Alla Ditec veglia per il mondo del lavoro con il Patriarca di Venezia

12 maggio 2012

veglia_ditecLa sera di giovedì 10 maggio ho partecipato anch'io alla veglia diocesana di preghiera per il mondo del lavoro che si è tenuta alla presenza del Patriarca mons. Francesco Moraglia sul piazzale esterno dello stabilimento Ditec di Quarto d'Altino, una delle molte realtà imprenditoriali che sono oggi alle prese con la prospettiva di "delocalizzazione" della produzione e dei conseguenti "esuberi". Come ha spiegato don Marco De Rossi, vicedirettore della Pastorale sociale e del lavoro del Patriarcato di Venezia, che ha promosso e organizzato l'iniziativa, "senza entrare nel merito della vertenza aziendale in corso in questo momento e in accordo con la dirigenza locale della fabbrica, abbiamo deciso di realizzare la veglia proprio nell'area aziendale della Ditec, come segno concreto di solidarietà e vicinanza a chi sta vivendo un momento di grande sofferenza e incertezza. Ma non vogliamo dimenticare tutte le altre realtà (e non sono poche) del territorio veneziano che stanno vivendo uno stato di crisi e di difficoltà. Non vogliamo dimenticare nessuno in questo che sarà, essenzialmente e come nel passato, un momento di preghiera per tutto il mondo del lavoro. Anche per coloro che sono morti durante e a causa del lavoro".

Dopo la proclamazione di un brano del Vangelo (la parabola del Buon Samaritano), l'intervento-meditazione del Patriarca: ''La percezione di sentirsi soli, uniti a qualche bolletta di troppo sta innescando una miscela esplosiva e non bisogna sottovalutare il senso dell'emulazione: la crisi sta diventando la goccia che fa traboccare un bicchiere gia' colmo e riguarda imprenditori, dipendenti, disoccupati, in quello che sembra ormai un bollettino di guerra''. Il suicidio, per Moraglia, e' un ''messaggio estremo inaccettabile'', mentre occorre piu' solidarieta' per chi vive in condizioni destabilizzanti.
''Servono nuovi modelli economici e di solidarietà, nazionali ed internazionali, che mettano l'uomo al centro. Non sempre cio' che e' buono per l'impresa e' buono per la societa', ma quello che e' buono per la societa' e' sempre buono per l'impresa''. In questo passaggio del Patriarca ho ritrovato lo spirito che ha ispirato il viaggio mio e del Sindaco di Quarto d'Altino a Stoccolma per partecipare all'Assemblea degli azionisti di Assa Abloy e il conforto per la battaglia che stiamo portando avanti come modello per vertenze simili a quelle della Ditec. ''La precarieta' crescente - ha sottolineato ancora Moraglia - porta a un senso di ingiustizia e questa a sua volta, puo' innescare un conflitto sociale con tutto cio' che potrebbe comportare: serve una concertazione da cui nasca una nuova classe imprenditoriale, politica e di studiosi dell'economia che abbracci il capitalismo sociale. Si puo' generare valore e profitto mettendo al centro l'uomo, e in questo tutti devono dare il proprio contributo''.

Toccante la testimonianza di due operai della Ditec, Sabrina di 36 anni ed il marito di 34, che si sono conosciuti in questa ditta, si sono innamorati e adesso rischiano il posto di lavoro.

''Oltre a questi cancelli c'e' la disperazione - ha detto Sabrina -. Quando ci hanno detto come stavano le cose, per due mesi non riuscivo ad essere serena, a fare le faccende di casa, la rabbia si alternava alla paura per la perdita di un lavoro che sembrava certo. Oggi sto cercando di convertire la paura in speranza di un futuro migliore''. ''La nostra preghiera - li ha confortati il patriarca - e' una richiesta di giustizia per tante famiglie, siamo qui per trovare strade comuni e condivise, non per accusare''.

Durante la veglia e' stato osservato, da parte dei 400 presenti, un minuto di silenzio per tutte le vittime della crisi e i morti sul lavoro.

 

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pubblicata il 12 maggio 2012

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