Quote latte: sia fatta chiarezza

23 novembre 2013

quote_latteSu sollecitazione del presidente provinciale della CIA di Treviso Denis Susanna, mi sono interessata della vicenda relativa alle sanzioni per le quote latte che, a seguito dell’ipotesi di reato formulata dal Gip di Roma nei confronti dei funzionari dell’Agea, per aver utilizzato dati sbagliati nel calcolo delle sanzioni comminate agli allevatori, rischia di aprire un’altra emergenza per i conti pubblici visto che le eventuali restituzioni ammonterebbero a oltre 2,4 miliardi di euro. Occorre fare al più presto chiarezza su una storia infinita, che parte nel 1984, e che via via ha visto sì alcuni allevatori fare i furbi, ma la maggior parte mettersi in regola acquistando quote e versando le multe. Ancora oggi decine di aziende, pure in provincia di Treviso, per far fronte al pagamento di sanzioni superiori a 100mila euro, che a questo punto appaiono dubbie, rischiano di chiudere i battenti.

Ho per questo condiviso le interrogazioni dei colleghi Cova (clicca qui) e Taricco (clicca qui) con cui si chiede al ministro delle Politiche agricole, per evitare ulteriori danni agli allevatori di bovine da latte, che siano bloccate in via cautelare le emissioni di cartelle esattoriali per il pagamento delle multe fino a quando non si sarà accertato il reale valore della produzione italiana. Come deputati stiamo inoltre valutando anche l'opportunità di procedere con un'indagine conoscitiva in Commissione Agricoltura o di istituire una commissione d'inchiesta ad hoc.

La notizia dell'indagine sui funzionari dell'Agea, oltre a gettare un ombra di discredito sull'agenzia ministeriale, rischia di essere la goccia che fa traboccare il vaso in un settore, quello primario, che proprio in questo momento sta già facendo i conti con un'altra emergenza legata ai controlli in corso in tutta Italia da parte della Guardia di Finanza sui Caa (centri assistenza agricola) in merito alle erogazioni di contributi Pac per l'agricoltura. A fronte di anomalie è stato disposto il blocco cautelativo del pagamento degli anticipi Pac 2013 in circa 50.000 posizioni a livello nazionale e in particolare nei casi di conduzione di terreni demaniali: anche qui è necessario che quanto prima sia fatta chiarezza e vengano distinti i furbetti da molti allevatori perbene per i quali questi contributi sono necessari a far sopravvivere la propria impresa. Ben vengano i controlli, ma bloccare in anticipo i pagamenti, senza la certezza che vi siano anomalie o, peggio, dolo,  è un modo sbagliato di affrontare le cose e di difendere la dignità di chi lavora nei campi e nelle stalle.

pubblicata il 23 novembre 2013

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