Tesoreria unica, è davvero questa la battaglia da combattere?

10 marzo 2012

tesoreriaLa reintroduzione della tesoreria unica tradizionale per il triennio 2012-2014, in termini di principio è certamente in contraddizione con l'autonomia degli enti locali. Tuttavia, l’impatto  di tale provvedimento sui conti delle amministrazioni locali appare complessivamente trascurabile, specie se confrontato con quello di altri interventi governativi contenuti nelle manovre approvate nel 2011.

Per i Comuni, come quello di Roncade, che in tesoreria hanno solo la liquidità necessaria a far fronte agli ordinari pagamenti, lo svantaggio si limiterà alla perdita di poche centinaia di euro di interessi. Per quegli enti che invece hanno in giacenza somme molto cospicue, la perdita sarà più consistente ma certamente non irrimediabile: sulle somme, che rimarranno comunque a loro disposizione in ogni momento, saranno infatti corrisposti interessi pari all'1 per cento. Del resto, va ricordato che l'obiettivo della disposizione è quello di ridurre il ricorso all'emissione di titoli di Stato per circa 8 miliardi di euro e quindi abbassare la spesa per interessi sul debito pubblico, a vantaggio dei contribuenti, veneti inclusi.

Per questo mi chiedo perché la Lega Nord, in particolare, e anche l'ANCI, che stanno promuovendo sulla tesoreria unica azioni legali contro il Governo, non investano altrettante energie per combattere le vere cause dell'attuale pesante situazione degli enti locali:
  • prima di tutto il Patto di Stabilità, che impedisce agli enti anche con consistenti disponibilità liquide di utilizzarle per erogare maggiori servizi e fare nuovi investimenti (un esempio lampante è quello della provincia di Treviso, che ha aumentato le tasse ai cittadini, mentre ha risorse ferme in cassa per 30 milioni di euro, investiti in titoli di Stato);
  • in secondo luogo, gli ulteriori tagli ai trasferimenti e il prelievo da parte dello Stato di una fetta consistente della nuova Ici (Imu), che stanno mettendo i Comuni nella situazione di dover aumentare le imposte per chiudere i bilanci.
Due sono dunque le battaglie più urgenti: la prima, che il Governo conceda un allentamento del Patto di Stabilità per pagare le imprese e fare gli investimenti necessari sul territorio. La seconda, che l'Imu sia quanto prima interamente devoluta ai Comuni e, nel frattempo, sia garantita, in questa fase, almeno l'invarianza di gettito rispetto all’anno scorso, affinché i sindaci non siano costretti ad imporre ulteriori sacrifici (come avevo già proposto in un mio emendamento al decreto Salva Italia).

Infine, visto che non si vedono ancora all'orizzonte i fabbisogni standard - nonostante tanti anni di chiacchere sul federalismo -, la terza battaglia è chiedere al Governo un piano coordinato di controlli nei Comuni, per verificare la correttezza dei bilanci e la qualità dei servizi erogati in rapporto alle risorse impiegate, per uscire dalla logica dei tagli lineari, assumendo finalmente indicatori di efficienza e produttività dell'ente locale così da mettere in campo meccanismi di premialità e di sanzione.


pubblicata il 10 marzo 2012

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