Pd: dopo la piazza, arriva il momento delle responsabilità

06 novembre 2011

manifestazione_pd_romaSabato ho partecipato anch’io alla manifestazione nazionale promossa dal Partito Democratico in piazza San Giovanni a Roma. Ci siamo ritrovati in tantissimi sotto l’unico slogan “Ricostruzione: un grande Paese merita un futuro migliore”. E' stata una bella giornata, partecipata e colorata di tanti tricolori. Certo, vista la grave situazione in cui versa ormai l’Italia, a causa delle fallimentari politiche del Governo Berlusconi, non è un’impresa difficile oggi riempire le nostre piazze. Ma un partito come il nostro che si candida a tornare (speriamo presto) al governo è consapevole che ciò non basta. Per ridare credibilità al nostro Paese è necessario fare un esame di coscienza collettivo, come ha chiesto a tutti i partiti il Presidente Napolitano.
 
Gli impegni che l'Unione Europea sta chiedendo all’Italia di attuare sono un banco di prova per il nostro partito e per tutte le forze di opposizione, dopo che sugli stessi ha fallito il centro destra. Le grandi riforme non possono più essere rinviate. Bisogna attuare con urgenza le misure, anche difficili, su cui ci siamo impegnati in sede europea (e nel G20), necessarie per il risanamento e la crescita. Su questo non avremo scelta: la nostra sfida è quella di riuscire a farle con la bussola dell’equità, perché senza giustizia sociale è a rischio la stessa coesione del Paese. Il disastro avvenuto venerdì scorso a Genova è solo uno purtroppo dei tanti simboli che rappresentano la situazione in cui si trova l’Italia: un Paese in lento e dolce declino, che - come una nobile famiglia che vive ancora in una splendida villa, senza  però avere più i redditi necessari a mantenere il proprio tenore di vita – non si rende ancora conto di stare scivolando verso il baratro e rinvia decisioni difficili o addirittura investe nel superfluo (il Ponte di Messina) anziché nel necessario (come la messa in sicurezza idrogeologica del territorio).
 
Gli italiani rischiano di risvegliarsi dal sogno entrando in un incubo, se la buona politica non scaccerà quella cattiva, mettendoli di fronte – con verità e responsabilità – alla situazione in cui ci siamo ritrovati (per nostra responsabilità, non certo per colpa dell’UE) e prospettando loro la strada per uscirne, con il contributo ed il sacrificio di tutti, purchè distribuito in modo equo, per cui chi ha di più deve dare di più. Il vero problema non è il governo tecnico, ma la capacità e il coraggio di  mettere in atto un’altra politica, come ci ha ricordato sabato Mario Monti.
 
Solo se saremo capaci di proposte chiare, concrete, con uno ‘sguardo europeo’, che lo stesso Napolitano ci sta indicando, potremo rappresentare agli occhi della maggioranza degli italiani (e non solo della sinistra) la  vera alternativa di governo. Vi giro l’intervento del segretario Bersani (clicca qui), ricco di spunti in questa direzione. Unico neo della manifestazione: i fischi e gli attacchi a Matteo Renzi. Il partito democratico è nato per essere una grande forza politica plurale e per includere, non per essere il partito di una parte o peggio ancora di una tifoseria.
 
 
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pubblicata il 06 novembre 2011

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