Su crisi Electrolux e comparto elettrodomestici intervenga Letta

16 novembre 2013

electroluxLe ultime settimane hanno fatto riemergere la difficile vertenza che riguarda i lavoratori degli stabilimenti italiani dell’Electrolux, tra cui anche quello di Susegana (TV). Infatti, lo scorso 28 ottobre, l'azienda ha annunciato alle organizzazioni sindacali ulteriori 461 esuberi – rispetto a quelli annunciati nel 2011 e 2012 - conseguenti alla decisione di delocalizzare in altri siti la produzione, arrivando così il numero complessivo di esuberi del Gruppo nei quattro siti italiani a 1.550 a fronte di 6.185 dipendenti Electrolux.

Pur essendo operante al Mise un tavolo con le organizzazioni sindacali e l'azienda, sin dall'intesa del marzo del 2011 i Ministri pro tempore del lavoro e delle politiche sociali e dello sviluppo economico avevano stabilito l'opportunità di costituire un tavolo nazionale per tutto il settore dell'elettrodomestico in considerazione della crisi generale di competitività dello stesso.

Avevo già sollecitato nel maggio del 2012 il Governo Monti, in una interpellanza urgente (clicca qui) nel corso della XVI Legislatura, ad attivare con urgenza presso il Ministero dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali e coinvolgendo le istituzioni, i sindacati e le aziende, questo tavolo nazionale per il comparto del "bianco"; l'istanza venne accolta dal Governo, che condivise la necessità di analizzare un settore in forte crisi, acuita dalla pesante recessione che dal 2008 ha colpito il nostro, come gli altri Paesi dell'Europa occidentale. Nella stessa interpellanza chiedevo al ministero di valutare, in particolare per i siti di Susegana e Porcia, iniziative atte a dare corso ad un piano di reindustrializzazione delle aree inutilizzate degli stabilimenti già messe a disposizione dalla proprietà a condizioni agevolate, quale ad esempio l'assegnazione delle aree stesse alle società strumentali delle regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia, aventi la mission specifica della promozione dello sviluppo economico. Anche su questo punto il governo aveva dichiarato di raccogliere l’indicazione e di voler lavorare in tale direzione.

Successivamente, nel luglio 2012, il governo Monti aveva accolto altresì un mio ordine del giorno (clicca qui), impegnandosi a valutare un pacchetto di misure per rilanciare il settore del bianco, tra le quali vi era anche la possibilità di estendere la detrazione per la ristrutturazione edilizia degli edifici, prevista dall'art. 11 del decreto Sviluppo, all'acquisto di elettrodomestici da incasso di classe energetica non inferiore ad A+.

Tuttavia, ad oggi il tavolo nazionale permanente a livello governativo per la protezione e lo sviluppo del sistema industriale del settore dell'elettrodomestico non è stato costituito, né è stato concertato il piano d'azione tra tutti i soggetti interessati per dare risposte al comparto, né sono state messe in atto le azioni necessarie al suo rilancio, con l'unica eccezione contenuta nel recente decreto-legge n. 63 del 4 giugno 2013, convertito con modificazioni dalla legge n. 90 del 3 agosto 2013, dell'estensione della detrazione del 50 per cento dall'Irpef prevista per la ristrutturazione edilizia all'acquisto di grandi elettrodomestici di classe energetica A+ (classe A per i forni) finalizzati all'arredo dell'immobile oggetto di ristrutturazione per le spese sostenute fino ad un limite massimo di euro 10.000.
Anche per questo recentemente Ceced Italia (l'Associazione nazionale dei produttori di apparecchi domestici e professionali) si è determinata a commissionato autonomamente uno studio sullo stato del mercato e la competitività del settore dell'elettrodomestico, al fine di favorire finalmente l'avvio del tavolo di lavoro nazionale, studio che dovrebbe essere completato nel prossimo mese di gennaio.

