La storia del gruppo Natuzzi: un esempio per la politica ed il Paese

28 marzo 2012

natuzziMartedì 27 marzo, nel corso dell'indagine conoscitiva in Commissione Bilancio nell'ambito dell'esame dell'analisi annuale della crescita per il 2012, si è tenuta l'audizione di Pasquale Natuzzi, presidente e amministratore delegato del Gruppo Natuzzi. La storia di questa azienda è la testimonianza delle enormi potenzialità dell'Italia, anche nel sud, molto spesso poco conosciute e costrette a fare i conti quotidianamente con i ritardi del sistema Paese.

ll Gruppo Natuzzi, creato a Taranto nel 1959, disegna, progetta e vende divani, poltrone, mobili e complementi d'arredo per uso residenziale. Con un fatturato pari a 518,6 milioni di euro, realizzato nel 2010, il Gruppo Natuzzi è la più grande azienda italiana nel settore dell'arredamento ed è il leader mondiale nel segmento dei divani in pelle. La holding Natuzzi S.pA. è l'unica azienda non americana del settore 'arredamento' quotata a Wall Street sin dal 1993. Il Gruppo Natuzzi esporta il 90% della produzione in 123 mercati e detiene le maggiori quote di mercato in Europa con il 61 % e in America con il 35%. I prodotti del gruppo vengono realizzati in 11 stabilimenti integrati verticalmente, in Italia e  all'estero (Cina, Brasile, Romania). Questa integrazione verticale ha consentito di ottenere efficienze e di conseguire livelli qualitativi ottimali. La produzione italiana viene realizzata dalle mani di esperti artigiani. Un know-how che il Gruppo Natuzzi custodisce e trasmette ai 6.800 collaboratori attraverso attività di formazione.

Ma Pasquale Natuzzi ha anche lanciato un accorato allarme per la situazione di crisi che stiamo vivendo da anni e l'insostenibilità di continuare a produrre in Italia per cercare di salvare i livelli occupazionali, coprendo le perdite italiane con i profitti derivanti dalle aziende delocalizzate. A rendere drammatica la situazione secondo l'imprenditore pugliese è soprattutto la concorrenza sleale del lavoro nero e dell'illegalità diffuse, a cui vanno aggiunte "le negatività rivenienti da un mercato del lavoro regolato da leggi obsolete, rigide e spesso totalmente inadeguate a un mercato che corre, che è globale, e che non consente neppure minime pause di riflessione. Voglio citare - ha detto - un significativo episodio di garantismo oltre ogni limite che ha riguardato proprio Natuzzi: un giorno è pervenuta in azienda una segnalazione della Guardia di Finanza che segnalava di aver accertato la presenza al lavoro in un'azienda che fabbrica divani (quindi concorrente) di due dipendenti Natuzzi in Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria. Abbiamo dovuto procedere a un licenziamento per giusta causa, sia perché di fronte ad una segnalazione della GdF, e sia perché di fronte ad un palese esempio di concorrenza sleale. Ma pur di fronte a tali evidenze, il Giudice ha deciso il loro reintegro in azienda dichiarando illegittimo il provvedimento adottato". E ha concluso con un appello: "Va fatta un'azione coesa e coordinata fra tutte le forze sociali e imprenditoriali, in collaborazione con le Forze dell'Ordine e gli Organi di Controllo, e con una chiara denuncia dei rappresentanti dei lavoratori che, unitamente a noi, questa volta son chiamati a denunciare l'illegalità in difesa delle aziende etiche, e che hanno fatto della Responsabilità Sociale una bandiera. Il vostro compito, egregi Parlamentari, dovrà essere quello di perseguire tali fenomeni per la dignità d'interi territori devastati dalla crisi e dal sommerso, con leggi appropriate, che noi stessi ci sforzeremo di suggerire e promuovere. Se il manifatturiero italiano non può più competere con la manodopera dei paesi emergenti, non possiamo però permettere che muoia con esso anche il Made in Italy, ultimo baluardo di un'economia nazionale che tanto ha dato e che tanto può ancora dare a questa nazione, purché davvero lo si voglia". E ad un parlamentare della Lega Nord che, dopo avergli espresso le sua ammirazione, gli chiedeva dei suggerimenti, Pasquale Natuzzi, ha risposto lapidario: "Vi prego di lasciar lavorare questo Governo per il bene del Paese".
 
 
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pubblicata il 28 marzo 2012

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