Il Governo alla boa dei 100 giorni, ma sulla sua tenuta incombe l'incognita Imu

09 agosto 2013

enrico_lettaLa scorsa settimana, mentre si alzava il livello dello scontro politico tra Pd e Pdl dopo che Epifani ha sbarrato la strada alle "soluzioni politiche" sul caso Berlusconi, il Presidente del Consiglio Letta ha compiuto una buona operazione di comunicazione, lanciando il sito http://www.100giorni.governo.it/index.html e il dossier relativo (clicca qui). La linea del Premier, dopo aver incassato alla direzione nazionale del Pd di giovedì scorso il sostegno del suo partito, è infatti quella di dimostrare che  il governo è impegnato ad affrontare i problemi degli italiani e nulla lo distoglierà da questo. E così, dopo aver incassato la conversione in settimana del decreto su Lavoro e IVA (che al Senato ha visto accolto un emendamento del Pd che consentirà dal primo gennaio 2014 anche ulteriori pagamenti di debiti delle PA alle imprese per 20-25 miliardi) e del decreto del Fare, il Governo ha già approvato il decreto legge sul femminicidio e ha annunciato la preparazione entro agosto di un piano per la casa, con misure a sostegno dei mutui per le famiglie, grazie a 5 miliardi messi a disposizione dalla Cassa depositi e prestiti. Tra gli obiettivi che l’esecutivo si prefigge: ridare fiato al mercato immobiliare, di fatto stagnante, e favorire le giovani coppie. Personalmente non credo sia sufficiente favorire l’accesso degli italiani ai finanziamenti necessari a comprare nuove abitazioni, ma occorre anche farsi carico della situazione di quelle famiglie che il mutuo per comprare la casa l’hanno già contratto ed ora non riescono a pagarne le rate. E su questo mi impegno a presentare una specifica proposta. Ma è chiaro il messaggio: il Governo deve necessariamente andare avanti per affrontare i problemi degli italiani e chi ne mina la stabilità dovrà assumersene tutte le responsabilità davanti al Paese se si dovesse tornare rapidamente al voto. Anche perché - ha ricordato domenica Letta - se "cade il Governo, a settembre e dicembre si pagherà l'Imu" e, come ha aggiunto la CGIA di Mestre, anche l'aumento dell'Iva dal primo ottobre e la Tares, con una stangata di fine anno che vale circa 7 miliardi.

Per provare a smontare il pretesto che il Pdl sta brandendo come una clava per giustificare un'eventuale sfiducia al governo, ovvero la mancata abolizione totale dell'Imu sulla prima casa, il ministro Saccomanni ha predisposto, con una mossa a sorpresa, uno studio (clicca qui) di 105 pagine, elencando le nove ipotesi possibili (clicca qui) per decidere (finalmente) il da farsi sulla prima rata dell'Imu sull’abitazione principale, il cui pagamento è sospeso da giugno. Lo studio dimostra che la richiesta del Pdl di totale abolizione, oltre ad essere troppo costosa, è fortemente regressiva e quindi iniqua, perché ne beneficerebbero soprattutto i più ricchi.

E' un tentativo di richiamare tutte le forze politiche ad atteggiamenti responsabili: anche se, come gli indicatori economici, la Banca d'Italia stessa, stanno indicando, sta arrivando la ripresa, frutto della crisi finanziaria sventata, del bilancio risanato e delle prime riforme strutturali, purtroppo occorrerà ancora tempo prima che la svolta positiva si manifesti anche per l’occupazione. Finché ciò non avverrà, “il clima sociale sarà molto faticoso e pieno di difficoltà”, come ha giustamente affermato il Presidente del Consiglio. Per consolidare la ripresa produttiva ed estenderla all’occupazione, soprattutto giovanile, è necessario non vanificare i sacrifici sin qui fatti dagli italiani per la disciplina di bilancio ed evitare sia una crisi di governo, sia una rottura sull'Imu.

