Chiudono le prime scuole d'infanzia di Treviso: un dramma che è colpa di Governo e Regione

02 luglio 2011

(…) La mannaia dei tagli ai contributi si è definitivamente abbattuta sulle scuole paritarie del Veneto, dove secondo le stime della Fism (la Federazione che le raggruppa) sono circa duemila i bambini che da settembre non troveranno più posto nelle materne parrocchiali. Le prime due scuole hanno già annunciato chiusura nel Trevigiano, ma diverse altre sarebbero prossime alla serrata in tutto il Veneto. Fine delle attività, per ora, al patronato Don Bosco di San Polo di Piave al nido dell’Istituto Zanotti di Treviso. «Ma altri sedici asili nella Marca trevigiana -riferisce Giancarlo Frare, presidente provinciale della Federazione -ridurranno le sezioni e licenzieranno insegnanti. Nulla a che vedere con un crollo delle nascite, bensì con l’insostenibilità delle spese. pensare che le materne paritarie del Veneto fanno risparmiare allo Stato 580 milioni di euro, a fronte dei 530 complessivamente stanziati da Roma per gli asili italiani» . Quella che si profila appare sempre più come una vera e propria emergenza sociale, destinata ad allargarsi anche al resto del territorio regionale. «Un paio di scuole chiuderanno nel Vicentino -conta Ugo Lessio, presidente veneto della Fism -altrettante nel Padovano e nel Veronese, ancora di più nel Polesine, provincia che soffre parecchio a causa di un’organizzazione su singole sezioni. A differenza di tutte le altre regioni, in Veneto e in particolare nelle province di Treviso e di Padova tre bambini su quattro vanno all’asilo parrocchiale, siamo cioè di fronte a un caso unico nel suo genere a livello nazionale. Martedì prossimo faremo punto della situazione nel direttivo regionale, siamo molto preoccupati perché alla crisi di risorse rischia di far seguito una crisi di motivazioni» . In allarme anche le gerarchie ecclesiastiche, tanto che ha preso posizione direttamente monsignor Gianfranco Agostino Gardin, vescovo di Treviso: «Molti parroci si trovano» in situazioni tali per cui andare avanti risulta praticamente impossibile. Bisognerà arrivare alla chiusura delle scuole, il che è drammatico, soprattutto se penso alle famiglie giovani e ai genitori che lavorano. Questa preoccupazione ormai toglie il sonno ai sacerdoti. Mi appello alla Regione -continua il vescovo trevigiano -affinché si faccia portavoce di questo problema presso il governo. Davvero credo che i politici dovrebbero farsi carico di questa richiesta, vorrei dire di questa insistenza, perché la questione si risolva, diversamente il pedaggio da pagare sarebbe davvero pesantissimo». (…)

Quello che ho riportato è un estratto dell’articolo pubblicato sabato 2 luglio sul Corriere del Veneto. Dunque i continui tagli e il ritardo nell’erogazione dei contributi da parte dello Stato e della Regione stanno provocando quanto avevo da tempo previsto: siamo ad un passo dall’esplosione di un'emergenza sociale ed occupazionale sul nostro territorio. E' paradossale che la responsabilità di quanto sta accadendo sia da attribuire a quella maggioranza di Centro Destra, che da anni governa a Roma ed in Veneto, la quale si è sempre riempita la bocca di parole come famiglia, parità scolastica, sussidiarietà. La sottoscritta, ma non solo, è stata accusata di essere comunista e di fare terrorismo quando metteva in guardia dal rischio che stavamo correndo. Ma il tempo è galantuomo e, anche se sarei stata più lieta di essere smentita,  l’emergenza trevigiana potrebbe estendersi presto a tutta la regione. Governo e Regione Veneto devono assicurare l'immediato saldo degli arretrati e dare certezza di risorse anche per gli anni scolastici futuri, altrimenti si assumeranno la responsabilità di aver tagliato un settore cruciale per la crescita delle future generazioni.

Il presidente Zaia mi ha invitata attraverso i media a fare qualcosa, facendo lobby con i suoi  parlamentari. Gli chiedo: è lo stesso Zaia che da Ministro nel 2008 ha votato in nove minuti la manovra correttiva triennale, che portava – guarda caso - il taglio dei contributi alle scuole materne paritarie nel triennio 2009-2011? Lo sa di averla votata? E poi gli chiedo: è disposto a scambiare la sospensione delle sanzioni per le multe sulle quote latte con le risorse necessarie per garantire l’apertura delle nostre scuole dell’infanzia per oltre 94.000 bambini in Veneto? Infine, lo sa il Presidente Zaia che ho promosso a più riprese iniziative parlamentari - interrogazioni ed emendamenti alle varie manovre - per sollecitare il Governo a dare certezza sull'entità e sui pagamenti delle risorse destinate alle scuole dell'infanzia paritarie e che gli emendamenti mi sono stati bocciati anche dai parlamentari leghisti con i quali mi chiede ora di fare lobby? Stia tranquillo il Presidente Zaia, farò come sempre la mia parte, ma la realtà è che su questo tema si è misurata già la sua sconfitta, il non essere riuscito a far riconoscere la specificità della nostra Regione.

Anche per questo, nella mia veste di sindaco di Roncade, ho promosso un ordine del giorno, approvato all'unanimità lunedì 27 giugno scorso dal Consiglio Comunale, per chiedere a Governo e Regione, oltre a provvedimenti urgenti mirati ad evitare proprio la chiusura delle scuole d'infanzia paritarie, che venga finalmente riconosciuta a livello nazionale la specificità della nostra Regione in ordine alla rete delle scuole dell'infanzia paritarie, che - caso unico in Italia - copre il 68% del servizio, accogliendo quasi 95.000 bambini. Non è più accettabile l'iniqua distribuzione delle risorse tra regione e regione, con una evidente disparità che sinora ha penalizzato sia le nostre scuole materne paritarie, sia le famiglie del Veneto, gravando anche sui bilanci dei comuni veneti sopra i 5.000 abitanti, i cui contributi sono sottoposti ai vincoli del Patto di Stabilità. Su questo punto sono convinta che debba essere chiamata in causa, oltre alla Regione, anche l'Anci Veneto, perchè non hanno concluso alcunchè su questa questione, non governando il problema nè a livello politico, nè amministrativo: eppure questa sì che è davvero una battaglia federalista! Questa specificità è già stata da me fatta oggetto di un emendamento, bocciato in passato, ma che ripresenterò alla prossima manovra, per far escludere dalle spese incluse nei saldi del Patto di Stabilità i contributi versati da Regione e Comuni alle scuole dell’infanzia paritarie nelle regioni in cui queste ultime coprono oltre il 50% dell’offerta formativa (si tratta di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna). Chiedo dunque a Zaia di invitare i suoi parlamentari a fare lobby con me!  

Purtroppo la maggioranza di Centro Destra non sta mettendo in ginocchio solo le scuole paritarie, ma tutta la scuola! In difficoltà sono, infatti,  anche le nostre scuole statali dell’infanzia e primarie, visto che in Veneto aumentano i bambini, ma vengono tagliate le cattedre e dunque i dirigenti scolastici con una coperta troppo corta non sanno più a che santo votarsi: per assegnare le insegnanti a nuove sezioni dell’infanzia, le debbono sottrarre alla scuola primaria… ma questo sarà tema che affronteremo in una prossima news letter.
 

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pubblicata il 02 luglio 2011

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