Dismissioni di parti del patrimonio pubblico, attendiamo l'attuazione dell'impegno del Governo

23 giugno 2012

patrimonioGiovedì scorso il Governo ha risposto all'interpellanza urgente presentata assieme al collega Gianluca Benamati (clicca qui) in cui sollecitiamo un'azione di vendita di parte del patrimonio immobiliare e azionario dello Stato, mediante una procedura che ne salvaguardi il valore di mercato, in modo da produrre sul breve-medio periodo una riduzione del rapporto debito-Pil e liberare risorse da destinare a politiche di investimento e di crescita. Per ottenere risultati significativi, aiutare la crescita e contenere il carico fiscale,  lo sforzo per il pareggio di bilancio e la ‘spending review'  vanno infatti accompagnati da un'azione di riduzione del debito per ottenere un immediato risparmio anche sulla spesa annuale per interessi. Nella nostra interpellanza abbiamo chiesto al Governo di prendere in considerazione anche la realizzazione di un ‘Fondo patrimoniale' in cui far confluire, oltre alle proprietà immobiliari, anche le azioni di imprese pubbliche possedute dal Tesoro, quotate e non, per la parte eccedente il loro controllo. Tale Fondo, mediante l'assorbimento di titoli di debito pubblico, potrebbe portare ad un abbattimento consistente del rapporto debito/PIL nel giro di due-tre anni, svolgendo anche una funzione economicamente propulsiva.  Lo scopo rimane quello di una riduzione del debito pubblico, che possa concorrere alla stabilizzazione della finanza pubblica e allo stesso tempo liberare più rapidamente risorse a favore dei cittadini e delle imprese.

Nella risposta il sottosegretario Polillo ha concordato con la ricostruzione da noi fatta e soprattutto sull'esigenza di evitare qualsiasi ulteriore manovra, perché quelle che abbiamo già realizzato, non soltanto in quest'ultimo anno, ma anche negli anni precedenti, "sono state di una intensità straordinaria": dai dati della Banca d'Italia in tre anni l'Italia farà una manovra di circa 5 punti di PIL. "In altri Paesi - ha ricordato Polillo -, come per esempio l'Olanda, quando si trattava soltanto di fare una manovra di 1,6 punti di PIL, la risposta è stata le elezioni anticipate. Questo ci dice quale è la grande capacità di sopportazione degli italiani rispetto a standard di carattere internazionale".

Quindi ha affermato che si deve assolutamente evitare un altro aumento dell'IVA e che interventi straordinari ulteriori sulla riduzione del debito possono essere effettuati soltanto con operazioni di carattere patrimoniale. Il Governo ha già predisposto un decreto-legge, "la cui finalità è quella di procedere a una razionalizzazione e a un riassetto delle partecipazioni detenute dallo Stato attraverso un'integrazione, sotto il punto di vista industriale, delle attività attualmente svolte dalla Cassa depositi e prestiti Spa nel campo della gestione delle partecipazioni e della valorizzazione immobiliare, nonché dell'intervento finanziario nel settore dell'export e dell'internazionalizzazione delle imprese con quelle svolte nei medesimi settori dalle società partecipate dallo Stato, Fintecna, Sace e Simest. L'operazione si inquadra nell'ambito di una più ampia azione di razionalizzazione degli enti e delle società partecipate detenute dallo Stato, al fine di aumentarne l'efficacia gestionale e, ove necessario, l'efficienza. (...) Con questa operazione si avrebbe un effetto positivo sul debito pubblico e si doterebbe la Cassa depositi e prestiti di un patrimonio maggiore, che le consentirebbe di aumentare la sua capacità di raccolta sul mercato per un'eventuale operazione di abbattimento dello stock del debito. Con più capitale, la Cassa depositi e prestiti potrebbe fare più emissioni con cui finanziare acquisti di patrimonio pubblico tramite i suoi fondi immobiliari già costituiti o di nuova costituzione. Il piano di dismissione è vasto: nel mirino ci sono gli immobili pubblici e le società controllate da regioni ed enti locali". Il Sottosegretario ha osservato che le norme per cedere alcune tipologie di asset già esistono ma occorre che il Parlamento avvii una riflessione per accelerare procedure che, sulla base dell'attuale legislazione, sembrano un po' farraginose e molto complesse da mettere in moto: "oggi - ha affermato - viviamo una profonda contraddizione tra la lentezza con cui dobbiamo muoverci tra leggi, regolamenti e strutture amministrative e la velocità invece dei mercati internazionali. Se non cerchiamo di diminuire queste distanze, c'è il rischio che tutte le soluzioni che definiremo serviranno a ben poco perché, nel frattempo, la situazione sarà precipitata".

 

mimetype LEGGI LA RISPOSTA DEL GOVERNO ALL'INTERPELLANZA E LA REPLICA DELL'ON. BENAMATI


pubblicata il 23 giugno 2012

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