Lotta alla corruzione: tre voti di fiducia per approvare le nuove norme

16 giugno 2012

corruzioneL'aula della Camera, nella seduta di giovedì scorso, ha dato il via libera al disegno di legge anticorruzione con 354 sì, 25 no e 102 astenuti. Questi i numeri del voto finale, preceduto da tre voti di fiducia chiesti dal Ministro Severino sugli articoli più rilevanti e sensibili.

Fra le misure principali, in parte di prevenzione, in parte di contrasto, la disciplina per l'incandidabilità dei condannati, i nuovi reati di concussione e di traffico di influenze, il tetto massimo per il fuori ruolo dei magistrati. Ma anche il codice etico per gli statali, cui è fatto divieto tra l'altro di ricevere regali; la tutela del dipendente che denuncia l'illecito del collega o del superiore; le norme che limitano gli arbitrati ai magistrati e la partecipazione agli appalti della Pa.

Con l'articolo 10 del disegno di legge in particolare si delega il governo ad adottare, entro un anno dalla data di entrata in vigore della legge, "un decreto legislativo recante un testo unico della normativa in materia di incandidabilità alla carica di membro del Parlamento europeo, di deputato e di senatore della Repubblica, di incandidabilità alle elezioni regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali e di divieto di ricoprire le cariche di presidente e di componente del consiglio di amministrazione dei consorzi, di presidente e di componente dei consigli e delle giunte delle unioni di comuni, di consigliere di amministrazione e di presidente delle aziende locali e delle istituzioni". Oggetto della delega è la previsione che non siano temporaneamente candidabili a deputati o senatori coloro che abbiano riportato pene definitive superiori a due anni di reclusione, anche per delitti contro la P.A (peculato, concussione, corruzione, abuso d'ufficio) e per altri delitti per i quali la legge prevede una pena detentiva superiore a tre anni. L'incandidabilità vale anche in caso di patteggiamento della pena. La stampa ha dedicato ampio spazio alla denuncia che la data dell'entrata in vigore di queste nuove norme ci sarà solo per le elezioni politiche del 2018. I ministri Severino e Patroni Griffi hanno tuttavia garantito che il Governo vuole emanare il decreto legislativo attuativo prima delle elezioni politiche del 2013. Il Pd ha presentato un emendamento per ridurre l'anno a sei mesi che purtroppo non si è votato: se si è arrivati alla fiducia sul testo uscito dalla Commissione deve essere chiaro che la responsabilità è di altre forze politiche. Quello che conta sarebbe che il disegno di legge venisse votato rapidamente dal Senato. Il presidente Fini ha tuttavia dichiarato di temere che non sia approvato prima della fine della legislatura. Sarebbe una vergogna: Fini chieda al Presidente del Senato di impegnarsi congiuntamente e pubblicamente affinchè il Senato approvi rapidamente il provvedimento. Un esito diverso non sarebbe tollerabile né per l'opinione pubblica, né per chi cerca di rappresentare onestamente e con serietà i cittadini in parlamento. E giornalisti e opinione pubblica verifichino quali forze politiche nell'altro ramo del Parlamento lavoreranno per rallentare o impedire la sua approvazione definitiva. E in ogni caso i segretari di ogni partito si impegnino da subito ad applicare comunque questa norma nel fare le liste per le elezioni politiche del 2013.

L'articolo 13 definisce poi il nuovo reato di 'induzione', frutto dello spacchettamento della concussione. Con esso si introduce anche il reato di 'traffico illecito di influenze' (fortemente contestato dal Pdl) e quello della corruzione per l'esercizio della funzione. Con il nuovo articolo 319 quater si prevede che, salvo che il fatto costituisca più grave reato, il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che, abusando della sua qualità o dei suoi poteri, induce taluno a dare o promettere indebitamente, a lui o a un terzo, denaro o altra utilità è punito con la reclusione da tre a otto anni. Quanto al traffico di influenze illecite, si prevede che chiunque, fuori dai casi di concorso in altri reati, "sfruttando relazioni esistenti con un pubblico ufficiale o con un incaricato di pubblico servizio, indebitamente fa dare o promettere, a sè o ad altri, denaro o altro vantaggio patrimoniale, come prezzo della propria mediazione illecita, ovvero per remunerare il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio, è punito con la reclusione da uno a tre anni". Stessa pena per chi dà o promette denaro o altro vantaggio patrimoniale. La pena aumenta se chi indebitamente fa dare o promettere denaro o altro vantaggio patrimoniale riveste la qualifica di pubblico ufficiale o di incaricato di pubblico servizio. Le pene vengono ancora aumentate se i fatti sono commessi in relazione all'esercizio di attività giudiziarie.

Il capogruppo del Pdl al Senato ha sostenuto sulla stampa che il disegno di legge contiene una norma salva-Penati, riferendosi alla nuova fattispecie di ‘induzione indebita a dare o promettere utilità', perché nel testo approvato alla Camera attraverso la fiducia è prevista la pena della reclusione da tre a otto anni. Per cui, ove i magistrati che hanno in carico il procedimento contro Penati non riuscissero a dimostrare la corruzione, dovrebbero rifarsi a questa fattispecie che dunque risulterebbe già prescritta. Poiché sono perfettamente d'accordo con Gasparri sul fatto che non deve passare neppure l'ipotesi di una norma salva-Penati o pro-corruttori, gli do un consiglio: se vuole risolvere il problema basta che si voti l'emendamento già presentato alla Camera dal Pd per portare la reclusione per l'induzione indebita da 4 a 10 anni, così si scongiura ogni ipotesi di prescrizione anche nel caso di Penati.

Per un commento finale, faccio mio l'intervento di Luigi Guiso sul Sole 24 Ore del 15 giugno scorso (clicca qui): "Ma cosa deve accadere in questo paese più di quello che quotidianamente si legge sui giornali perché si reagisca con piena convinzione e tempestività al dilagare della corruzione se non con l'ambizione di mettere fine al fenomeno almeno con quella di segnalare la volontà di fare qualcosa?". Il tentennamento mostrato dal Parlamento è riprovevole: per responsabilità del Pdl e della Lega Nord si è persa un'occasione  per dare un segnale chiaro agli italiani di cambiamento e di ritrovata etica pubblica.


pubblicata il 16 giugno 2012

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