La diocesi striglia la Moretti «Perché attacchi i cattolici?» - La Vita del Popolo

27 novembre 2014

Pagina 19, Nordest

"Cara Moretti, ma perché te la prendi con i cattolici?". Ecco, mancava solo la polemica con la Chiesa ad animare ulteriormente la sfida in rosa delle primarie del centrosinistra, giusto alla vigilia del voto di domenica. Il buon Antonino Pipitone dell’Idv non se ne vorrà, ma la partita ormai è solo tra le due primedonne del Pd con risvolti che escono dalle mura del partito e scatenano le reazioni dei cattolici. Passo indietro. Lunedì sera i tre erano tutti nel trevigiano, ma mentre Rubinato e Pipitone si sono presentati a San Vendemiano convinti di esserci tutti e tre allo stesso confronto pubblico, Moretti ha preferito andare a un dibattito a Quinto di Treviso, dove c’era anche il sindaco Giovanni Manildo. Raccontano le cronache che l’europarlamentare sia stata provocata da un segretario di circolo («Lei passa da un incarico all’altro»), al punto da rispondere in questi termini: «Rubinato per dieci anni ha fatto sia il sindaco che il deputato». Peggio: «Si è occupata solo di suore, preti e famiglie cattoliche». Fino al carico da novanta: «Mi risulta che Rubinato sia tra i 101 che hanno affossato la candidatura di Prodi al Quirinale». Accusa pesantuccia. Se fosse vera. Sandra Zampa, portavoce di Prodi e autrice del libro "I tre giorni che sconvolsero il Pd", smentisce: «Simonetta Rubinato non è tra i cosiddetti 101». Ma è il settimanale cattolico di Treviso "La Vita del Popolo" a usare il lanciafiamme con un editoriale pubblicato sul sito. Dall’attacco micidiale: «Anche se lì di solito l’estetista non arriva, non ha peli neppure sulla lingua l’on. Alessandra Moretti». E a proposito dell’attacco alla Rubinato che si occuperebbe solo di suore, preti e famiglie cattoliche, il settimanale chiosa: «Chissà a cosa si riferisce, forse all’impegno della parlamentare per le scuole paritarie?». Invece, se Moretti sarà eletta, «lei ha altri programmi: si occuperà di tutte le famiglie, “non solo di quelle cattoliche”». Al che il settimanale conclude con una sferzata: «Da cosa si riconosca una famiglia cattolica da una non cattolica avremo tempo di chiederlo all’on. Moretti, se vincerà le primarie. Se poi vorrà almeno “provare” a diventare presidente del Veneto, supponiamo che il voto di qualche cattolico le servirà. E allora vedremo come lo andrà a cercare».

Per la cronaca: ad animare la vigilia delle primarie sono state anche le dichiarazioni del segretario veneto Roger De Menech («No a chi coltiva orticelli personali») in merito alla posizione assunta da Rosy Bindi sul partito, provocando un malpancisno tra i bindiani veneti, a partire da Margherita Miotto. Che, particolare non secondario, è una dei tre deputati veneti con Davide Zoggia e Michele Mognato ad aver abbandonato l’aula al momento del voto sul Jobs Act.

Come andrà il voto domenica è tutto da vedere. Ma c’è già chi guarda al dopo: Paolo Giaretta, ex senatore ed ex segretario veneto del Pd, premette: «Non do nulla per scontato, come ha dimostrato la raccolta delle firme. Quello che è certo è che Moretti e Rubinato rappresentano due modi di essere del Pd egualmente necessari. Un’accoppiata da sfruttare fino in fondo».

Da ultimo, la Cgil nazionale liquida la polemica trevigiana della sede del sindacato usata per le primarie: trattandosi di un salone che un Caf della Cgil affitta a chi ne fa richiesta, si tratterebbe di «una stupidaggine al cubo».

SCARICA L'ARTICOLO IN PDF


pubblicata il 27 novembre 2014

ritorna
 
  Invia ad un amico