Ritorno dell'Ici già adottato dal Governo Berlusconi-Bossi, ma sotto falso nome

20 novembre 2011

iciUno dei punti del programma del nuovo Governo Monti che sta già suscitando un ampio dibattito tra le forze politiche è il possibile ritorno dell’Ici sulla prima casa. Va ricordato innanzi tutto che non c'è Paese federalista che non preveda una tassazione a favore del livello di governo locale che non abbia come base imponibile anche l'abitazione principale. Per questo ho sempre ritenuto che fosse sbagliato toglierla nel modo in cui è stato fatto: il cittadino doveva continuare a versarla al Comune di residenza per i servizi comunali e le opere pubbliche che riceve (giudicandone l’uso che ne fa il suo sindaco con il voto) per detrarla poi dall'Irpef. Allora sì che lo Stato avrebbe potuto dire di aver abbassato la pressione fiscale sui cittadini! Invece il Governo Berlusconi-Bossi non l'ha mai rimborsata integralmente ai Comuni e dal 2012  si è fatto addirittura uno corposo sconto sul suo rimborso ai comuni, pari a 2 miliardi e mezzo di euro: a tanto ammontano infatti a regime i tagli dei trasferimenti statali ai comuni sopra i 5.000 abitanti stabiliti dal decreto legge n. 78/2010. Siccome però i conti alla fine devono tornare, il Governo Berlusconi-Bossi, consapevole che così i comuni rischiano il default (perché le entrate non coprono più le uscite neppure per i virtuosi), in cambio dei tagli ha dato ai comuni il via libera all'aumento dell'addizionale Irpef, che colpisce soprattutto redditi da lavoro e pensione. Ma non basta: per far quadrare i conti dei comuni, depredati dal primo governo federalista della storia, bisognava studiare un modo per far pagare le tasse ai residenti, esonerati dall’Ici sulla prima casa, visto che con l’Imu (la nuova imposta municipale che dovrebbe partire dal 2014, sostituendo Ici e Irpef sui redditi fondiari su tutti gli immobili esclusa la prima casa) si farà un generoso sconto ai proprietari di seconde e terze case (con la cedolare secca e il dimezzamento dell’Imu se la casa è data in affitto) colpendo invece soprattutto gli immobili produttivi. Per questo il 24 ottobre, in Consiglio dei ministri, il Governo Berlusconi-Bossi aveva dato il via libera ad uno schema di decreto legislativo (correttivo di quello sul fisco municipale) che avrebbe anticipato l’Imu al 2013 e introdotto una nuova tassa comunale a carico dei residenti: la Res, ovvero l'imposta sui rifiuti e i servizi comunali, un’imposta bifronte, in parte a copertura del servizio di asporto rifiuti (sostitutiva della Tarsu o della Tia), in parte a copertura dei servizi indivisibili erogati dal Comune.
 
Se a prima vista il nuovo tributo sembra rappresentare una semplificazione normativa, in realtà rappresenta invece una vera e propria tassa comprendente anche altre quote di tassazione da versare per alcuni servizi comunali. Infatti, il calcolo della “Res” verrà articolato sulla base di due componenti: la prima riferibile al servizio di gestione dei rifiuti i cui soggetti passivi sarebbero chiunque possieda, occupi o detenga a qualsiasi titolo locali o anche aree scoperte suscettibili di produrre rifiuti, mentre la seconda riferibile al finanziamento dei servizi indivisibili comunali, ossia tutti quei costi che attualmente gli enti locali coprono mediante trasferimenti dallo Stato (sicurezza, illuminazione, gestione strade eccetera). Se per la parte relativa ai rifiuti il pagamento sarà annuale e proporzionato alla quantità e qualità media ordinaria di rifiuti prodotti per unità di superficie, in relazione agli usi e alla tipologia di attività svolte, quella relativa ai servizi indivisibili dipenderà, invece, dal valore dell’immobile occupato. Infatti, quest’ultima avrà come presupposto l'occupazione a qualsiasi titolo di immobili ad uso abitativo (classificati alle categorie catastali da A1 a A9) da parte di soggetti anagraficamente residenti nel territorio comunale e sarà determinata applicando al valore dell'immobile occupato (definito secondo le regole dell’Ici) un'aliquota definita dal consiglio comunale.

Dunque quello che è uscito dalla porta, sarebbe così rientrato dalla finestra... Vi pare serio che un Governo prenda  in giro in questo modo i cittadini, affermando che la prima casa non si tocca per poi tassarla in modo truffaldino? Non è molto più serio il discorso fatto da Monti, che peraltro si è limitato a sottolineare l'anomalia nel contesto internazionale del fatto che oggi i residenti, che sono quelli che votano il sindaco e ricevono i servizi, non pagano più quell'imposta federalista che era l'Ici sulla prima casa?

Siccome contro il possibile ritorno dell’Ici si sta già organizzando la propaganda populista della Lega, sarà bene ricordare ai nostri amici leghisti che il 24 ottobre scorso il loro ex Ministro Calderoli l'aveva già portata all’approvazione del Consiglio dei Ministri con il nuovo nome dell'imposta RES! E che la ricchezza immobiliare che Monti pensa di tassare non è certo tanto l'abitazione che i cittadini normali che pagano le tasse si sono costruita in anni di sacrifici, quanto piuttosto i patrimoni immobiliari, magari accumulati senza pagare il dovuto al fisco...
 
 
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pubblicata il 20 novembre 2011

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