Il momento di grave crisi del comparto del' elettrodomestico, ed in particolare dell’azienda Electrolux di Conegliano, è stato il tema dell’incontro organizzato l'8 novembre scorso (clicca qui) dai circoli del Pd locale e della seduta congiunta del consigli comunali di Susegana, Conegliano e Santa Lucia, svoltasi lo scorso lunedì 11 novembre (leggi la mozione approvata dai consigli comunali). In entrambi le sedi ho ribadito la mia convinzione, ovvero che trattandosi di un comparto strategico per l’industria italiana, alla pari di Fiat, Alitalia e Telecom, il tema richiede l'impegno in prima persona del presidente del consiglio Enrico Letta, sia nei confronti della multinazionale svedese che delle istituzioni comunitarie in vista del prossimo semestre di presidenza europea.

Considerato che Electrolux ha avviato una investigazione di competitività sostenibile di tutte le fabbriche EMEA presenti in Italia, che si concluderà entro aprile prossimo, volta a valutare la sostenibilità competitiva delle diverse  produzioni, ad esplorare tutte le vie percorribili per consolidare i fattori di competitività e le azioni necessarie per permettere nelle aree più critiche un rapido ritorno alla profittabilità, cui seguiranno rapidamente le decisioni operative, non ci si può permettere di perdere altro tempo. In altri termini non è più dilazionabile la messa in campo come sistema Paese di soluzioni di politica industriale di breve e di medio periodo da portare al tavolo di confronto con Ceced. E va costruito in tempi rapidissimi un vero e proprio «patto» tra Governo, regioni interessate e sindacati da un lato ed Electrolux dall'altro, che – nel breve periodo – metta in campo tutti gli strumenti possibili per evitare l'accelerazione della delocalizzazione delle produzioni del medio di gamma verso l'Est Europa e nel medio periodo progetti un'alternativa di sviluppo concreta per il territorio, salvaguardando in ogni caso la permanenza in Italia del settore strategico della R&S e la produzione manifatturiera di più alto valore aggiunto sull'alto di gamma e sui nuovi prodotti.

Per questo ho depositato giovedì 14 novembre alla Camera un’interpellanza urgente (clicca qui) che è stata sottoscritta da ben 43 colleghi deputati appartenenti alle forze politiche di maggioranza (in primis Pd, ma anche Pdl e Scelta Civica) e anche da quelle di minoranza (Lega Nord e M5S). Nella stessa chiediamo alla Presidenza del Consiglio: di definire entro i prossimi mesi una strategia di politica industriale di breve e medio periodo e di implementare con urgenza le azioni necessario per il rilancio di un settore strategico, inclusa la sorveglianza di mercato per la difesa del valore aggiunto del prodotto italiano; di affrontare, nel prossimo semestre europeo a presidenza italiana, la questione del declino del mercato europeo occidentale dell'elettrodomestico e della delocalizzazione del “bianco” nei paesi dell'Europa dell'Est, ponendo a tema delle politiche comunitarie la situazione di insostenibile disparità tra i paesi membri in tema di costo del lavoro e dei servizi; di intervenire direttamente nei confronti della proprietà e del management di Electrolux per rendere esplicita la volontà di mantenere una forte presenza del gruppo, concertando misure di sostegno alla competitività che possono essere messe in campo dalle istituzioni e dalle parti sociali e quelle di competenza dell'azienda  per salvaguardare i poli produttivi in Italia, in particolare quelli di Susegana e Porcia, ed i livelli occupazionali; infine di attivare l'introduzione anche in Italia di norme fiscali sulle riorganizzazioni transfrontaliere e delocalizzazioni che, sull'esempio di quanto già avviene in Germania, nel rispetto della normativa comunitaria, salvaguardino l'interesse economico e sociale nazionale.

L'aggravarsi della situazione, con l'agitazione presso gli stabilimenti dell'Electrolux a seguito delle notizie arrivate giovedì da Berlino che la multinazionale svedese al momento pare non intenzionata a recedere dal piano di spostamento delle produzioni dagli stabilimenti dell'Europa occidentale all'Est del continente, conferma la necessità e è l'urgenza n di affrontare le questioni da noi liste nell'interpellanza.

pubblicata il 16 novembre 2013

ritorna
 
  Invia ad un amico