Crisi economica: dal Governo ancora misure inadeguate

06 novembre 2011

economiaNell’aprile scorso Tremonti aveva affermato con rara preveggenza che nel 2011 l’Italia si sarebbe limitata a fare la ‘manutenzione dei conti pubblici’ e che non sarebbero servite nuove manovre finanziarie. Certo, non potevamo pretendere dal nostro ministro dell’Economia di prevedere nel dettaglio che cosa sarebbe poi accaduto, ma ciò che stiamo vivendo in queste settimane dimostra che Tremonti e il Governo Berlusconi sono responsabili non solo di aver sottovalutato la crisi e i suoi effetti, ma di aver nascosto la reale situazione del Paese. Ora sono stati smascherati: la ‘manutenzione’ si sta trasformando in continui e pesanti interventi correttivi di fronte all’emergenza della finanza pubblica e dell’economia.

Le ricette ‘lacrime e sangue’ adottate dal Governo di Centro Destra, con la manovra per la stabilizzazione finanziaria di luglio, non hanno, però, convinto l’Europa e i mercati. Per questo ad agosto è arrivato il primo diktat della Bce, con una lettera firmata dal presidente Trichet e dal suo successore Draghi (clicca qui), in cui si chiedeva a Berlusconi di adottare in tempi brevi un impegnativo programma di riforme (che non faranno male al nostro Paese, anzi, se solo saranno calibrate con equità!). La risposta del Governo, con la manovra di ferragosto, è stata ancora una volta inadeguata, tanto da costringere l’Europa  ad un nuovo diktat, questa volta arrivato alla vigilia della riunione del Consiglio Europeo di Bruxelles del 23/26 ottobre scorso. Un fuoco incrociato da parte della Commissione europea, e in particolare di Germania e Francia, per indurre Berlusconi ad adottare misure urgenti per il rilancio dell’economia. Il Premier, dopo un difficile confronto con la Lega, si è presentato all’ultimo momento al Consiglio europeo straordinario con una lettera di intenti, incassando un primo giudizio favorevole, ma non poteva essere diversamente, pena trascinare l’euro a fondo. Per capire meglio il giudizio espresso dai partner europei sugli impegni assunti dal nostro Governo, è però utile leggere il documento che raccoglie le conclusioni della Presidenza e la dichiarazione dei Capi di Stato e di governo dell’Eurozona nel vertice tenutosi la notte del 26 ottobre (clicca qui). Con riferimento all'Italia nella dichiarazione:
  • si esprime apprezzamento per le riforme strutturali volte al rafforzamento della crescita e la strategia per il risanamento di bilancio, indicate nella lettera trasmessa ai Presidenti del Consiglio europeo e della Commissione (peraltro non resa pubblica), ma l'Italia viene esortata a presentare con urgenza un calendario ambizioso di tali riforme;
  • si apprezza inoltre l'impegno dell'Italia per raggiungere il pareggio di bilancio entro il 2013 (peraltro il Fondo Monetario Internazionale già ha posto in dubbio tale obiettivo, attesa il dimezzamento della crescita prevista per il nostro Paese) e un'eccedenza strutturale di bilancio nel 2014, che determini una riduzione del debito pubblico lordo al 113% del PIL nel 2014, nonché la prevista introduzione di una norma in materia di pareggio di bilancio nella Costituzione entro la metà del 2012; 
  • si prende atto che l'Italia attuerà le riforme strutturali proposte intese ad aumentare la competitività riducendo la burocrazia, abolendo le tariffe minime nei servizi professionali e liberalizzando ulteriormente i servizi pubblici e le imprese di pubblica utilità a livello locale;
  • si prende atto dell'impegno a riformare la legislazione del lavoro e in particolare le norme e le procedure in materia di licenziamenti e di rivedere il sistema di sussidi di disoccupazione attualmente frammentario, entro la fine del 2011, tenendo conto dei vincoli di bilancio;
  • si prende inoltre atto del piano di innalzamento dell'età pensionabile a 67 anni entro il 2026 e si raccomanda entro la fine dell'anno la definizione del processo per conseguire tale obiettivo;
  • si sostiene l'intenzione di rivedere i programmi relativi ai fondi strutturali ridefinendo le priorità dei progetti e concentrando l'attenzione su istruzione, occupazione, agenda digitale e ferrovie/reti allo scopo di migliorare le condizioni per un rafforzamento della crescita e affrontare il divario regionale.
Il punto fondamentale è che alla Commissione è attribuito l’incarico di fornire una valutazione dettagliata delle misure e di monitorarne l'attuazione, invitando le autorità italiane a fornire tempestivamente tutte le informazioni necessarie per tale valutazione. Siamo stati messi sotto tutela, insomma, un prima volta.

L’euforia con cui Berlusconi e il Centro Destra hanno accolto il via libera dell’Europa era dunque del tutto infondata ed infatti è durata ben poco. Lunedì è stata un'altra giornata da incubo con i tassi sui Btp oltre la soglia d’allarme del 6% (407 punti base in più dei Bund tedeschi), il crollo di Piazza Affari, la disoccupazione salita all’8,3% e l’inflazione ai massimi dal 2008 (+3,4%). E’ dovuto intervenire il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, con una nota nella quale ha fatto presente che “alla luce dei molteplici contatti stabiliti nel corso della giornata, considera ormai improrogabile l’assunzione di decisioni efficaci nell’ambito della lettera di impegni indirizzata dal governo alle autorità europee”. Anche dal mondo delle imprese è arrivato un diktat al Governo: misure urgenti o dimissioni! Il risultato è il maxi emendamento alla legge di stabilità per il 2012, scaturito dopo un Consiglio dei Ministri ad alta tensione, che ha visto andare in scena l’ennesimo scontro tra il Premier, che voleva un decreto legge, e il ministro Tremonti schierato, invece sulle posizioni del Capo dello Stato Napolitano contrario al decreto.

Nel fine settimana la situazione si è però ulteriormente aggravata. Venerdì si è registrato un nuovo ‘record’ per i Btp: rendimento a 6,42% e spread con i Bund tedeschi a 462 punti rappresentano i massimi storici dall’introduzione dell’euro. Il nostro Premier, intervenuto al G20 di Cannes, è stato così costretto ad accettare una seconda tutela: il Fondo Monetario Internazionale attuerà già da questo mese una sorveglianza “rigorosa” sull’attuazione delle misure per ridurre il deficit del Paese. Fonti governative hanno fornito una versione leggermente diversa: l’Italia non ha accettato una “sorveglianza” formale da parte dell’istituzione di Washington, ma si è dichiarata pronta a chiedere “consigli” o “pareri” in merito all’attuazione degli obblighi e degli impegni assunti con la zona euro per risanare le finanze pubbliche e ripristinare la fiducia degli investitori. La realtà è che il nostro Paese è stato posto sotto stretta sorveglianza da parte del Fmi che dell'Unione Europea.

Questa settimana il maxiemendamento, contenente le prime misure urgenti, sarà al vaglio del Senato. Berlusconi ha già annunciato il ricorso al voto di fiducia. Nel frattempo crescono le diserzioni nel campo della maggioranza ed è sempre più evidente che non è in grado di mettere in campo i provvedimenti necessari ad arginare la crisi e a sostenere la crescita del Paese. Perché con la ‘manutenzione’ non si può andare lontano. Urge un cambio di governo per ridare credibilità e fiducia agli italiani ed ai partners europei ed internazionali.

pubblicata il 05 novembre 2011

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