Spending review: il Governo accoglie il mio odg sul tetto ai superstipendi nelle PA

08 agosto 2012

spendingEstensione del tetto massimo a ogni compenso che sia a carico della finanza pubblica: il Governo ha accolto martedì in aula alla Camera il mio ordine del giorno al decreto sulla Spending review (clicca qui) con cui chiedo all'esecutivo l'impegno di rafforzare le disposizioni che prevedono che i trattamenti economici di dipendenti e consulenti dello Stato non possano superare quello spettante al Primo Presidente della Corte di Cassazione, pari nel 2011 a euro 293.658 lordi, estendendolo a tutti i compensi che siano a carico delle finanze pubbliche. E' una proposta di equità e insieme di rigore, doverosa nei confronti dei cittadini chiamati a farsi carico di pesanti sacrifici per risanare la finanza pubblica. Più precisamente, come ho spiegato in Aula durante l'intervento per chiedere che la proposta fosse messa in votazione (clicca qui), va nella direzione di chiedere una maggiore e più stringente applicazione dell'articolo 23-ter che abbiamo votato nella manovra «Salva Italia» del dicembre scorso in materia di tetto alle retribuzioni dei dipendenti e consulenti dello Stato: mettendo in un atto avente forza di legge il tetto stabilito a marzo scorso solo da un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri; estendendo il tetto non solo a coloro che hanno un rapporto di lavoro dipendente o autonomo con le amministrazioni statali, ma a tutti coloro che sono a carico delle finanze pubbliche; stabilendo chiaramente che questo limite valga effettivamente come tetto per quelli hanno retribuzioni superiori, affinché siano ridotte, e non invece per aumentare le retribuzioni che sono inferiori al limite della retribuzione spettante al primo presidente della Corte di Cassazione, pari, nel 2011, a circa 292 mila euro.

Secondo l'ideale socratico ripreso da Einaudi il rapporto tra reddito minimo e massimo socialmente tollerabile sarebbe di cinque volte: per i deputati semplici la riduzione di circa il 30% dell'indennità e della diaria (tra tagli da un lato e introduzione del contributo di solidarietà pari al 20%, che si somma all'aliquota fiscale massima del 45%) si tratta di un obiettivo raggiunto. Manca ancora molto da fare invece per i compensi dei grandi commis di Stato, i manager pubblici, i dirigenti apicali e presidenti di enti e amministrazioni pubbliche. Molti amici sulla rete mi hanno scritto che occorre tagliare ancora molto di più: so bene che in questo momento per avere consenso occorre spararle più grosse, magari per farsi bocciare le proposte. Vi segnalo che Hollande (molto acclamato sulla rete) per i dirigenti delle imprese pubbliche ha fissato il tetto di 450.000 euro. Comunque anche se tutto è perfettibile, forse oggi abbiamo bisogno però di fatti concreti più che di proclami demagogici... La mia è una proposta ragionevole che si può realizzare e mette così alla prova governo e partiti: il primo mi aveva anticipato il parere contrario sull'ordine del giorno e il capogruppo d'Aula del Pd mi aveva comunicato di ritirarlo perché in caso contrario il gruppo del Pd l'avrebbe bocciato  per non votare contro il parere del governo. Io, sapendo che non era per nulla populista e pensando alle persone che devo rappresentare in Parlamento, ho deciso di non ritirarlo e ho chiesto il voto dell'Aula sullo stesso, forzando così sia Governo sia i Gruppi ad accoglierlo. Infine va considerato che almeno questi compensi non sfuggono al fisco e pagano da sempre le aliquote massime, cosa che in questi ultimi anni non è disprezzabile, visti i condoni fiscali cui abbiamo assistito. Io comunque continuerò a provarci, perchè considero quello socratico un principio sacrosanto...

La proposta contenuta nel mio ordine del giorno ha trovato ampia eco anche sulla stampa nazionale, in particolare sui quotidiani economici Il sole 24 ore (clicca qui) e Italia Oggi (clicca qui).

pubblicata il 08 agosto 2012

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