Dopo il voto di fiducia sul ‘decreto sviluppo' il Governo fa indigestione di ordini del giorno

26 giugno 2011

Via libera dell'aula di Montecitorio al decreto legge c.d. sviluppo. Il provvedimento, la cui conversione scade il prossimo 12 luglio, passa ora all'esame del Senato per l'approvazione definitiva. Sul decreto il governo ha chiesto e ottenuto martedì l’ennesima fiducia alla Camera con 317 voti favorevoli. E’ la quota più alta (la maggioranza assoluta) raggiunta dall'esecutivo dopo la diaspora dei finiani lo scorso 14 dicembre, quando l'Aula ha respinto con 314 voti la mozione di sfiducia. Ma è sugli ordini del giorno presentati al ‘decreto sviluppo’ che la maggioranza è stata costretta in angolo. Per evitare di mettere al voto gli odg sulla proposta di spostamento di alcuni ministeri al Nord, il Governo ha scelto di accogliere la totalità dei 150 ordini del giorno presentati, molti dei quali proponenti cose tra loro persino contraddittorie. Un gioco che non è però servito ad evitare la votazione, in particolare, sugli odg presentati dalle opposizioni (tra i quali quello del capogruppo Franceschini) per chiedere l’impegno del Governo a mantenere i ministeri a Roma. Proposte che sono state approvate con grande imbarazzo nelle fila della maggioranza, che invece non ha chiesto (accontentandosi della dichiarazione di accoglimento del Governo) di mettere ai voti l’odg presentato dai capogruppo del Pdl Cicchitto e della Lega Reguzzoni, nel quale si prevede il trasferimento di uffici di rappresentanza ministeriali al Nord, una mossa che il Presidente Fini ha definito “furberia tattica”, innestando una polemica tra lui e l’on. Cicchitto.Da sottolineare che in questo ordine del giorno si parla di "intangibilità delle funzioni di governo e della unicità della sede in cui le stesse funzioni devono svolgersi", senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica: dunque di cosa parliamo?

Ritengo che la decisione del Governo di accogliere tutti gli ordini del giorno sia stata una presa in giro del Parlamento. Per questo ho insistito che il mio ordine del giorno sulle norme di semplificazione inerenti il Sistri fosse messo in votazione, nonostante il previo accoglimento dell’Esecutivo. Così è stato approvato con 513 voti a favore, 15 astenuti e 2 contrari ed ora il Governo è impegnato nei confronti della Camera a darvi attuazione: starò con il fiato sul collo del ministro Prestigiacomo perché le semplificazioni, attese dalle piccole imprese, artigiani e agricoltori, siano approvate al più presto.

Tra i tanti odg accolti dal Governo ce ne sono alcuni della maggioranza che meritano un commento. Alcuni chiedono esattamente quanto avevo già proposto con un mio emendamento (non accolto) al ‘decreto sviluppo’ e con altri emendamenti  al Patto di Stabilità, durante l’approvazione di precedenti provvedimenti. Sono il n. 49, presentato dal capogruppo del Pdl in Commissione Bilancio Gioacchino Alfano, che chiede al Governo iniziative normative per evitare il ‘collasso del sistema di riscossione delle entrate degli Enti locali che sarà accentuato anche dalla cessazione delle attività da parte di Equitalia s.p.a.’, consentendo di continuare ad affidare tali servizi all’esterno; il n. 151 del capogruppo leghista Marco Reguzzoni, che impegna il Governo a prevedere l'esclusione dal patto di stabilità interno delle spese necessarie alla realizzazione e messa in sicurezza degli edifici scolastici; il n. 153 del deputato leghista Luciano Dussin, che impegna il Governo a prevedere l'esclusione dal patto di stabilità interno delle spese relative alle funzioni di sicurezza urbana. Mi chiedo con quale credibilità il Governo abbia accolto questi ordini del giorno dopo aver ripetutamente respinto gli emendamenti presentati da me e da altri colleghi per chiedere le stesse identiche cose. Quanto ai colleghi deputati della maggioranza, ricordo loro che i cittadini li hanno eletti per approvare delle buone norme, non presentare ordini del giorno. Infine, merita una citazione anche l’odg n. 141 del leghista Buonanno, che chiede di applicare una nuova imposta alle rimesse in patria degli stranieri extracomunitari, in aggiunta alle ordinarie imposte! Ma la Lega non era quella che diceva che per evitare la c.d. invasione bisogna aiutarli a casa loro? Visto che il Governo ha ridotto al lumicino le risorse alla cooperazione internazionale, vogliono forse eliminare anche l’unica strada che rimane per sostenere la crescita dei paesi in via di sviluppo, ovvero le rimesse dei loro emigranti alle rispettive famiglie d’origine?    

pubblicata il 24 giugno 2011

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