Approvato in via definitiva il DL Fare: misure di semplificazione per famiglie ed imprese

10 agosto 2013

dlfare_approvazioneIl decreto legge del Fare è stato approvato lo scorso venerdì 9 agosto con 319 sì, 110 no e due astenuti. Il provvedimento contiene misure per la crescita economica, tra cui la semplificazione per l’accesso al Fondo di garanzia per le Pmi e il finanziamento a tasso agevolato per l’acquisto di impianti ad uso produttivo, oltre a quelle in materia di semplificazione fiscale (in particolare le agevolazioni per i contribuenti in difficoltà economica, con l’ampliamento della rateizzazione del pagamento delle imposte, i limiti alla pignorabilità della prima casa e dei beni strumentali delle imprese) ed a quelle che danno attuazione ad investimenti in infrastrutture (oltre due miliardi per opere cantierate e cantierabili) ed edilizia scolastica, un provvedimento che secondo il premier Letta “contribuirà a migliorare e semplificare la vita delle famiglie e delle imprese e aiuterà la crescita dell'Italia anche dando precisi segnali di equità e giustizia sociale”. Lo è, ad esempio, quello contenuto nella norma che riduce del 25% lo stipendio dei manager pubblici. Per una sintetica disamina delle disposizioni contenute dal decreto vi rimando all’allegato che potrete consultare cliccando qui.

Non solo luci, ma anche ombre nel testo, soprattutto per quel che riguarda le risorse degli enti locali. Infatti, con il comma 3-bis dell'articolo 30, frutto di un emendamento del Pdl che avevo bloccato in Commissione alla Camera, ma poi inserito al Senato, si mette a rischio la realizzazione di importanti opere pubbliche che i Comuni hanno già inserito nei loro piani triennali come beneficio pubblico derivante da accordi urbanistici con privati. Mentre con l'art. 56-bis si sottrae ai Comuni il 10% delle risorse derivanti dalla dismissione del proprio patrimonio immobiliare per destinarlo alla riduzione del debito pubblico statale. Pur essendo stato blindato il testo, mi sono comunque battuta in Aula per ottenere l'accoglimento di un ordine del giorno correttivo del comma 3bis dell'art. 30 che rischia di creare un contenzioso tra comuni e privati (clicca qui), sebbene la sua formulazione originale sia poi passata per le forbici dell’esecutivo (clicca qui), che impegna il Governo ad inserire nel primo provvedimento legislativo utile una norma che chiarisca l'interpretazione del comma 3-bis dell'articolo 30: se da un lato, prorogando di tre anni il termine di validità delle convenzioni di lottizzazione, si va incontro alle esigenze dei privati oggi alle prese con la crisi che ha colpito in particolare il comparto edilizio, dall’altro la sua formulazione presenta profili di incostituzionalità perché viola la competenza urbanistica delle Regioni in materia di accordi urbanistici. E calpesta l'autonomia comunale modificando d'imperio accordi già approvati dai consigli comunali e sottoscritti dalle parti.
 
 
CONSULTA LA SCHEDA DI LETTURA E PROFILI FINANZIARI DEL DL FARE REDATTA DAL SERVIZIO STUDI DELLA CAMERA

pubblicata il 10 agosto 2013

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