'esercizio delle attività professionali in edilizia rientra nella sfera della libertà di iniziativa economica privata prevista dalla Costituzione. La legge si riferisce, in particolare, agli interventi di costruzione, ristrutturazione, restauro, risanamento conservativo e manutenzione ordinaria oltre ai lavori di completamento e di finitura. L'accesso alla professione di costruttore edile e' subordinato al possesso di una serie di requisiti: dall''onorabilità'' del costruttore e del responsabile tecnico alla sua idoneità professionale che andranno verificati da commissioni d'esame. Ci sarà anche l'accreditamento degli enti autorizzati allo svolgimento dei corsi e al rilascio dell'abilitazione professionale del responsabile tecnico. I corsi di apprendimento dovranno riguardare materie come urbanistica ed edilizia, normativa tributaria e contrattuale di settore, salute e sicurezza sul lavoro, normativa ambientale, uso dei macchinari, delle attrezzature e degli impianti. Per iscriversi alla sezione speciale dell'edilizia bisognerà dimostrare il possesso, o la disponibilità di attrezzature per un valore minimo di 15.000 euro.

Con questo provvedimento il Parlamento mette ordine in uno dei settori vitali della nostra economia, come dimostrano i numeri. Sono 3 milioni le persone che lavorano in quest'ambito: 1 milione 944 mila nelle costruzioni e circa 1 milione nei comparti collegati. Gli occupati del sistema delle costruzioni rappresentano il 16,8 per cento degli addetti che operano nelle imprese dell'industria e dei servizi; l'ammontare degli investimenti in nuove costruzioni, interventi di manutenzione secondaria e delle spese per manutenzione ordinaria rappresenta il 12,8 per cento del prodotto interno lordo, ma le stime più recenti - lo sappiamo - certificano che vive attualmente una condizione di grave difficoltà, poiché subisce le conseguenze più devastanti di una crisi che non accenna a passare anche per effetto dei flussi finanziari che caratterizzano questo comparto. Dal 2008 al 2010, infatti, gli investimenti sono diminuiti del 18 per cento e ciò si è tradotto in 29 miliardi di mancata produzione; meno 30 per cento nella nuova edilizia abitativa; meno 23 per cento nella edilizia non residenziale privata e meno 16 per cento nei lavori pubblici. Il secondo ramo dell'economia più colpito dai fallimenti nel 2010 è infatti quello delle costruzioni.
 
 
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pubblicata il 30 marzo 2011

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