I miei emendamenti al decreto sviluppo: a favore dei giovani praticanti, per istituire l'ecoprestito e per riqualificare gli alloggi sociali

14 luglio 2012

decreto_sviluppoIl decreto legge n. 83/2012 c.d. per lo Sviluppo ha iniziato il suo iter con l’esame delle Commissioni Finanze e Attività produttive. Ho presentato allo stesso tre emendamenti, pur non potendo partecipare direttamente ai lavori, visto che non è stato assegnato alla Commissione Bilancio.

Con il primo emendamento (clicca qui) intendevo chiarire la portata della norma introdotta dal decreto Cresci-Italia che ha ridotto il periodo di praticantato a 18 mesi per i giovani che aspirano alla professione, ad es. di avvocato e di commercialista. Un parere reso dall’Ufficio Legislativo del Ministero della Giustizia il 14 maggio scorso aveva infatti escluso l’effetto retroattivo della stessa ai giovani che avevano già cominciato il praticantato prima della sua entrata in vigore: una interpretazione restrittiva della norma di dubbia costituzionalità sotto il profilo della disparità di trattamento, perché praticanti iscritti dopo il 24 gennaio 2012 – data di entrata in vigore del decreto - riuscirebbero a sostenere l'esame di avvocato con un anno di anticipo rispetto a chi invece si è iscritto, anche solo di pochi giorni, prima di tale data, provocando quindi una discriminazione per l'acquisizione del titolo e conseguentemente per l'entrata nel mondo del lavoro.
Su questo avevo presentato una specifica interrogazione agli inizi del mese scorso, visto che la volontà del Governo e del Parlamento con il Cresci Italia è stata quella di favorire l’accesso dei giovani al mondo del lavoro: è paradossale che, per un’interpretazione formalistica restrittiva, l’art. 9 del decreto legge sulle liberalizzazioni penalizzi ingiustamente i praticanti iscritti all’albo prima del 24 gennaio 2012, come hanno segnalato anche  molti ordini professionali, in primis gli avvocati e i commercialisti.
Il 4 luglio scorso è uscita quindi una circolare del Ministero della Giustizia interpretativa dell’art. 9 comma 6 sulla durata del tirocinio previsto per l’accesso alle professioni regolamentate (clicca qui), che va nella direzione da noi auspicata, capovolgendo il  precedente parere, ma per evitare contrasti interpretativi e le resistenze degli ordini professionali nel recepimento della direttiva, una norma di legge farebbe chiarezza definitiva. Di qui la presentazione comunque dell'emendamento,  anche su richiesta di alcuni giovani praticanti.
Purtroppo la Presidenza delle Commissioni ha dichiarato inammissibile il ricorso in modo del tutto arbitrario, come ho illustrato nel ricorso che ho tempestivamente presentato per ottenerne la riammissione (clicca qui), ma è prevalso lo spirito di eliminare più emendamenti possibile, sostenendo l’estraneità del mio emendamento alla materia  oggetto del decreto legge n. 83. Pensare che l’art. 5 di quest’ultimo modifica il medesimo art. 9 del Cresci Italia che disciplina le professioni, oggetto del mio emendamento!

Ho poi presentato un emendamento per la costituzione di un Fondo per l’erogazione di anticipazioni per il finanziamento degli interventi di recupero e di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio previsti dal decreto (sull’esempio del c.d. ‘ecoprestito’ che tanto successo ha avuto in Francia) (clicca qui). In sostanza l’idea che sta alla base dell’emendamento è che la maggior parte del più vetusto patrimonio edilizio italiano sta nelle mani di soggetti che, complice anche la crisi, spesso non hanno le risorse sufficienti da anticipare per effettuare gli interventi di ristrutturazione e riqualificazione energetica per poi accedere ai benefici fiscali. Il Fondo, di natura rotativa, costituito presso la Cassa Depositi e Prestiti con una dotazione di 200 milioni di euro, fungerebbe così da anticipatore del finanziamento sino a un massimo di 30.000 euro per l’abitazione principale, che sarà poi restituito in un periodo massimo di dieci anni dal beneficiario. A carico dello Stato sarebbe posta la spesa per interessi, al tasso di partecipazione alle operazioni di partecipazione alle operazioni di rifinanziamento principali determinato dalla BCE.

Con un terzo emendamento (clicca qui) ho infine chiesto di estendere i benefici fiscali per le spese di ristrutturazione e riqualificazione energetica degli edifici anche agli alloggi di edilizia residenziale pubblica. Ciò consentirebbe di valorizzare il patrimonio immobiliare pubblico delle Ater, evitando così la indiscriminata svendita degli alloggi sociali a cui stiamo assistendo anche in Veneto, mentre aumenta l’emergenza abitativa sia di chi è sfrattato, sia di chi viene espropriato della prima casa perché non riesce più a pagare il mutuo a causa della crisi economica ed occupazionale.

La copertura che ho previsto per questi interventi ha il carattere dell’equità sociale, in quanto sarebbe garantita dall’esclusione delle abitazioni di lusso dai predetti benefici fiscali, cui invece oggi possono accedere.

pubblicata il 14 luglio 2012

ritorna
 
  Invia ad un amico