Dal seminario del Pd conferme per il Senato trasformato in Camera delle Autonomie, ma preoccupazioni per la riforma del Titolo V in chiave centralista

06 maggio 2014

renzi_seminario_pdIeri ho partecipato al seminario del Pd, tenutosi a Roma, sulla riforma del Senato e del Titolo V, alla presenza del premier Renzi e di numerosi costituzionalisti. Il ministro Boschi ha spiegato che obiettivo della riforma è la semplificazione delle istituzioni e dei processi decisionali. Renzi ha affermato come le idee del Governo non siano frutto di frenesia, ma della volontà di cambiare l'Italia perché torni protagonista in Europa.

Sul Senato, Valerio Onida e Antonio Cantaro hanno spiegato come debba diventare finalmente la Camera delle Autonomie, cioè degli enti territoriali, senza eletti, né nominati, per rappresentare l'unità nella diversità che costituisce la nostra Repubblica secondo l'art. 5 della Costituzione.

Sulla riforma proposta al Titolo V - che vede ampliare le competenze dello Stato e ridurre quelle regionali - Cantaro ha avvisato del rischio di un centralismo verticista che sarebbe peggio del male che si vuole curare. Anche De Siervo ha lanciato l'allarme su questo, parlando di "capacità espansiva distruttiva della competenza statale" e ricordando come al ritorno della potestà legislativa allo Stato seguirà la potestà amministrativa e quindi l'espansione del potere burocratico centrale. Con l'aggravante che mentre le regioni ordinarie arretrano, quelle speciali rimangono tali e quali perché la riforma non le tocca.

Nel corso del seminario la professoressa Marilisa D'Amico si è soffermata su un tema a me molto caro, quello del mantenimento del terzo comma dell'attuale art. 116 della Costituzione - che prevede la possibilità di una autonomia differenziata su richiesta della singola regione interessata - che invece la riforma elimina, sottolineando come la delega prevista dalla riforma all'art. 117 sia cosa del tutto diversa. Su questo tema alla fine del seminario mi sono trattenuta a parlare con la Ministra Maria Elena Boschi. Sono fiduciosa che abbia compreso l'importanza del tema soprattutto per il Veneto.

Mi ha confortato sentire che le mie preoccupazioni sono condivise da autorevoli studiosi. La riforma proposta dal Governo Renzi va nella direzione giusta, soprattutto perché finalmente elimina il bicameralismo perfetto costituendo una Camera di rappresentanza delle istituzioni territoriali della Repubblica, ma va corretta al Titolo V per dare attuazione ai principi fondamentali di autonomia (purché responsabile) e sussidiarietà della nostra Carta.


pubblicata il 06 maggio 2014

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