Scuole pubbliche: Veneto figlio di un Dio minore

30 luglio 2011

Mentre gli studenti si stanno godendo le sospirate vacanze, all’orizzonte si profila un avvio del nuovo anno scolastico 2011/2012 pieno di insidie, con possibili pesanti ripercussioni sulla qualità didattica ma anche sulla vita di migliaia di famiglie. In primis per le scuole pubbliche, di ogni ordine e grado, che dovranno fare i conti con la terza tranche di riduzioni di organico previste dal Governo. Riduzioni che incideranno negativamente sulla qualità dei livelli del nostro sistema scolastico, con l’aumento del numero di alunni per classe, la riduzione del tempo scuola e la mancata attivazione di specifici corsi di studio. A ciò si aggiunge anche la penalizzazione nel rapporto insegnanti/alunni con certificazione di disabilità. Insomma una situazione difficile che ha spinto la stessa Elena Donazzan, assessore regionale all’Istruzione, ad ammettere di sentirsi trattata “come la figlia di un Dio minore, dimenticata ai confini dell’impero” da un ministro, “l’amica Mariastella”, che per di più è del Pdl “come me”. La situazione si fa ancor più grave in provincia di Treviso, in particolare nella scuola secondaria di primo grado dove si contano ben 537 alunni in più nel prossimo anno scolastico, numero che richiederebbe la formazione di circa 21 classi in più, per le quali sarebbero necessarie almeno 630 ore, corrispondenti ad almeno 35 posti in più nell’organico, mentre per conseguire gli obiettivi assegnati dal Governo si sono dovuti tagliare dei posti. Con il risultato che non è stato autorizzato il tempo prolungato anche in realtà dove esso era consolidato da tempo.

Vista la gravità della situazione ho ritenuto necessario presentare un’interpellanza urgente al Ministro dell’Istruzione, Gelmini, sottoscritta anche dagli altri deputati veneti, per chiedere quali iniziative intende assumere al fine di soddisfare le richieste avanzate dalle famiglie in ordine alla istituzione delle necessarie nuove sezioni di scuola dell'infanzia e di tempo pieno e tempo prolungato nella scuola primaria e secondaria di primo grado, per garantire quei livelli educativi che fanno della scuola pubblica veneta un modello di alta qualità.

Per nulla diverso il quadro che si sta delineando per l’avvio del nuovo anno scolastico nelle scuole materne paritarie. I tagli ai contributi apportati dal Governo e i ritardi nell’erogazione sia da parte dello Stato che della Regione Veneto stanno mettendo in ginocchio queste fondamentali istituzioni che accolgono 95 mila bambini dai 3 ai 6 anni, offrendo alle famiglie venete un servizio prezioso. La situazione sta precipitando come ha dichiarato nei giorni scorsi il presidente regionale della Fism, Ugo Lessio, annunciando la probabile chiusura a settembre di ben 150 scuole dell’infanzia nel Veneto. Una prospettiva che se si verificasse aprirebbe un’emergenza didattica, sociale ed occupazionale. Mercoledì scorso, in Commissione Bilancio della Camera, il Sottosegretario all’Economia, Bruno Cesario, ha risposto all’interrogazione che ho presentato assieme al capogruppo Pier Paolo Baretta per fare chiarezza sui contributi assegnati per l’anno 2011 e sui tempi di erogazione. La risposta del Governo è stata del tutto insoddisfacente e conferma i timori espressi dai dirigenti della Fism, pronti alla mobilitazione generale in autunno.

Il quadro che emerge dai dati riportati dal Governo è infatti allarmante. Rimane confermato il taglio operato dal Governo di circa 30 milioni di euro rispetto a quanto stanziato dal Parlamento in Legge di Stabilità: il che significa che complessivamente le scuole paritarie nel 2011 riceveranno ben 39 milioni in meno rispetto all'ultimo stanziamento del Governo Prodi, nonostante il considerevole aumento del numero dei bambini. Inoltre sono stati assegnati agli uffici scolastici regionali (non ancora alle scuole) soltanto gli 8/12 dei 251.876.591 euro già a bilancio. Per i restanti 4/12, ovvero quasi 84 milioni di euro, bisognerà attendere, se tutto va bene, la fine dell'anno. Quanto ai 245 milioni da poco reperiti su fondi della Presidenza del Consiglio, essendo sfumata la vendita delle frequenze digitali, questi devono ancora essere assegnati ad un nuovo capitolo di bilancio del Ministero dell'Istruzione e comunque per la loro ripartizione servirà l'adozione di un ulteriore decreto interministeriale assunto di concerto tra ben tre Ministri, che dovrà passare anche per la Conferenza permanente tra Stato, Regioni e province autonome. Dunque, campa cavallo, se ne parlerà nel 2012...

Il Ministro dell’Economia ha bocciato anche la mia proposta di escludere dal Patto di Stabilità almeno una parte dei contributi versati alle scuole dell'infanzia dalla Regione e dai Comuni del Veneto. Mi auguro che il Ministro dell’Istruzione, Maria Stella Gelmini, alla quale ho nei giorni scorsi inviato una lettera sulla questione, convinca, anche con l’ausilio dei suoi Uffici ministeriali, il collega Tremonti a cambiare idea.

E' davvero uno scandalo che lo Stato risparmi in Veneto ogni anno 520 milioni grazie all'impegno di queste scuole, alle famiglie che pagano il 60% della retta e ai contributi versati dai comuni e non ci permetta di usare almeno 15 milioni di tutte le tasse che i veneti mandano a Roma per tenere aperte queste scuole!


pubblicata il 30 luglio 2011

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