Indennità degli eletti: i cittadini chiedono equità e trasparenza

23 luglio 2012

parlamentoLa mobilitazione di tanti cittadini che in queste settimane stanno recandosi presso le segreterie dei Comuni per la firma di una proposta di referendum che mira a ridurre le indennità parlamentari è un ulteriore sintomo della profonda sfiducia dei cittadini verso la cattiva politica. Vi sono seri dubbi sulla validità di questa campagna referendaria, sia perchè, per quanto stabilisce la legge n. 352 del 1970, le firme raccolte rischiano di essere nulle ed inutilizzabili in quanto raccolte nell'anno precedente le elezioni politiche (come ha spiegato lo stesso Movimento 5 Stelle, nel blog del consigliere comunale di Torino Vittorio Bertola), sia per i soggetti promotori (come risulta dal comunicato stampa del collega di Fli Daniele Galli).

Ciò nonostante, questa mobilitazione è un ulteriore segnale che deve indurre le forze politiche, e fra queste il Partito democratico, ad una completa riforma del trattamento economico degli eletti (parlamentari, europarlamentari e consiglieri regionali) ispirata alla massima trasparenza, fissando in modo chiaro un'equa indennità, stabilendo che le Camere rimborsino le sole spese documentabili, compresi i collaboratori, eliminando i residui privilegi di cui qualcuno ancora approfitta. E' un'istanza che da tempo ho dichiarato di condividere e che va nel senso di quanto già previsto dal progetto di legge, oggetto di una recente petizione popolare alla quale ho aderito anch'io, con cui si prevede di adeguare le indennità dei parlamentari italiani alla media europea (per maggiori informazioni visita http://www.leggentrp.it/)


pubblicata il 23 luglio 2012

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