Pagamento debiti PA: occorre fare presto, le imprese non possono più attendere

06 aprile 2013

debitiMartedì 2 aprile scorso nella seduta d’aula della Camera abbiamo finalmente approvato all’unanimità la Risoluzione sulla relazione del Governo di aggiornamento dei saldi di finanza pubblica, passaggio indispensabile per poter varare il decreto che darà il via libera al pagamento alle imprese di 40 miliardi di debiti delle Pubbliche amministrazioni. E' una delle battaglie che ho condotto con più ostinazione nella precedente legislatura. Mi rammarico che ci sia voluto così tanto tempo per arrivare ad una soluzione, tra l'altro parziale.
 
Per questo mentre ascoltavo in Aula gli interventi programmati dei Colleghi ho pensato alle imprese fallite, agli imprenditori suicidi, al lutto delle loro famiglie e ai posti di lavoro che si sono persi. Nessuno ha chiesto scusa, nessuno si è preso alcuna responsabilità. Anche se non sono stata al governo, anche se non ho avuto ruoli di dirigenza negli organi parlamentari, anche se come sindaco ho sforato il Patto di Stabilità nel 2009 per pagare le imprese e lo scorso 31 dicembre il mio Comune aveva pagato tutte le fatture scadute, mi sono sentita di chiedere scusa io come semplice deputata, almeno con un messaggio su Facebook.
 
Ho trovato peraltro esagerato sia l’entusiasmo generale, anche di molti colleghi, che è seguito subito dopo il voto unanime della Camera e del Senato, sia le successive pesanti critiche, mosse soprattutto da chi ha governato negli anni scorsi, per la decisione del Consiglio dei ministri di rinviare l’approvazione del decreto legge per degli approfondimenti tecnici, tanto più se si considera che si tratta di somme a debito che risalgono a ben più di un anno fa. Anche perché molto spesso chi ricorda oggi la ‘pagliuzza’ al Governo Monti è chi ha una ‘trave’ nel suo occhio…
 
In ogni caso sabato 6 aprile il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legge che dà il via al pagamento immediato dei debiti commerciali scaduti delle pubbliche amministrazioni verso imprese, cooperative e professionisti per un importo di 40 miliardi, che verranno erogati nell’arco dei prossimi dodici mesi, anche attraverso un allentamento del Patto di Stabilità nel 2013 e con l’allargamento della possibilità di compensare crediti e debiti fiscali con la PA. Clicca qui per conoscere più in dettaglio le misure attraverso il comunicato stampa diramato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Attendiamo comunque di leggere il testo del decreto che sarà pubblicato lunedì sulla Gazzetta Ufficiale per verificare il merito del provvedimento, perché alcune delle misure sembrano essere più favorevoli proprio nei confronti degli enti che si sono dimostrati meno virtuosi in questi anni. Mi taccio poi sull’obbligo di ricognizione completa da parte delle Pubbliche Amministrazioni dei debiti scaduti al 31/12/2012 (e che non saranno pagati ora, ma nei tempi assegnati dalla prossima legge di Stabilità per il 2014), una misura sulla quale ho presentato invano ripetuti emendamenti nella scorsa legislatura Fa una certa rabbia sapere che si poteva fare ben prima di adesso.
 
Cliccando sui link di seguito trovi anche il testo della Risoluzione di maggioranza approvata all’unanimità (clicca qui) e il dossier predisposto dal Servizio Studi del Senato sull’argomento (clicca qui).
 
Per quanto riguarda la nuova TARES (il tributo per rifiuti e servizi indivisibili), il medesimo decreto legge dà ai Comuni la facoltà di intervenire sul numero delle rate e sulla scadenza delle stesse come previsto dal “Salva Italia” (DL 201/2011), stabilendo che la deliberazione sia adottata e pubblicata dal Comune almeno trenta giorni prima della data di versamento. Viene altresì rinviato all’ultima rata relativa al 2013 (al prossimo dicembre) il pagamento della maggiorazione di 0,30 euro per metro quadro già prevista dal Salva Italia. L'Anci si è dichiarata soddisfatta dell'accoglimento delle proprie proposte. Francamente non lo capisco: sulla Tares rimane la fregatura sia per i comuni che per i cittadini e le imprese. Questi ultimi invece di pagare la maggiorazione a giugno la pagheranno a dicembre, direttamente allo Stato, che però taglierà ugualmente i trasferimenti ai Comuni. E come me non lo capiscono molti altri sindaci, visto che proprio venerdì 5 aprile ho partecipato a Zero Branco ad una riunione di amministratori locali e associazioni di categoria su questo problema: hanno aderito alla protesta contro la Tares una settantina di amministrazioni comunali. Noi sindaci siamo preoccupati per gli effetti di questo ulteriore balzello su famiglie e imprese. L'idea è quella di proporre un ricorso per rilevare la incostituzionalità di questa nuova imposta e di chiedere a tutti i parlamentari veneti di sostenere in Parlamento la battaglia contro un tributo aberrante sul piano costituzionale e insopportabile per famiglie e imprese. La Tares va rinviata al 2014 perché un nuovo Governo abbia il tempo di rivederla ed eliminarla. E’ un bel segnale che sindaci di ogni colore politico e associazioni di categoria si stiano mobilitando insieme per questo obiettivo: più siamo sul territorio, più questo dà forza anche a noi parlamentari per portare avanti questa battaglia a livello nazionale, dove sinora eravamo in pochi ad alzare la voce Dobbiamo unire coraggio e risolutezza e insieme senso di responsabilità perchè il Paese non può permettersi solo l'antipolitica distruttiva, occorre anche ricostruire la fiducia tra cittadini e istituzioni. 

pubblicata il 05 aprile 2013

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