Sul quotidiano Tempi si parla del futuro delle scuole materne paritarie

22 giugno 2013

materneIn occasione della mia partecipazione  all’incontro organizzato venerdì 21 giugno scorso dal Movimento Salva Scuole dell’Infanzia Paritarie del Veneto, a Castelfranco Veneto, il quotidiano Tempi mi ha intervistata sul futuro delle scuole materne paritarie (clicca qui). E’ dalla manovra dell’agosto 2008 di Tremonti  che i contributi alla scuola paritaria vengono tagliati ogni anno della metà, salvo poi essere reintegrati in extremis in legge di Stabilità. Occorre invece superare un approccio emergenziale e garantire il diritto di tutti i bambini ad accedere alla  scuola dell’infanzia.  Per questo la legge n. 62 del 2000 ha sancito all’art. 1 che il sistema nazionale pubblico dell'istruzione è formato dalle scuole statali e dalle scuole non statali paritarie.
 
Questa non è solo la mia posizione, ma la posizione politica del Partito Democratico e quella del Ministro Carrozza. Negli anni di governo di centrodestra i fondi sono stati tagliati a tutta la scuola pubblica, sia a quella statale che a quella paritaria. E i tagli alle scuole paritarie che svolgono il servizio pubblico dell'istruzione dell'infanzia e primaria, poiché stanno mettendone a rischio la sopravvivenza, finiranno con il penalizzare anche la scuola statale. Infatti le scuole paritarie dell'infanzia e primarie, che ospitano circa un milione di bambini avendo solo un modesto contributo dallo Stato, fanno risparmiare a quest’ultimo ogni anno quasi sei miliardi di euro. Che le scuole paritarie con il loro servizio pubblico garantiscano un risparmio per le casse dello Stato lo attesta da ultimo anche l’OCSE (clicca qui), organismo internazionale indipendente, in un recente rapporto. Se chiudono due sono le cose: o i bambini restano a casa o lo Stato trova subito i soldi per costruire nuove scuole e assumere a suo carico gli insegnanti e il personale.
 
Tant’è che anche la Puglia di Nichi Vendola, che a parole si schiera contro la scuola paritaria, ha una legge sulla parità scolastica e adotta delibere regionali per finanziarla.  Ciò dimostra che bisogna superare l’approccio ideologico per difendere tutta la scuola pubblica. E ciò vale sia a sinistra (vedi il recente referendum di Bologna), così come a destra, come dimostra la recente provocazione dell’assessore regionale Sernagiotto che ha dichiarato ai giornalisti, a margine del  convegno summenzionato, che “è ora di chiudere gli asili statali” (clicca qui). Le dichiarazioni dell’assessore Remo Sernagiotto, riportate con grande evidenza dal giornale, non sono state fatte durante i lavori del convegno, altrimenti io stessa, che ero tra i relatori, avrei subito preso le distanze da un’affermazione politica assolutamente insostenibile. Dispiace che l’assessore Sernagiotto abbia voluto riaccendere vecchie polemiche ideologiche che non hanno più senso di esistere,  ma rischiano solamente di creare inutili polemiche e allarmismi.

pubblicata il 24 giugno 2013

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