Vertenza Ditec, appello al governo per una soluzione alternativa alla chiusura

08 agosto 2013

ditecNonostante la correttezza con cui i lavoratori si sono battuti in questi mesi e l’impegno profuso dalle forze sociali e dalle istituzioni, in particolare la sindaca di Quarto d’Altino, Silvia Conte, martedì 6 agosto l’azienda Ditec ha annunciato l’apertura della mobilità per 57 su 98 dipendenti dello stabilimento di Quarto d'Altino. Una notizia che lascia l’amaro in bocca, soprattutto alla luce del fatto che era già stato convocato un tavolo di confronto per il 4 settembre presso il Ministero dello sviluppo a Roma.

Ora si apre una fase ancor più delicata della vertenza, ma si confida che Ministero e Regione mettano in campo tutte le loro possibilità per spingere l'Assa Abloy a dichiarare a quali condizioni è disponibile a mantenere almeno parte della produzione a Quarto d'Altino. E’ necessario che la multinazionale svedese sia messa di fronte alle proprie responsabilità, tenuto conto che non ha ancora presentato alcun piano di ristrutturazione e che dalla data dell'annuncio della delocalizzazione, 6 dicembre 2011, ad oggi non ha utilizzato nessuna ora di cassa integrazione, anzi, al contrario, ha chiesto attività straordinaria ai lavoratori.

Per questo venerdì 10 agosto scorso ho presentato un’interrogazione al ministro Zanonato (clicca qui), chiedendo l’impegno a scongiurare la delocalizzazione dell’azienda dal territorio di Quarto d’Altino, sollecitando il Ministero a verificare altresì il rispetto da parte della multinazionale svedese della normativa fiscale sui prezzi di trasferimento applicabile alle riorganizzazioni aziendali e a richiedere all'Autorità garante della concorrenza di avviare un'indagine sull'eventuale sussistenza di abuso di posizione dominante.

Nell’interrogazione ho chiesto infine al Ministro di attivarsi per l'introduzione anche in Italia di norme sulle riorganizzazioni transfrontaliere e delocalizzazioni, in modo che sia posto fine al saccheggio da parte di multinazionali alle nostre aziende migliori. Sarebbe infatti sufficiente seguire l'esempio di quanto già avviene in altri Paesi, quali la Germania, che nel rispetto della normativa comunitaria si è dotata sin dal 2008 di una legislazione che mira a salvaguardare l'interesse economico e sociale nazionale, senza contraddire i principi di libera concorrenza e della libertà di trasferimento. Su questo ho presentato io stessa il 29 aprile scorso una proposta di legge alla Camera (clicca qui).


pubblicata il 08 agosto 2013

ritorna
 
  Invia ad un amico