Anche Scelta Civica, attraverso un editoriale del senatore Monti di questa settimana ha ribadito che "un'interruzione dell’opera del Governo Letta - impegnato a proseguire le riforme strutturali e a sostenere l’economia con specifici provvedimenti ora resi possibili dagli sforzi precedenti - recherebbe danni particolarmente gravi alla situazione economica e sociale del Paese, oltre che seri rischi per l’Eurozona. Se poi una crisi di governo dovesse portare ad elezioni anticipate, il cumulo di macerie seppellirebbe in ugual misura vincitori, sconfitti e tutti i cittadini, compresi quelli ai quali si vorrebbe far credere che si è arrivati alla rottura per tener fede alla promessa di liberarli dall’IMU". L'unico accordo e programma di governo è costituito dalle Dichiarazioni programmatiche del Presidente del Consiglio alle Camere, del 29 aprile, sulle quali ha ottenuto la fiducia dai partiti della maggioranza. Il passaggio rilevante è il seguente : “[…] la riduzione fiscale senza indebitamento sarà un obiettivo continuo e a tutto campo. Anzitutto, quindi, ridurre le tasse sul lavoro, in particolare su quello stabile e quello per i giovani neoassunti. Poi, una politica fiscale della casa che limiti gli effetti recessivi in un settore strategico come quello dell’edilizia, includere incentivi per ristrutturazioni ecologiche, affitti e mutui agevolati per giovani coppie, e poi bisogna superare l’attuale sistema di tassazione della prima casa, intanto con lo stop ai pagamenti di giugno per dare il tempo al Governo e al Parlamento di elaborare insieme e applicare rapidamente una riforma complessiva che dia ossigeno alle famiglie, soprattutto quelle meno abbienti”.

E’ difficile dedurre dalle summenzionate dichiarazioni programmatiche che il governo sia impegnato all’abolizione della tassazione sulla prima casa. E’ invece chiara l’indicazione di due priorità: del lavoro rispetto alla casa e del favore alle famiglie meno abbienti, rispetto a quelle più abbienti. Ogni altro elemento può aver fatto parte di promesse elettorali di questo o quel partito, ma non può impegnare il governo.

Anche il Pd è risoluto in questo: in una fase nella quale, se non si commettono grossi errori, l’economia manifesta una tendenza alla graduale ripresa, mentre l’occupazione è destinata a soffrire ancora, l'Imu va resa certo più equa per i meno abbienti, ma ogni risorsa eventualmente disponibile deve essere dedicata prioritariamente alla riduzione delle tasse sul lavoro, per rilanciare la competitività e l’occupazione nell’insieme dell’economia.
 
Da ultimo e' intervenuto con una lunga nota (clicca qui), attesa da giorni, il capo dello Stato il quale ha affermato di comprendere i turbamenti del centrodestra, di ritenere legittime le critiche alla sentenza, ma ha fissato con chiarezza alcuni limiti a suo giudizio invalicabili: non sono accoglibili le richieste del Pdl di concedere "l'agibilità politica" a Silvio Berlusconi dopo la sua prima condanna definitiva e non va agitato lo spettro della crisi politica perché "preoccupazione fondamentale" è che il governo di Enrico Letta continui a guidare l'Italia sulla strada del rilancio dell'economia e dell'occupazione. Per il momento il presidente Letta può continuare a lavorare. 

NOTA A MARGINE PERSONALE SULL'IMU: la proposta che il Governo avanzerà in tema di 'superamento' dell'Imu, oltre alle ricadute dirette che avrà sui cittadini, non sarà affatto indifferente al tema dell'attuazione del federalismo fiscale incompiuto che abbiamo conosciuto sino a qui. In ogni Paese europeo la tassazione sulla prima casa è il perno della finanza locale, visto che chi riceve i servizi dai comuni ed elegge i sindaci sono i residenti. Eliminare l'Imu sulla prima casa significa quindi dare ulteriore instabilità e incertezza ai bilanci dei nostri comuni e fare un passo indietro dall'autonomia finanziaria verso un neocentralismo inefficiente ed anticostituzionale. In molti propongono pertanto la necessità di sostituirla con qualcosa d'altro, ad es. la c.d. service tax, che sarebbe pagata dai residenti, sia che abitino in affitto che in proprietà, che unificherebbe in una sola tassa tutte quelle comunali, per coprire i c.d. servizi pubblici indivisibili, quali la pubblica illuminazione, la manutenzione delle strade, ecc. Dunque l'Imu uscirebbe dalla porta per rientrare dalla finestra, con l'aggravante di includervi anche la raccolta dei rifiuti urbani. Si aggiungerebbe così all'ipocrisia un ulteriore grave errore, visto che il servizio di raccolta dei rifiuti dovrebbe  essere ispirato al principio della differenziazione e della riduzione attraverso sistemi di raccolta a tariffa corrispettivo puntuale. Su questo darò battaglia.



pubblicata il 09 agosto 2013

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