No gare perché immigrata, diritto negato

26 giugno 2013

"Sono lieta che Zaia, esponente autorevole delle Lega, sia favorevole a risolvere il problema della cittadinanza per la piccola nuotatrice di Campodarsego, a cui viene negato il diritto a gareggiare perché considerata straniera pur essendo nata dieci anni fa in Italia da genitori nordafricani. Il problema - afferma Simonetta Rubinato, parlamentare del Pd - in questo e in altri casi analoghi non è però, come afferma Zaia (clicca qui), un cortocircuito burocratico, ma invece una carenza normativa. Il papà della ragazzina infatti ha presentato la domanda di cittadinanza alla fine di gennaio di quest'anno, appena cinque mesi fa, e quindi non si può sostenere che è colpa della burocrazia. Il punto è che questa bambina secondo la legge in vigore può diventare cittadina italiana solo se lo diventa il genitore o se lei stessa, raggiunti i diciotto anni (oggi ne ha dieci), ne fa istanza".

L'on. Rubinato invita pertanto Zaia e la Lega nord a portare il loro contributo alla discussione sullo ius soli che si è aperta in modo bipartisan in Parlamento. "Personalmente sono favorevole - precisa - ad uno ius soli temperato, in cui alla nascita del bambino in Italia da genitori stranieri si accompagnino altri requisiti, come ad es. la residenza dei genitori da un certo numero di anni in Italia e la frequenza continuativa delle nostre scuole. Ed è questo l'orientamento oggi prevalente in Parlamento. Nel caso della piccola nuotatrice di Campodarsego, nata qui, si accompagna la residenza del padre da almeno dieci anni in Italia e la frequenza della scuola materna e primaria. Allora chiedo a Zaia: è d'accordo a riconoscere per legge a questa bambina e agli altri bambini che sono in analoghe condizioni automaticamente la cittadinanza italiana?".

 

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pubblicata il 26 giugno 2013

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