Pd e primarie, tempo scaduto - Il Gazzettino

01 novembre 2014

Pagina 14, Nordest

Il cronomestrista sta per suonare il gong e dichiarare concluso "l’incontro di boxe" tra Alessandra Moretti e Simonetta Rubinato. Toccherà poi agli "arbitri" attorno al quadrato assegnare i punti e a quello sul "tappeto" ad alzare il braccio della vincitrice. Ma chi, tra le due donne del Pd, porterà a casa la "corona" di candidata anti-Zaia alle regionali del prossimo anno? Basta attendere 24 ore, fino a domani alle 17 quando il segretario dei democrat del Veneto, Roger De Menech, davanti alla direzione del partito convocata d’urgenza ieri, dovrebbe pronunciare la fatidica formulazione: volete voi evitare le primarie e appoggiare unitariamente (speranza) Alessandra come nostra candidata alla presidenza del Veneto? Se la maggioranza sarà d’accordo, addio primarie. Ma De Menech rischia di uscirne un po’ malconcio, perché dopo che la direzione regionale si è espressa, qualche settimana fa, per le consultazioni, con tanto di regolamento per la raccolta firme, avrà vita dura a giustificare la piroetta. I campanelli d’allarme per il segretario sono già suonati. Gli stessi renziani, ovviamente sponsor della eurodeputata vicentina, non gradiscono che si salti a pie’ pari la consultazione popolare, e si appellano al principio di democrazia. La prova del maldipancia tra la maggioranza dem, viene da Treviso dove, giovedì, la segreteria provinciale ha approvato un documento inequivocabile: «Lo Statuto del partito, prevede il ricorso allo strumento delle primarie per la scelta del candidato governatore, e ciò deve essere rispettato». Infatti, la direzione regionale «si è già espressa in tal senso, votando un regolamento e indicando la data della consultazione». Dunque «l’ipotesi di un dietrofront rispetto a quanto deciso, risulterebbe incomprensibile per militanti e simpatizzanti. E difficilmente potrebbe essere giustificata». Sintesi: va bene la Moretti, ma anche la deputata trevigiana Simonetta Rubinato e il senatore vicentino Giorgio Santini devono provarci. E vinca il migliore, ben sapendo che per i renziani deve essere la Moretti, ma almeno è salvo il principio che l’elettore deve scegliere da chi essere rappresentato e con quale programma. Altra ciliegina sulla torta: ieri era in calendario una riunione tra le anime del Pd. Ma, sembra, che all’appuntamento si sia presentato solo il bersaniano Piero Ruzzante, degli altri nessuna traccia. Interpretazione: gli assenti vogliono che la responsabilità di non fare le primarie cada su De Menech. Un gancio assestato all’allenatore. Dal frullato delle polemiche, esce un classico scaricabarile di sicuro che sembra essere frutto dell’insicurezza o dalla troppa sicurezza. Certo è, che la Moretti non intende uscire tritata dalla corsa alla presidenza del Veneto. Lei, è abituata a tagliare per prima il traguardo e anche solo ipotizzare, in caso di vittoria alle primarie, di incassare alle regionali meno preferenze di quelle prese alle europee (230mila, delle quali 120mila solo in Veneto) non è accettabile. Come non lo è doversi confrontare alle primarie con altri colleghi, con il rischio di spaccare il partito costretto alla conta, e con la preoccupazione che le stesse primarie siano un flop di partecipazione. «Un timore inesistente - dice l’altra interessata Simonetta Rubinato, ieri durante una conferenza stampa supportata da un gruppo di sindaci trevigiani coinvolti questa estate nei "BarCamp" - La partecipazione ci sarà, a patto che la gente sia coinvolta». Colpo al bersaglio grosso. Poi il racconto di come è andato il vertice romano a cinque (lei, Moretti, Santini, De Menech e il vicesegretario nazionale Lorenzo Guerini) dove si è deciso di... decidere che sia la direzione pd del Veneto a sciogliere il nodo primarie sì-primarie no. «Nessuno - annota la Rubinato - ha chiesto a me e Santini di ritirarci. Io, ho rimarcato la necessità di fare esprimere elettori, simpatizzanti, quanti vogliono farlo, con le primarie». Se De Menech pensava che Guerini gli togliesse la patata bollente dalle mani proclamando "niente primarie", è rimasto deluso: decidete voi. Di sicuro, la deputata trevigiana non intende nascondersi: «Se si faranno le primarie e dovessi, chissà, vincerle e poi essere sconfitta alle elezioni (scongiuri, il Pd può cambiare l’aria che tira oggi in Veneto) resterò a capo dell’opposizione in consiglio regionale». Un altro colpo al bersaglio grosso. La Moretti è una incassatrice e annuncia: «Anch’io farò altrettanto». Non resta che attendere il verdetto dei giudici attorno al "ring".

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pubblicata il 01 novembre 2014

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