Scuole paritarie, la Rubinato chiama Renzi Biglietto del premier: «Coinvolgiamo Delrio» - Corriere del Veneto

06 novembre 2014

Pagina 5, Primopiano

VENEZIA Ce l’aveva sul tavolo da qualche settimana. Una lettera accorata di don Carlo Velludo, parroco trevigiano che gli chiedeva «aiuto» e lanciava l’allarme per tutte le scuole paritarie del Veneto. Ieri il premier Matteo Renzi, dopo l’annuncio ufficiale dello sciopero regionale della Fism (Federazione italiana scuole materne) per la settimana dal 17 al 22 novembre, ha deciso di rispondere al sacerdote. E l’ha fatto tramite un biglietto a Simonetta Rubinato, parlamentare del Pd. «Conosco per esperienza e formazione da padre e da sindaco il valore di ciò che scrive don Carlo — scrive Renzi — aiutami per favore a capire meglio la situazione e coinvolgi subito Graziano Delrio». Un’attenzione alle scuole paritarie, quella espressa dal presidente del Consiglio, che sembrerebbe confermata anche nei provvedimenti della legge di stabilità e del bilancio dello Stato. Solo parzialmente però. E’ pur vero che ai 272 milioni stanziati a bilancio nel capitolo storico del Miur destinato alle scuole paritarie si sommano i 200 milioni del capitolo «legge di stabilità», ma sono 28 milioni in meno del solito. 
«La somma stanziata è al di sotto della cifra storicamente assegnata — conferma Rubinato — ma c’è una novità positiva. Diversamente dagli anni precedenti, il finanziamento del capitolo della legge di stabilità è stabilito in via continuativa e viene coperto anche per gli anni 2016 e 2017». Un segnale importante, che permetterebbe alle scuole di non rimanere ogni anno con l’acqua alla gola fino all’attimo prima dell’approvazione della Finanziaria. «La copertura anche per i prossimi anni sarebbe già qualcosa — aggiunge la parlamentare trevigiana — ma la realtà delle scuole paritarie, soprattutto in Veneto è preziosa. Ho proposto quindi due emendamenti. Il primo per ripristinare il livello di finanziamento per le paritarie dell’ultima Finanziaria di Prodi (si tratta di circa 65 milioni in più ndr), il secondo per ricondurre i finanziamenti in un unico capitolo, quello del Miur, in modo che possano essere erogati in tempi certi». 
Una delle problematiche di erogazione alle scuole, infatti, riguarda la legge di stabilità. I finanziamenti arrivano alle Regioni, che però non possono corrisponderli per non rompere il patto. Risultato? Le somme arrivano agli istituti ben oltre la chiusura dell’anno scolastico, creando difficoltà anche per retribuire gli insegnanti. «Credo che sia giusto garantire la sopravvivenza di una realtà preziosa non solo sul piano dei valori della libertà di scelta educativa — chiude Rubinato — ma anche per il consistente risparmio che assicura alla finanza pubblica». Della stessa idea il senatore Udc Antonio De Poli, che ha presentato venerdì scorso un’interrogazione parlamentare al ministero dell’Istruzione: «Sono passati quattordici anni dalla legge sulla parità scolastica, che ancora oggi rimane inattuata. Così si rischia di smantellare un modello di sussidiarietà che fa risparmiare allo Stato sei miliardi all’anno». 

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pubblicata il 06 novembre 2014

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