Costi della politica: tagli necessari e dati trasparenti

06 agosto 2011

Quest'anno la discussione sul bilancio interno della Camera ha assunto un rilievo particolare perché si è intrecciata con la polemica montante sulla casta e i costi della politica. Il clima da ‘caccia alle streghe’ che si è instaurato, anche per effetto di una campagna mediatica senza precedenti, pur avendo alla base motivazioni reali e concrete, non aiuta a riportare la questione nella sua giusta dimensione.

Nessuno mette in discussione che nel nostro Paese esista una casta di politici, come esistono molte altre caste che, anche grazie ai politici, sono riuscite in questi anni a difendere rendite di posizione e privilegi. Come pure è evidente che il moto di ribellione verso la politica trovi molte ragioni nell’incapacità della stessa di dare risposte efficaci ai cittadini, soprattutto per quanto riguarda le grandi riforme di cui il Paese ha assoluta necessità per uscire dalle sabbie mobili in cui si trova. Per il cittadino-elettore che giudica la politica inconcludente qualsiasi tipo di indennità parlamentare, in un momento in cui vengono chiesti ulteriori pesanti sacrifici a famiglie ed imprese, risulta essere comunque eccessiva e inadeguata.

Credo che il modo migliore per recuperare credibilità alla politica sia quello di dimostrare che essa è capace di dare risposte alle esigenze di sviluppo del Paese e insieme di condividere i sacrifici che vengono chiesti ai cittadini. Sotto il primo profilo, il dibattito sull’informativa del Presidente Berlusconi in merito alla grave crisi economica e finanziaria che sta vivendo l'Italia in queste settimane poteva e doveva essere un’occasione da sfruttare molto meglio di quanto sia purtroppo avvenuto in Aula mercoledì scorso. Sotto il secondo profilo, insieme agli indiscutibili tagli già approvati (le indennità sono diminuite dal 2005 nella misura di circa il 20 per cento), alla prevista soppressione del vitalizio e riduzione del numero dei parlamentari, per riportare sobrietà nella politica italiana è indispensabile evidenziare le dimensioni e i connotati reali dei ‘costi della politica’, rigettando il qualunquismo populista di chi ha interesse ad azzerare l’intero sistema politico ed intervenendo con cognizione di causa per cancellare sprechi e privilegi, per approntare solo quegli strumenti e prerogative che sono indispensabili affinché un parlamentare possa assolvere al meglio il suo compito nell’interesse del territorio che rappresenta. Per un approfondimento  possono essere utili i dati raccolti dal collega Antonio Misiani (clicca qui).

Personalmente vivo con grande disagio questo momento in cui si fa di tutta un'erba un fascio. E' chiaro che anche i recenti avvenimenti, che confermano fatti di corruzione che coinvolgono politici ed esponenti delle istituzioni di tutti i partiti, anche del Pd, che ci mostrano politici che si auto-attribuiscono remunerazioni spropositate o che nominano a capo di un ente pubblico compagni di partito o amici degli amici, senza alcun riguardo alle competenze ed al merito (aggravando i costi della politica o contribuendo all'inefficienza dei servizi pubblici), danno al cittadino comune la percezione di un grave deficit di etica pubblica. L'antipolitica nasce da qui e da qui nasce il disprezzo che in questo momento i cittadini hanno per la classe politica italiana. Difficile dar loro torto, visto che le buone notizie non fanno rumore e non fanno vendere i giornali, per cui non è facile distinguere chi svolge la propria funzione politica con una attenzione esclusiva al bene comune ed al vantaggio dei cittadini. Così per molte persone che incontro in questo periodo io  appartengo alla casta, anche se da poco sono arrivata in Parlamento e giustamente non godo e non godrò dei privilegi ingiustificati già acquisiti da taluni, anche se non ho mai voluto approfittare dei viaggi aerei pagati dai contribuenti per andare in vacanza, anche se usufruisco dei rimborsi forfettari per i collaboratori non per arrotondare l'indennità, ma per avvalermi di risorse umane per meglio svolgere il proprio compito, anche se non sono mai andata gratis al cinema, al teatro, in palestra o chissadove, anche se pago il taxi o la vettura a noleggio per muovermi, anche se ho rinunciato ai circa 88.000 euro lordi in tre anni della mia indennità di sindaco in cui ho percepito l'indennità parlamentare, anche se ho ritenuto corretto dare la precedenza assoluta agli incarichi istituzionali che svolgo nell'interesse pubblico (finchè li svolgerò) rispetto alla mia attività professionale di avvocato, che confrontata a quella di altri colleghi deputati non ha tratto alcun beneficio dal mio incarico pubblico (al contrario, com'è normale, si chiude annualmente in perdita). Poiché credo che sia dovuta la massima trasparenza da parte di chi svolge incarichi pubblici, da parte mia sono tra quella minoranza di parlamentari che hanno dato il proprio assenso alla pubblicazione sul sito della Camera sia della dichiarazione dei redditi che della propria posizione patrimoniale e ho ben accettato di mostrare nelle scorse settimane la mia 'busta paga' di deputato, spiegando come il netto che percepisco mensilmente (detratti oneri fiscali, previdenziali, spese per collaboratori e per vitto ed alloggio a Roma, contributo di 2.500 euro al mese al partito, altre spese per il rapporto con gli elettori) ammonti a circa 4.000 euro mensili, cifra che non cumulo a nessun'altra indennità per incarichi pubblici. Uno stipendio certo dignitoso, ma non credo possa dirsi privilegiato per una persona che svolge con il massimo impegno e responsabilità sia il ruolo di deputato che di sindaco.  Per questo non condivido il modo parziale e strumentale con cui alcuni esponenti dei mass media, alcuni giornalisti anche autorevoli, nelle loro analisi puntano soprattutto a denigrare l'intera classe politico-amministrativa italiana, con il solo risultato di buttare via il bambino con l'acqua sporca.
 
