Dopo la bocciatura della Consulta il Governo dà il via libera al ddl costituzionale

07 luglio 2013

taglio_provinceIl 3 luglio scorso la Corte Costituzionale ha giudicato incostituzionale la riforma degli enti di area vasta avviata dal Governo Monti - e congelata in seguito alla caduta del suo esecutivo a fine 2013 – che prevedeva la riduzione delle Province in base a criteri di estensione e di numerosità della popolazione. La Consulta ha esaminato i ricorsi di 8 Regioni (Lombardia, Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Campania, Molise, e Sardegna) all’articolo 23 del Salva-Italia, che modificava profondamente gli organi di governo delle Province, trasformandole in organismi di secondo livello e riducendone all'osso le funzioni, e il decreto n.95 del 2012 che disponeva la cancellazione degli enti non rispondenti ai due criteri dei 350 mila abitanti e dei 2.500 chilometri di estensione, reiterando la prassi delle "soglie", alquanto lontana da un corretto approccio all'analisi del territorio. Nel comunicato diramato dalla Consulta (clicca qui) si evidenzia come «il decreto-legge, atto destinato a fronteggiare casi straordinari di necessità e urgenza, è strumento normativo non utilizzabile per realizzare una riforma organica e di sistema quale quella prevista dalle norme censurate nel presente giudizio».

Il giorno prima di tale sentenza, il collega Fiano ha presentato in Commissione affari costituzionali della Camera una risoluzione (clicca qui), anche da me sottoscritta, per impegnare il Governo ad assumere al più presto iniziative per sbloccare le procedure di concertazione volte all'istituzione delle città metropolitane. Affinché i comuni delle province di Padova e Treviso, che recentemente hanno manifestato l’intenzione di aderire alla nuova Città Metropolitana di Venezia, possano dare concreta attuazione al progetto PATREVE. Su mia proposta nella risoluzione viene chiesto al governo di valutare anche la possibilità di prevedere che l'ambito territoriale entro il quale verrà istituita la città metropolitana possa estendersi alle province confinanti con la provincia che verrà contestualmente soppressa, in modo da assicurare una adeguata flessibilità nell'applicazione del modello sui territori.

La risoluzione è stata però superata dall’iniziativa del governo, che nella mattinata del 5 luglio durante il Consiglio dei ministri ha esaminato uno schema di disegno di legge costituzionale, in cui si prevede l'abolizione delle Province, proponendo di cancellare ogni loro riferimento nella Costituzione. Lo schema di ddl, composto di soli tre articoli, sarà sottoposto al parere della Conferenza unificata. Nella nota trasmessa da Palazzo Chigi si legge che «entro sei mesi dalla data in entrata in vigore della legge costituzionale le Province sono soppresse. Sulla base di criteri e requisiti definiti con legge dello Stato sono individuate dallo Stato e dalle Regioni le forme e le modalità di esercizio delle relative funzioni».

Credo però non sia sufficiente eliminare le Province per un efficace riordino dei livelli di governo: è improcrastinabile un intervento organico sia di riforma del titolo V della Costituzione, sia dell'intero ordinamento degli enti locali, in chiave federalista, realizzando una vera e propria ristrutturazione di tutti i livelli di governo, dai Ministeri ai Comuni, tenuto conto che neppure un euro in questa situazione di finanza pubblica va più sprecato. Partendo dai bisogni dei cittadini e dalle funzioni pubbliche essenziali occorre stabilire "chi fa cosa e con quali risorse", coniugando davvero autonomia e responsabilità, considerato che siamo costretti a recuperare le risorse per la riduzione delle tasse dalla riduzione della spesa pubblica a causa dell'enorme debito pubblico del Paese. Perciò non basta intervenire sulle province, ma occorre ridurre gli apparati statali ed intervenire su regioni e comuni, concentrando altresì gli enti di governo di area vasta, procedendo ad un serio sfoltimento degli enti intermedi (ATO, Consorzi e agenzie varie, ma anche distretti sanitari e Asl) per una più incisiva politica di abbattimento dei costi e di ottimizzazione dei livelli di governo.

pubblicata il 07 luglio 2013

ritorna
 
  Invia ad un amico