Il decreto liberalizzazioni è legge: è un primo passo per la crescita

25 marzo 2012

liberalizzazioniNella seduta di giovedì 22 marzo la Camera, senza aver potuto intervenire a modifica del provvedimento, arrivato blindato dal Senato, ha dato il via libera definitivo - con 365 voti favorevoli, 61 contrari e 6 astenuti - alla conversione del decreto-legge in materia di liberalizzazioni, su cui il governo aveva incassato il giorno precedente l'ennesima fiducia. Dall'Imu sui beni commerciali della Chiesa ai taxi, dai conti correnti gratis per i pensionati all'ampliamento delle farmacie, dalle professioni alle norme in materia di assicurazioni. Sono tante le misure contenute nel decreto che rappresenta un primo passo in avanti significativo, anche se per rimettere in moto l'economia e quindi la crescita nel nostro Paese bisogna fare ancora di più. Il pacchetto mira, infatti, a promuovere la concorrenza nei mercati dei prodotti e dei servizi, rimuovendo le barriere all'entrata esistenti. Rimane spazio per aprire ulteriormente alla concorrenza alcuni segmenti di mercato quali la distribuzione dei carburanti e le farmacie. Inoltre, le misure adottate nei settori dell'energia, dei trasporti e delle infrastrutture dovrebbero essere accompagnate da miglioramenti a infrastrutture e impianti di stoccaggio, nonché dall'eliminazione di sussidi e pratiche distorsive, in particolare nel Mezzogiorno. Sono apprezzabili gli emendamenti adottati dal Senato, che hanno reso le misure più ambiziose, in particolare per quanto riguarda le banche, i tribunali per le imprese e l'Autorità per i Trasporti; al contrario, le misure su farmacie, taxi e requisiti per i professionisti sono state rese un po' meno ambiziose. Rimane comunque fondamentale che le misure siano attuate rapidamente e integralmente.

La votazione finale è arrivata al termine della discussione e votazione sui numerosi ordini del giorno (il gran numero è dovuto proprio all'impossibilità di presentare emendamenti al decreto blindato). Tra quelli accolti, vi segnalo quello che ho presentato dopo l'allarme fattomi pervenire da un collega avvocato del Foro di Treviso, che si occupa di frodi assicurative in materia di sinistri. La questione, che è senz'altro molto tecnica e di difficile comprensione, ha in realtà concrete ricadute sui premi che paghiamo alla nostra assicurazione, come ho spiegato in Aula nell'illustrazione dell'ordine del giorno (clicca qui). E' davvero paradossale che delle norme dettate a difesa dei consumatori per accelerare gli indennizzi rischino di vanificare le attività di contrasto alle frodi assicurative, con l'effetto che le compagnie avranno così l'alibi per aumentare i premi a carico degli assicurati onesti. Si tratta dell'ordine del giorno n. 170 (clicca qui), con cui chiedo al Governo di impegnarsi, con una successiva iniziativa legislativa, a correggere quelle disposizioni dell'art. 32 del decreto che pregiudicano la sicurezza e il buon esito delle indagini in materia. A tal fine occorre cancellare l'obbligo da parte dell'assicuratore di informare l'assicurato della presentazione della querela per frode e ripristinare la regola generale secondo cui il termine di 90 giorni per la proposizione della querela per frode decorre per la compagnia dalla conoscenza del fatto-reato, mentre le nuove disposizioni lo restringono ingiustificatamente. Ottenere l'accoglimento del mio ordine del giorno non è stato facile: da un lato, i colleghi della Commissione Giustizia non si erano accorti delle incongruità e nel loro parere non ne avevano quindi tenuto conto, dall'altro i funzionari del Ministero dello Sviluppo non capivano le ricadute sull'ordinamento penale delle nuove norme da essi introdotte (e dopo aver comunque capito l'incongruenza, non potevano comunque ammettere di aver sbagliato). All'ultimo sono riuscita a convincere il sottosegretario De Vincenti, che ha accolto il mio ordine del giorno in una riformulazione da me stessa proposta.

Vi segnalo inoltre gli altri giorni del giorno scritti da altri colleghi che ho ritenuto di condividere, sottoscrivendoli in modo trasversale. Il n. 54 (clicca qui), a prima firma del collega Bratti, impegna il Governo a valutare la possibilità di adottare ulteriori iniziative normative per rivedere i rigidi criteri di esclusione dalla possibilità dell'affidamento «in house» del servizio di gestione integrata dei rifiuti, prevedendo la possibilità, al verificarsi di determinate condizioni 'virtuose' di mantenere le attuali gestioni pubbliche, che sono considerate un modello di riferimento per gli operatori e gli enti interessati per i risultati raggiunti e che assolvono anche la fondamentale funzione di contenimento delle tariffe e dei costi generali del sistema. Con una certa soddisfazione ho visto che l'ordine del giorno trae ispirazione anche da una mia precedente proposta di emendamento (clicca qui).

L'odg n. 80 (clicca qui), a prima firma del collega Pastore, relativo al patto di stabilità, impegna il Governo a rivedere le disposizioni oggi previste a carico degli enti locali, prevedendo un allentamento dei vincoli ora vigenti per i Comuni virtuosi e riprendendo altresì la riforma federalista attualmente sospesa.

Con l'odg n. 123 (clicca qui), a prima firma dell'on. Fogliato, si impegna il Governo a valutare con urgenza la possibilità di escludere dall'imposizione dell'imposta municipale unica le abitazioni e i fabbricati rurali e a ripristinare le attuali agevolazioni a favore dei terreni agricoli al fine di non danneggiare ulteriormente un settore già in forte crisi ed essenziale alla ripresa economica nazionale.

Sempre in tema di agricoltura, l'odg n. 124 (clicca qui) del collega Ranieri, impegna il Governo a valutare, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, la possibilità di evitare ulteriori aumenti del gasolio per impieghi agricoli e a stabilire la riduzione dell'accisa prevista al fine di minimizzarne l'impatto sui costi di produzione e contribuire ad aumentare la produttività di un comparto che rappresenta un settore di estrema importanza per il nostro Paese, leader mondiale di prodotti alimentari di eccellenza e di qualità.

Infine l'odg n. 161 (clicca qui), a prima firma dell'on. Mantovano, impegna il Governo a garantire il riposo domenicale, a prevedere la volontarietà del lavoro domenicale, e a non far derivare effetti pregiudizievoli per il lavoratore che scelga di non prestare la sua opera di domenica. Su quest'ultimo, peraltro, segnalo che il Pd si è astenuto.

 

LEGGI L'ARTICOLO "SI' FINALE ALLE LIBERALIZZAZIONI. IL GOVERNO AL LAVORO SUL FISCO" - CORRIERE DELLA SERA,  23 MARZO 2012 »


pubblicata il 25 marzo 2012

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