Presentazione del libro “Cuori nel pozzo” della trevigiana Roberta Sorgato

09 aprile 2011

Nel secondo dopoguerra, scendere nelle miniere del Nord Europa, specie se di carbone, era attività ormai rifiutata dalla popolazione locale, perfino da lavoratori sulla soglia della disoccupazione; non dagli emigranti italiani e veneti che vi venivano indirizzati sulla base di precisi accordi tra i governi.
 
Emblematico e tragico quello con il Belgio, che tra il 1946 ed il 1957 attirò circa 140.000 lavoratori italiani, oltre a 17.000 donne e 29.000 bambini. Quasi tutti vivevano in villaggi di baracche, in condizioni di forte disagio e di isolamento sociale. Nelle miniere troppo profonde e mal attrezzate, gli incidenti erano frequenti: oltre mille i morti e 35.000 gli invalidi in dieci anni, senza contare la silicosi che non ha risparmiato nessuno.

Chi accettava un lavoro così disumano, mirava ad un guadagno per sé e ad una rimessa per la famiglia. Ma a trarne i maggiori vantaggi erano i rispettivi governi, quello belga, che sfruttava una fonte energetica non ancora minacciata dal petrolio, e quello italiano che riceveva 200 tonnellate di carbone per ogni minatore.
L'epopea dei minatori del carbone in Belgio si concluse nel 1956 quando il governo italiano, a seguito della catastrofe di Marcinelle, bloccò le partenze. A Marcinelle morirono 262 minatori: più della metà -136- erano italiani.

A rievocare questa tragica pagina di storia che ha coinvolto anche tanti trevigiani ci ha pensato di recente Roberta Sorgato con il libro “Cuori nel pozzo” – Belgio 1956. Uomini in cambio di carbone”, presentato martedì 5 aprile scorso presso la sala del Mappamondo di Montecitorio. Si è trattato di un momento di grande intensità per ricordare la dura vita di tanti nostri connazionali, in larga parte veneti, partiti in cerca di miglior fortuna verso le miniere belghe. Una pagina drammatica della storia della nostra emigrazione che, come ho io stessa ricordato intervenendo durante la presentazione, offre ancor oggi spunti di riflessione per scongiurare che simili drammi abbiano ancora a ripetersi. Il libro, edito da Marsilio (2010), è un romanzo-testimonianza in cui Roberta Sorgato, nata in Belgio da genitori italiani e oggi residente in provincia di Treviso, rievoca i drammi familiari e le migrazioni forzate che hanno visto protagonisti gli stessi suoi familiari. Il libro si chiude con un estratto dei resoconti parlamentari di allora, a richiamare i patti scellerati e le gravi responsabilità delle istituzioni politiche del tempo, che suonano  come monito anche alla politica attuale, alle prese con i drammatici accadimenti migratori nel mare Mediterraneo.
 
 
mimetype PER UN APPROFONDIMENTO LEGGI L'ARTICOLO "CRONACA DI UNA TRAGEDIA", DI STEFANO TRICOLI (131 KB)

pubblicata il 09 aprile 2011

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