Mercoledì 10 ottobre scorso l'Agenzia
9Colonne (clicca qui) ha ripreso le
mie dichiarazioni del giorno prima sulla necessità che il Partito Democratico,
se vuole essere credibile come forza di governo agli occhi di tanti elettori
indecisi (quasi il 30% secondo gli ultimi sondaggi a netto di coloro che
dichiarano di volersi astenere), definisca con chiarezza e serietà i punti
concreti del programma con cui ci candidiamo a guidare il Paese, dimostrandone
anche la sostenibilità finanziaria, e solo dopo il programma di governo la costruzione
della coalizione. Mentre l'assemblea nazionale del Pd ha votato all'unanimità
il mandato a Bersani per l'intesa con Sel, con cui definire poi il programma,
dando per scontato che una tale coalizione di governo possa credibilmente
continuare la strategia europea perseguita da Mario Monti, quando Vendola, che
dovrebbe essere il nostro principale alleato, ogni giorno afferma il contrario.
Lo stesso giorno il quotidiano Europa pubblicava sulla stessa linea un intervento del senatore Enrico Morando (clicca qui), che spiega benissimo le ragioni per cui l'asse con Sel è un grave errore politico per il Pd: "mentre il Pdl crolla sotto il peso del suo fallimento e milioni di suoi elettori, rimasti orfani, volgono lo sguardo altrove, alla ricerca di una proposta politica credibile, il Pd si autoconfina nel recinto della sinistra tradizionale, rafforzando l'asse con Sel" (clicca qui).
Sono stati gli elettori nel 2008 a lasciare la sinistra tradizionale fuori dal Parlamento, dopo la negativa esperienza dell'Unione: ora sembra che il Pd si prefigga di riportarci un partito come Sel, che non supera al momento il 5-6% dei consensi, mentre i cittadini indecisi cui dovremmo rivolgerci sono ben il 30% dell'elettorato.