Ora gli italiani meritano di capire lo scopo dei sacrifici

02 gennaio 2012

 
Pagina 14, Lettere & Opinioni
 
Non vi è dubbio che la manovra ‘Salva Italia’ – predisposta dal Governo in poco più di due settimane - è pesantissima, perché ha dovuto fare i conti non solo con l'impennata dello ‘spread’, ma anche con le entrate incerte messe a bilancio nelle precedenti manovre, e presenta pure alcune contraddizioni, visto che ha dovuto avere in parlamento il sostegno di forze politiche sino a ieri alternative. Ma ha (per ora) fermato la caduta verso il baratro, facendo recuperare al nostro Paese parte della credibilità internazionale perduta a causa del fallimento di oltre otto anni di governo Berlusconi-Bossi.

Per non perdere la fiducia degli italiani perbene, prima ancora che quella del parlamento, il nuovo Governo deve ora avviare quelle riforme indispensabili per far ripartire la crescita, riuscendo laddove hanno fallito i governi politici eletti dal popolo. Lo stesso Monti ha annunciato in questi giorni la ‘fase due’, che dovrà essere orientata verso un duplice obiettivo: il primo, quello della riforma del lavoro e degli ammortizzatori sociali, richiede un negoziato con le parti sociali. Il secondo sarà quello delle misure per lo sviluppo. I sacrifici che devono fare gli italiani ("impressionanti" secondo la definizione della Merkel) mettono però il nostro Capo del Governo nella condizione di sollecitare con maggiore fermezza misure più coraggiose, solidali ed efficaci anche da parte degli altri Paesi europei.

Ma il compito fondamentale a cui è ora atteso il Presidente del Consiglio è indicare agli italiani la prospettiva che giustifica i sacrifici loro richiesti. Come riconquistare la dignità di un grande Paese, guardando al nostro futuro con più ottimismo ed ambizione. Non contando sulla mitica arte italiana dell’arrangiarsi, ma assumendo precisi impegni e facendo seguire agli stessi dei fatti concreti. Ovvero: assicurare la legalità su tutto il territorio; sostenere chi intraprende e crea ricchezza; premiare il merito e l’eccellenza formativa; ridurre gli apparati burocratici e riqualificare la spesa pubblica; attuare un federalismo fiscale competitivo per coniugare autonomia e responsabilità nei governi locali.

“Se vuoi costruire una nave, non riunire le persone per raccogliere e portare la legna, ma risveglia prima in loro la nostalgia del mare lontano e sconfinato”, diceva Antoine de Saint-Exupery. Per motivare infatti la fiducia e l’impegno degli italiani non è sufficiente spiegare che il loro sacrificio, come ad es. pagare più tasse (raccogliere la legna), serve a risanare i conti pubblici (la nave per uscire dall’emergenza), ma bisogna mostrare loro quale è la meta dello sforzo richiesto, ovvero la ricaduta benefica che avrà quel sacrificio sulla loro vita e su quella dei loro figli: approdare insieme ad un’Italia più ricca di valori e di sentimenti, con meno disuguaglianze e più opportunità per tutti, un Paese che conservi un ruolo strategico in Europa e nel mondo, come lo ha spesso avuto nella storia, per la sua posizione geografica e  per lo spirito ed il genio delle sue genti.
 
Simonetta Rubinato
 
 
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pubblicata il 02 gennaio 2012

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