Fatta questa premessa, veniamo ora ai costi della Camera. I punti chiave del bilancio interno, approvato martedì scorso dall'Aula, riguardano i risparmi per il triennio 2011-2013 (clicca qui). Si tratta di ulteriori risparmi, che si aggiungono a quelli già effettuati negli ultimi 6 anni (pari a 300 milioni di euro), grazie ai quali la Camera risparmierà oltre 150 milioni nel triennio. Queste sono le cifre contenute nella Relazione al Bilancio interno di Montecitorio, che ha avuto il via libera con 492 voti favorevoli (6 contrari, 1 astenuto). Si interviene innanzitutto sul contributo di funzionamento dei gruppi parlamentari ('per i quali è prevista la riduzione per 1.185.000 euro all'anno'). Sul fronte della razionalizzazione della spesa, l'Ufficio di presidenza della Camera ha dato mandato al Collegio dei Questori di intervenire sulla disciplina delle spese di viaggio ed ha assunto l'impegno di definire per gli assegni vitalizi un nuovo sistema previdenziale, destinato ad entrare in vigore dalla prossima legislatura. Sui vitalizi, inoltre, già nell'immediato sarà applicato il contributo di solidarietà previsto nella manovra appena approvata per le altre pensioni elevate, contributo che andrà a finanziare il fondo per combattere la fame nel mondo, per fronteggiare le calamità naturali e per la valorizzazione degli edifici culturali. Misure sono state poi prese per quanto concerne le spese per il personale di Montecitorio: ai dipendenti della Camera viene applicata la riduzione del 5% delle retribuzioni sopra i 90mila euro e del 10% di quelle sopra i 150mila, nonché la sospensione dei meccanismi di adeguamento automatico delle retribuzioni. Continua inoltre ad essere in vigore, e rafforzato, il blocco selettivo del turnover. E poi è stato deciso un ulteriore risparmio con l'applicazione del taglio del 5% e 10% per le pensioni superiori rispettivamente a 90 mila e 150 mila euro. Sempre per il personale in quiescenza é stato introdotto il blocco dei meccanismi di adeguamento dei trattamenti pensionistici.

È stato poi comunicato il recesso dal contratto di locazione del palazzo Marini, con effetto 1° gennaio 2012, ed e' stato deliberato dall'ufficio di Presidenza di dare recesso anticipato anche dai contratti di locazione dei palazzi Fiano e Lavaggi e all'immobile di piazza San Lorenzo in Lucina 26. E' inoltre prevista la chiusura del ristorante di palazzo San Macuto. E' stato accolto infine dal collegio dei Questori l'ordine del giorno presentato dal nostro gruppo (clicca qui), che contiene 11 proposte per la razionalizzazione e la riduzione delle spese, fra le quali il definitivo superamento dei vitalizi dall'inizio della prossima legislatura e l'introduzione di un contributo di solidarietà per i vitalizi in corso. Si è trattato dell’unico odg presentato dal Partito Democratico, in quanto la Presidenza del gruppo ha impartito la direttiva che da parte dei singoli deputati del Pd non fosse presentato alcun ordine del giorno.

Vi segnalo infine che In Aula nella votazione degli odg mi sono attenuta alle indicazioni del nostro gruppo parlamentare, salvo che per uno. Infatti ho votato a favore - in difformità dal gruppo del Pd che ha votato contrario - dell’odg che chiedeva l’impegno a sopprimere la Fondazione della Camera dei Deputati (clicca qui), che francamente non si può non condividere. 
 
 
 
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pubblicata il 06 agosto 2011

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