Pd: la Rubinato non ci sta, caos primarie - La Tribuna di Treviso

01 novembre 2014

Pagina 15, Regione

di Albino Salmaso wPADOVA Le primarie? «Sono il Dna del Pd, l’unica strada per allargare il consenso nella società civile, e non ho nessuna intenzione di fare un passo indietro», dice Simonetta Rubinato, deputata trevigiana, decisa più che mai a sfidare Alessandra Moretti nella corsa a candidata presidente della Regione 2015. Come finirà? Entro 48 ore il dilemma verrà sciolto perché il segretario veneto Roger De Menech ha convocato per domani alle 17 la direzione regionale con un solo punto: decidere se celebrare o meno il rito delle primarie già fissate per il 14 dicembre. Un dietrofront maturato a Roma, dopo il summit con il vicesegretario Lorenzo Guerini che dopo aver preso atto dell’appello firmato da 9 deputati under 40, 11 consiglieri regionali e 120 giovani dirigenti a sostegno di Alessandra Moretti ha detto a De Menech: ora tocca al Veneto decidere. Fate in fretta. E se Giorgio Santini, senatore e terzo potenziale candidato, come segno di piena collaborazione ieri si è seduto a fianco di Alessandra Moretti al meeting di presentazione del portale Expo in Veneto, di ben altro avviso è Simonetta Rubinato scesa a Padova con la sua squadra. La deputata trevigiana ha schierato 4 sindaci: Mirko Feston di Zero Branco, Alberto Cappelletto di S. Biagio di Callalta, Pieranna Zottarelli di Roncade, Silvia Conte di Quarto d’Altino e poi Laura Bastarolo assessore di Loreggia e Vivianne Moro assessore a Roncade. Tra un’intervista in tv e una dichiarazione alla stampa, la Rubinato entra ed esce dalla sala, mentre i sindaci ripetono compatti: le primarie non si toccano, sono il sale della democrazia e della partecipazione. Silvia Conte dopo un incontro a Venezia con i pendolari lasciati a piedi da Trenitalia sulla linea Venezia-Portogruaro, mette sotto accusa la Regione, «la cattiva gestione di Chisso e Zaia che non aggiungono un solo centesimo al fondo nazionale trasporti» e poi torna a ribadire che non è giusto calare dall’alto il candidato presidente della Regione: «Lo si è fatto con Cacciari, Carraro e Bortolussi, ora bisogna girare pagina». Insomma, Moretti o Rubinato ma con le primarie. Lo ribadisce in dialetto veneto pure Mirko Feston, sindaco di Zero Branco, un baffo alla Peppone-Cervi che ha battuto la Lega con una lista civica al 65%. «No alle pretese di superiorità culturale da salotto, mi xo parte del popolo, dea xente. Questi del centrodestra hanno divorato il Veneto e si aggrappano a Zaia, persona che stimo, ma senza un’idea di futuro. Xe pol far, xe pol vinser». Altro che We Can di Obama, Treviso regala orgoglio in versi. Perché Simonetta Rubinato alla sua terza legislatura alla Camera, vuole ora approdare in Veneto? «Ce la possiamo fare, la sfida è difficile ma non impossibile, il Pd può essere un’alternativa credibile se esce dagli schieramenti di partito e stringe un patto con la società civile, i comitati popolari che difendono il territorio. Bisogna girare pagina completamente, Zaia e il centrodestra lasciano un’eredità pesante, con lo scandalo Mose e l’inchiesta con gli arresti dei dirigenti in Regione. Ci vuole coraggio e trasparenza e non dobbiamo avere paura del voto delle primarie. Mi sono candidata non per spaccare il Pd ma per aiutarlo a crescere e parlare a settori diversi della società. Treviso è l’unica federazione dove gli iscritti sono aumentati perché c’è stata competizione vera, i falsi unanimismi fiaccano gli entusiasmi». E’ una «tigre» Simonetta Rubinato pronta a dare l’assalto alla Lega e a Forza Italia, che confida nel sostegno dei giovani renziani della direzione Pd. «Il vicesegretario Guerini ha indicato la strada, revocare le primarie sarebbe un segno di debolezza: anche se non ho diritto di voto, mi batterò perché si possano celebrare il 14 dicembre». E se la direzione domani decidesse lo stop? «Spero di no. Ma non mi resta che accettare la decisione».

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pubblicata il 01 novembre 2014

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