Una riflessione sulle primarie del PD Veneto

11 novembre 2014

Condivido la riflessione di Giampiero Rorato giornalista, iscritto del circolo PD Motta di Livenza, che con precisione chirurgica e spirito davvero giovanile fotografa la situazione del PD Veneto.

 

Cari Segretari,    

le vicende di queste settimane, con le forti pressioni della casta attuale per lanciare un ben preciso candidato alla presidenza della regione, scavalcando indebitamente o comunque condizionando fortemente il pensiero e la volontà degli iscritti e degli elettori del PD del Veneto, chiamati – sembra quasi per burla - a esprimersi con le primarie, inducono ad amare considerazioni sullo stato del PD anche nel Veneto.    

Volendo riflettere senza pregiudizi risulta che il PD del Veneto – come probabilmente quello di altre regioni – sembra svolgere il ruolo di bacino elettorale per sostenere il ristrettissimo gruppo al governo del partito e del Paese e, infatti, tanto per cominciare, nel formulare l’ultima lista dei ministri non è stato scelto nessuna personalità politica veneta e nessun iscritto veneto occupa posti significativi nell’organigramma più importante del PD.    

Non pare a voi, responsabili a livello regionale e provinciale, che al PD veneto sia stato affidato il solo compito di portare voti e tradurre in loco quanto deciso nelle “alte sfere”?  E questo sarebbe un partito democratico?    

Già il fatto che le signorie loro non si siano degnate di rispondere alle mie precedenti, almeno per dire che non accettavano d’essere disturbate o per un qualche altro motivo, denota lo strano concetto di democrazia che contraddistingue nel PD regionale il rapporto iscritti-dirigenti e, per la mia attività non credo proprio di essere del tutto insignificante. E se la stampa nazionale, anche quella considerata più autorevole, con un crescendo non più dubitativo, scrive dell’esistenza d’un cambiamento comportamentale nel segretario nazionale – da espressione delle primarie a espressione di se stesso – la cosa non vi fa proprio riflettere e vi va dunque bene?    

Non mi permetto di mettere in discussione quanto democraticamente stabilito, ma chiedo che il PD veneto abbia un suo serio progetto, sia per quanto riguarda la sua organizzazione interna e la sua mission all’interno del PD nazionale, sia per quanto riguarda la vita della nostra regione che non dipende solo dal vincere o perdere le prossime elezioni regionali.    

Nel PD veneto credo debba esserci l’orgoglio di un’appartenenza capace di guardare al futuro, con la capacità di formulare un “Progetto Veneto”, dal quale emerga la volontà di far percorrere a questa nostra regione un suo specifico e realistico percorso sociopolitico, all’interno dell’Italia e dell’Europa. A mio parere tale progetto, a quanto ne so, pur attento, sempre abbozzato e mai concretizzato, va elaborato dagli organismi statutari, ma con il coinvolgimento di tutti gli iscritti, dei possibili opinion leaders e delle personalità della cultura e delle professioni vicine al PD.     

E non si accampi la scusa che maiora premunt, che ci sono le votazioni per cui non ci si può perdere in chiacchiere, ma temo che così siano definiti gli apporti degli iscritti, o mi sbaglio?    

Cari segretari, il PD non ha bisogno di gregari e di portavoti ma di protagonisti, anche piccoli, nel proprio posto di lavoro, nelle proprie cerchie, con i propri amici, capaci di rafforzare il PD, attirare gli indecisi e gli incerti, ma da protagonisti, per cui va pensata un’organizzazione più aperta, in grado di capire che il PD è formato da una stragrande maggioranza di elettori giovani, non ex di altri partiti e che le vecchie ideologie e le vecchie appartenenze, pur gloriose, devono essere archiviate e che non devono più esistere “cinghie di trasmissione” agli iscritti e agli elettori delle scelte decise da pochi eletti.    

Un’ultima richiesta, se non risulta indecente. Il direzione regionale fissi una regola semplice e chiara: coloro che saranno eletti nel prossimo consiglio regionale, in qualsiasi ruolo, devono dimettersi da altri incarichi istituzionali, se ne hanno, in caso contrario il PD sarebbe considerato un autobus dove si sale e si scende quando fa comodo. 

Se non sarà così il PD entrerà in forte crisi di credibilità e non si facciano spallucce pensando che non esistono alternative, perché ci sono e come!    Grato dell’attenzione, porgo i migliori auguri di buon lavoro per il successo del PD nel Veneto e in Italia.

Motta di Livenza, TV, 11.11.2014, festa di San Martino, vescovo

Giampiero Rorato


pubblicata il 11 novembre 2014

ritorna
 
  Invia ad un amico